XXXV°

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Pov's Miryam

Lentamente riacquistai i sensi. Avevo ancora gli occhi chiusi e i muscoli intorpiditi ma riuscivo a sentire un oggetto freddo, stretto ai miei polsi.
Con un dito sfiorai quell'oggetto per capire cosa fosse, poi compresi che fosse una catena.

Ero legata a una parete con una catena molto pesante ai polsi.
Cercai di muovermi per sciogliere i muscoli e le articolazioni. Poi mi resi conto di essere bloccata solo con le braccia.

Tirate sù e legate per i polsi, ma avevo le gambe libere e potevo muoverle.

Aprii piano gli occhi e vidi che una fioca luce era sparsa in tutta la stanza dove mi trovavo.
Proveniva tutta da candele poste in tutto l'ambiente.

Mi guardai intorno e mi accorsi di Sara al mio fianco, anche lei legata come me e ancora priva di sensi.

«Sara...Sara» sussurrai muovendo un piede verso di lei, cercando di svegliarla.

La vidi scuotersi e aprire gli occhi.

«Oh...Dio...la testa». Disse cercando di toccarsi.

Ma quando si accorse di essere legata fece uno sguardo sconvolto e incredulo.

«Oh cavolo...» io annuii.

«Esattamente. Dred e Hyun-Mi». Lei corrugò lo sguardo in un'espressione rabbiosa.

«Dobbiamo cercare di scappare...e...i ragazzi!» Disse di colpo ricordandosi dei BIGBANG.

«Sicuramente quando non ci troveranno e vedranno che non rispondiamo al telefono, verranno a cercarci. Sono sicura che lo faranno. E di corsa anche». Lei abbassò leggermente lo sguardo.

«Già. Dopo la mia ultima esperienza con Dred. Faranno davvero spostare le montagne per trovarci».

La porta alla nostra sinistra si spalancò di colpo e una figura non troppo alta e snella entrò.

«Bene bene. Le signorine si sono svegliate». La guardai in cagnesco.

«Tu!» Hyun-Mi sorrise arrogante e si avvicinò al centro della stanza.

«Che cosa vuoi Hyun-Mi??» Chiese acida Sara.

«Ah non vi preccupate. Solo...che ve ne torniate da dove siete venute». Si voltò e ci fulminò con uno sguardo glaciale.

Prese posto su una sedia che non mi ero accorta ci fosse. Era al centro della stanza, davanti un tavolo lungo almeno un metro e mezzo.
Ci sorrise malignamente.

«Spero non vi dispiaccia se ho chiamato il vostro amichetto per festeggiare».

«Quale amiche-...» iniziai e la porta si aprì.

«Oh Dio...» fece un sussurro Sara. Dred. Era lì.

Adesso avevo paura. Ma non per me, per lei.

«Dred giuro che se la tocchi io ti-...» lui mi afferrò per i capelli.

«Tu cosa? Eh?! Cosa mi fai??» Disse cinico.
Gli sputai in pieno volto.

Fece uno sguardo disgustato ma aveva sempre quel sorriso arrogante sulla faccia.

«Povera stronzetta». Disse e mi tirò uno schiaffo in pieno viso.

«No! Dred non farlo!» Esclamò Sara.
Lui si voltò verso di lei e la raggiunse in pochi passi.

«Ciao bimba. Da tanto che non ci vediamo, stavolta ce ne andremo insieme, per sempre». Si portò le mani alla cintura dei pantaloni, armeggiando con essa.

Sette all'improvviso...<3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora