Capitolo 6

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La settimana seguente iniziò con due belle notizia. Starete sicuramente pensando che le belle notizie erano legate solo a Diana. Ed invece no. Vabbè una delle due si, anche se Diana sembrava esser sparita. Non la sentivo da giorni, l'ultimo suo accesso risaliva a tre giorni prima, il che mi preoccupava e non poco, mamma mia quanto ero preso, e in così poco tempo, senza nemmeno conoscerla più di tanto. Apro una piccola parentesi. Io non ho mai creduto nel colpo di fulmine, non mi ero mai innamorato fino ad allora. Avevo avuto sì, qualche storia, ma niente di così serio, nessuna era riuscita a strapparmi il cuore. La mia storia più duratura, fu con Victoria, ah, vi do un consiglio, per il tranquillo proseguo della storia, non nominate mai il nome di Victoria in presenza di Diana, potrebbe farci del male.
Con Victoria fu una storia, di sei mesi, tra vari tira e molla, una storia incentrata sulla fisicità, non c'era sentimento, era una roba legata solo al sesso. Eccovi spiegato perché mai va fatto il suo nome. Ok, chiusa parentesi. Torniamo a noi, ed ad una delle due belle notizie arrivate ad inizio settimana. Era legata a zio Paul, che una mattina mi chiamò e mi disse:
<<Ehi nipotopo!>>
Nipotopo, vi spiego, come detto già in precedenza, zio Paul, è il più piccolo dei figli, di nonno e nonna, era il loro bastone della vecchiaia, infatti lo ebbero in età avanzata, e la differenza d'età con me era di solo 7 anni. Il nostro rapporto più che zio e nipote, eravamo come fratelli, tant'è che non lo chiamavo nemmeno zio, ma semplicemente Paul. Lui invece mi chiamava quasi sempre "Nipotopo", che era l'insieme della parola nipote, aggiunta al topo, per via del mio debole per i formaggi. Mi affibbiò questo nome fin da piccolo, da bambino mi arruffavo sempre, ma crescendo, ci facevo una risata su. Una volta spiegato questo passaggio fondamentale, torniamo alla bella notizia.
Io risposi:
<<Ehi Paul! Dimmi tutto!>>
<<Senti una cosa, al momento qui in cantiere c'è bisogno di braccia, ed il capo cantiere mi ha chiesto di spargere un po' la voce. Tu ch........>>
<<Si, si, si! Vengo al volo!>> Non lo feci nemmeno finire di spiegare, che accettai al volo.
<<Ok, allora adesso riferisco che due braccia le ho già trovate.>> Disse Paul.
<<Ho solo il problema del passaggio, sono senza auto.>> Gli risposi.
<<Non ci sono problemi, passo a prenderti io! Così la mattina ho qualcuno che mi tenga sveglio quando guido.>>
Questa risposta mi terrorizzo'.
<<Eeehm prendo il bus Paul.>> Gli risposi.
<<Daiii nipotopo, ti prendo in giro! Lo sai che sono super attento quando guido.>>
<<Se lo dici tu. Quando inizio?>>
<<Dopodomani.>> Disse Paul.
<<Ti raccomando una cosa Aaron, massimo impegno e serietà.>>
<<Lo sai, su di me puoi contare. Ho davvero bisogno di soldi.>> Gli risposi.
<<A proposito, la paga?>>
<<Per i nuovi la paga giornaliera è di 50 dollari, poi se lavorerai bene, potrai anche guadagnare di più.>> Mi disse Paul.
<<Perfetto Paul! Vado a dare la bella notizia a mamma!>> Misi il telefono giù. Ed andai dritto da mia madre. Le corsi incontro e le urlai:
<<Ho trovato un lavoro!!!!!>>
<<Davvero?>> Rispose sorridendo mia madre.
<<Più che trovato, me lo ha portato zio Paul. È temporaneo per adesso. Ma se mi impegno ci saranno possibilità di restare.>>
<<Ottimo figliolo! Una bella notizia di questa era quella che ci voleva.>>
In quel preciso istante dinnanzi casa si fermò lo scuolabus, era Karen, che quella mattina uscì prima da scuola. Non le diedi nemmeno il tempo di entrare, che io aprì la porta, l'afferrai, e la lanciai per aria, ero gasato. Karen non capì il motivo di cotanta gioia. E giusto per non sbagliare mi prese per matto:
<<Aaroooon mettimi giù!!!!!>>
<<Volaaaa Karen! Volaaaa!>>
<<Mettimi giù matto!!!!! Non ho più 2 anni!!
Mammaaaaaaaa!>> Urlo' Karen.
