Ghost Sleep - Capitolo 6: Prisoner

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La psiche dell'agente si trovava ora in un basso fondale, la scena a cui aveva assistito l'aveva provato molto, non fu solo l'orribile morte di Billy ad impedirgli di alzarsi e ad inseguire la sua nemesi, ma tutto il dolore e la morte che essa aveva causato, e che non era riuscito ad impedire.
Pensò che presto, il nome delle defunte guardie della prigione, il nome di Billy e anche il suo sarebbero state presto impresse in quella lista che teneva in tasca.

Già, la lista... era la cosa che più contava ora, erano morte tante persone per proteggere quella lista, e il detective non poteva assolutamente permettersi di morire senza averla prima consegnata a chi di dovere. Fu il motivo per cui il detective riuscì a reggersi di nuovo in piedi, doveva assicurarsi che una seconda lista non sarebbe mai dovuta esistere, si diresse nuovamente nell'ufficio del direttore.

Sì, perché se c'era un posto in cui avrebbe potuto scoprire dove Jeff si stava dirigendo ora, era sicuramente quello. Doveva leggere i documenti che Billy aveva letto di nascosto quando erano entrati lì la prima volta, in quei fascicoli era per forza nascosto il motivo per cui Jeff aveva orchestrato questo assedio, in questa precisa prigione.

Quando il detective entrò in quell'ufficio, aprì senza indugio il cassetto che conteneva i documenti e li prese con forza. Puntò la torcia per illuminarli e vide di cosa si trattava.

Era un fascicolo, che riguardava uno dei prigionieri lì rinchiusi, il prigioniero veniva chiamato con il nome di "l'uomo con il pacemaker" non c'era alcun nome di battesimo per un semplice motivo, era uno di quei prigionieri già considerati morti da tempo, uno di quelli di cui aveva parlato Billy. Lesse tutto il fascicolo, il detenuto non aveva commesso crimini spaventosamente gravi, c'era un altro motivo per cui si trovava lì, un motivo strettamente legato a Jeffrey. Anche se nessun nome era riportato, la breve lettura della biografia di questo detenuto, fece capire al detective di chi si trattava. Era l'unica persona al mondo per cui Jeff si sarebbe spinto a tanto.
Comunque, trovò l'informazione che più gli serviva, la posizione di questo detenuto, la cella R-4.

Non c'era tempo da perdere, Jeff era diretto lì.

Jeff era nei pressi della cella tanto ambita, mentre trasportava una sacca e un mazzo di chiavi.

Jeff sapeva la posizione della cella grazie a Billy, ma non aveva ancora avuto modo di aprirla a causa della mancanza delle chiavi, questo per dare del tempo al detective per scoprire la sua destinazione.
A Jeff non serviva la luce per vedere attraverso le tenebre, aveva vissuto in esse per dieci lunghi anni, e ciò gli permise di scorgere la scritta che tanto voleva veder apparire davanti ai suoi orribili occhi, "R-4".

Accanto a Jeff non c'era nessuno, fino ad allora si era udito solo il rumore del mazzo di chiavi tintinnare nel buio e, anche se nel volto di Jeff non si poteva vedere alcuna espressione umana, se non quella della follia pura, Jeff si sentì parecchio deluso nell'accorgersi che era arrivato lì per primo.

Cominciò a cercare la chiave che aprisse la cella, su ogni chiave era riportata la cella corrispondente, ma Jeff non volle leggerla, trovare da solo la chiave, provandole tutte, avrebbe reso quell'atteso momento ancora più memorabile.

Provò con la prima, ma nulla da fare.

Arrivò il turno della seconda, per un attimo sembrò calzare a pennello ma non era nemmeno lei quella giusta.

La terza...


"Fermati Jeff"

...

"Ce l'ha finalmente fatta a raggiungermi, detective, per un attimo ho temuto che non sarebbe arrivato." disse Jeff rivelando di chi fosse la voce.

"Che cosa pensi di ottenere uccidendo quell'uomo?"

"Di nuovo con questa storia dell'uccidere? Non lo capisce che non so di cosa sta parlando?" rispose Jeff continuando a provare le varie chiavi.

Jeff the Killer: The Ghost CircleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora