Genice -22-

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Mark si tolse la maglietta, alzó il piumone e si tuffó dentro.
Con il dito fece un gesto per dirmi di venire sotto con lui così mi tolsi le scarpe e mi distesi lì accanto.
Lui era disteso sul fianco e mi abbracciava da dietro, io gli davo le spalle.
Notai una cosa..
«Ma, Mark?»
«Si, dimmi amore.» disse con voce rauca.
«Trattieniti!»
«Cosa? Trattieniti?»
«Ehm..» Glielo indicai intorcigliando il braccio.
«Non lo controllo io, ahah!»
«Non fare lo stupido... Ahah.»
«Non è poi così male stare in questa posizione.. Non credi?» blateró.
Scoppiai a ridere, e mi girai di fronte a lui.
Chiuse gli occhi e si coprì la faccia con una mano dall'imbarazzo.
Non riuscivo a capire, anche quando diceva quelle cose era l'essere più dolce del mondo!
Ignorai la situazione e gli chiesi un po' di Blake.
«Mark cosa facciamo con Blake?»
«Gen.»
«Si?»
«Non nominarlo.»
«Come mai? Non vuoi risolvere?»
Non disse niente.
«Mark, fai uno sforzo, per favore.» dissi con tono pacifico.
Si alzó di scatto dal letto senza che io capissi il perchè.
Prese la sua maglietta, la indossó e all'improvviso nel suo viso apparve un broncio che non mi era per niente familiare.
Mi disse di tornare a casa, ma io non capivo e restai a fissarlo incredula.
Lo disse una seconda volta, con un tono sostenuto ed io presi paura.
Non lo avevo mai visto così.
Presi la mia borsa e con dei passi leggeri uscii dalla sua stanza.

«Genice davvero, a volte penso che tu sia stupida! Non riesci a capire che c'è un limite a tutto! Non te l'ho mai detto ma odio quando fai così! Maledizione!» Urló.

Io non capivo e Mark mi diede della stupida, proprio l'unica persona che amavo davvero.
Scoppiai a piangere e corsi in macchina senza nemmeno salutarlo.

Non feci in tempo a trovare le chiavi che me lo trovai fuori dalla portiera.

«Genice scusa, non volevo dire quelle cose!»
Lo guardai, aveva le lacrime agli occhi.

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