<<Aaron metti giù tua sorella!>>
Finalmente un lavoro, dopo mesi a casa. Pensai che con quei soldi avrei avuto la possibilità di portare prima o poi a cena Diana. Infatti, una volta messa giù Karen, corsi dritto in camera mia. Accesi il pc. E feci una cosa alquanto scontata. Mandai un messaggio a Diana.
"Ehi Diana, che fine hai fatto? Devo iniziare a preoccuparmi?"
Restai connesso per qualche ora nell'attesa di una sua risposta. Ma ancora niente. Nel frattempo rientro' a casa mio padre, un po' più tardi rispetto al solito, era rimasto qualche ora in più per fare un po' straordinario, ma di lavoro straordinario ce n'era ben poco, e la paga era un po' bassa. Si fece ora di cena, e una volta a tavola, diedi la buona notizia anche a mio padre, che in quel momento tirò un sospiro di sollievo. Non mi raccomandò altro:
<<Figliolo giocati bene questa carta. Sai quanto ne abbiamo bisogno di questi soldi in questo momento.>>
<<Lo so papà, ce la metterò tutta.>>
<<Non sarei mai voluto arrivare a questo punto, ma abbiamo bisogno anche della tua collaborazione in casa. Mi dispiace tanto figliolo, perdonami.>>
E per l'ennesima volta scoppio' in lacrime. Ho sempre ammirato mio padre. Un omone grande e grosso, che all'aspetto potebbre farti paura, ma non era così, possedeva un cuore immenso ed una sensibilità come pochi.
Gli diedi un bacio in fronte, e gli dissi:
<<Tranquillo papà. Non vi deluderò.>>
Finì di cenare, e corsi spedito in camera, mia. E come per magia, riecco tra noi, quella matta di Diana! Mi rispose:
"Ehi Aaron!"
Aaron: "Diana! Ma che fine avevi fatto?"
Diana: "Ho avuto un problema."
A quella risposta mi preoccupai e non poco.
Aaron: " Come stai? E' successo qualcosa?"
Diana: " Avevo dimenticato la password per accedere a Facebook, e non la ricordavo più"
Lì scoppiai a ridere, e la presi in giro per tutta la sera.
Aaron: "Ahahahah. Ma come hai fatto?"
Diana: "Non faccio mai il logout. Per paura di non ricordare la password, ma sbadatamente, l'ho fatto."
Aaron: "Ma lo sai che esiste il recupero password? Eheheheh"
Diana: "............. Caspita! Non ci avevo pensato! :'(( "
Era sbadata e mezza matta, quanto mi faceva sorridere. E li colsi la palla in balzo e mi buttai.
Aaron: "Se magari io avessi avuto il tuo numero, avrei potuto dirtelo prima."
Io il mio passo le feci. Ora stava a Diana cogliere il mio invito a cedermi il suo numero.
Diana: " Signor Russo sei molto spiritoso, sai?"
Aaron: "L'ironia è una dote di famiglia."
Diana: "Guarda, voglio premiarti giusto per il coraggio." Così ottenni il suo numero.
Aaron: " O forse vuoi darmi il tuo numero, giusto per ricordarti la tua password? Ahahahah"
Diana: "Ma che simpaticone. Abbiamo qui Jim Carrey, ed io nemmeno lo sapevo."
Aaron: " Se vuoi puoi anche darmi i numeri delle tue carte, così giusto per non restare al verde. Eheheh"
Diana: "Se esistesse un premio Oscar per la simpatia, dovrebbero darlo a te."
Aaron: " And the Oscar goes to.... Aaron."
Diana: "Giuro, dovrebbero darlo a te."
Ero felicissimo, avevo trovato un lavoro, se pur temporaneo, ed ero riuscito ad ottenere il numero personale di Diana. Cosa poteva esserci di più bello? Continuammo a messaggiare fino a notte fonda. Non vi nascondo che, ad un certo punto mi passò per la mente di invitarla ad uscire. Ma ci pensai su, e dissi tra me e me: "forse potrei invitarla ad uscire." Però avevo già ottenuto il suo numero, non volevo passare per un impertinente, cosa avrebbe pensato di me? Per quella sera mi feci bastare il suo numero. Anche se la voglia di invitarla ad uscire era tanta. C'era una voce dentro me che mi diceva: "Invitala ad uscire Aaron. Fallo!" Ma per quella notte non le diedi ascolto. Si fece davvero tardi. Ed infatti le diedi la buonanotte ed andammo a dormire. Pensando e ripensando a quando sarebbe arrivato il momento giusto per chiederle di uscire.

Io ti resto accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora