La mattina seguente non andai in cantiere, perché ci era stato concesso un giorno di riposo in più. E pensai bene di restare a letto a riposare. Il giorno del ringraziamento era stato abbastanza frenetico, e quella mattina non mi andava di fare niente o quasi. Fuori il tempo non era dei migliori, pioveva, e la cosa più logica da fare era restare sotto le coperte al caldo. E così feci. Appena sveglio, l'unica cosa che mi andò di fare fu quella di accendere la TV, per guardare le notizie sportive riguardanti gli Yankees. Quando, ad un tratto, vibrò il cellulare che era sul comodino, lo presi, e vidi che c'era un messaggio di Diana, lo lessi: "Aaron Sorryyyy!"
Mi venne da ridere, però cavolo, mi aveva abbandonato. Così pensai bene di fare il prezioso. E risposi al messaggio:
Aaron: Oooh la signorina Johnson.
Diana: Perdonami :((((
Aaron: Ed io che ancora aspettavo la tua chiamata.
Diana: Non ci crederai, ma mi sono addormentata sul divano.
Aaron: Sei una dormigliona.
Diana: Giuro, mi farò perdonare! :)
Aaron: Mmmm interessante.
Diana: Cosa hai in mente? xD
Aaron: Stavo pensando che potresti concedermi un'altra uscita.
Diana: Si può fare! :D
Aaron: Perfetto!
Diana: Che ne pensi di stasera?
Aaron: Questa sera?
Giuro, avrei voluto vederla subito. Ma sono sicuro che se avessi accettato, una volta che ci saremmo visti, si sarebbe accorta del mio occhio nero, a malapena eravamo riusciti a mascherarlo alla mia famiglia, Diana se ne sarebbe accorta, e le avrei dovuto spiegare l'accaduto. E quindi cercai di prendere tempo:
Aaron: Che ne dici di domenica?
Diana: Domenica? Mi va bene.
Aaron: Ho intenzione di portarti in un bel posto!
Diana: Ah si? E dove mi porti di bello?
Aaron: Allo Yankee Stadium!
Diana: Eh? Dove?
Aaron: A vedere la partita degli Yankees! Ti va?
Diana: Non che io sia una grandissima appassionata di baseball. Ma devo farmi perdonare. Non mi resta che accettare.
Aaron: Perfetto! Allora domenica, stadio!Ero riuscito a prendere quei due giorni in più, che mi avrebbero permesso di curare il gonfiore all'occhio. Sono certo che il luogo del secondo appuntamento non era di suo gradimento, ma cos'altro avrei potuto fare? Se non le avessi proposto lo stadio, si sarebbe chiesta come mai non mi andasse di vederla subito. E comunque, era arrivato il momento per Diana ti tornare a casa, infatti:
Diana: Aaron, adesso ti lascio, ci stiamo per mettere in viaggio verso casa.
Aaron: Ok Diana, fate buon viaggio!
Diana: Grazie, ci sentiamo più tardi, appena posso, ti chiamo!
Aaron: Speriamo. Eheheheh.
Diana: Simpatico come sempre! Bacio.
Ci salutammo, e poco dopo scesi giù in cucina a fare colazione. Mia madre aveva preparato i pancakes allo sciroppo d'acero (buonissimi).
So per certo, che quando mia madre prepara qualcosa di mio gradimento, significa che vuole addolcirmi per ottenere qualcosa, vedevo che mi stava leggermente col fiato sul collo, (sicuramente invogliata da quella monella di Karen) manco fosse una spia della CIA. Ed infatti, non passarono molti minuti che......
<<E così.... ti vedi con una ragazza?>> Chiese.
Mi andò il pancake di traverso.
<<Mamma! Fai la predica a Karen, e poi?>>
<<Ma io sono la mamma.>> Disse facendo gli occhi dolci.
<<E va bene, ma acqua in bocca!>> Le risposi.
<<Tranquillo Aaron, non lo dirò a nessuno.>>
<<Si chiama Diana, ha 20 anni e vive a Brooklyn.>>
<<Poi? Poi?>> Continuò a chiedere incuriosita.
<<Poi cosa?>> Le risposi.
<<Nel senso, continua, se ti va.>> Rispose più pacata.
<<Ah ecco. Comunque, lavora nello studio del dottor Smith, è li che ci siamo visti la seconda volta.>> Le spiegai.
<<Seconda volta? C'è già stata una prima volta?>> Mi domandò.
<<Non ti gasare mamma. La prima volta ci siamo incontrati per caso da Starbucks. Mi versò accidentalmente una bevanda addosso.>>
<<Aspetta, aspetta, aspetta.>>
Mia madre fece uno più uno e collegò tutto.
<<Allora è stata lei a macchiarti la felpa?!>>
<<Ebbene si mamma, fu Diana.>>
<<Ed io che ti avevo preso per matto. Non fraintendermi Aaron, non che io pensi che lei sia matta. Non lo pensare.>>
<<Ma diciamo che mezza matta lo è. Ma a me piace così.>>
<<Perché non ce lo hai detto prima?>> Chiese.
<<Perché lo sai, e mi conosci. Prima di dire una cosa devo esserne certo. Io sono molto preso, lei forse.>> Le risposi.
<<Che significa forse?>>
<<Quante domande. Ci vediamo da appena un mese. Non ho la certezza di piacerle sul serio. Si, lo vedo, mi sorride, stiamo bene, il tempo vola quando sto con lei.>> Le spiegai.
<<Non ti farò altre domande. Spero solo una cosa. Che tutto vada per come il tuo cuore desidera.>>
<<Grazie mamma.>>
<<E di cosa figlio mio?! Quando vuoi, lo sai, io per te ci sarò sempre.>>Finita la bella chiacchierata con mia madre, andai a fare una doccia, dopodiché mi vestì, e, visto che fuori aveva cessato di piovere, pensai bene di fare due passi. Se pur non avessi voglia di fare grandi cose quel giorno, cambiai idea. Dovetti pur ammazzare il tempo in qualche modo, in attesa che Diana si facesse sentire.
Col cellulare in mano, davo di tanto in tanto un'occhiata. Ma in quel lasso di tempo non ricevetti ne un messaggio ne una telefonata.
Rientrai in casa, si era quasi fatta ora di pranzo, quando finalmente squilla il cellulare...
<<Pronto!>> Risposi al volo.
<<Ehi Aaron, sono appena arrivata a casa!>>
<<Benissimo! Tutto bene?>> Le chiesi.
<<Bene si, sono un po' stanca. Se magari mio padre non andasse come le lumache. Saremmo arrivati già da un bel pezzo!>>
<<Povera Diana.>> Le dissi sorridendo.
<<Già, mio padre è un tipo molto prudente.>>
<<Guarda che la prudenza non guasta mai.>> Le dissi.
<<Dici?>>?Rispose Diana.
<<E dico si, lo sai che chi va piano va sano e lontano?>> Le risposi.
<<Oh no! Ci risiamo, parli nuovamente come mio nonno!>> Rispose ridendo.
<<Ehiiii!!!! Non sono un nonnetto!>>
<<Ed invece si! Lo sei!>> Rispose ridendo ancora una volta.
<<Ehm....Io più che altro mi definirei un ragazzo, con la testa sulle spalle!>> Le dissi.
<<Bravo Aaron, questo non può che farti onore! In giro sono rimasti solo stupidi ragazzi senza un briciolo di cervello.>>
<<Modestamente io mi tiro fuori da questa categoria di ragazzi.>>
<<Sono uno più stronzo dell'altro!>> Rispose Diana.Introdotto l'argomento dei ragazzi, stavo giusto per prendere la palla in balzo, e chiederle se avesse mai avuto una storia importante, sarei potuto sembrare un po' invadente, però ero curioso di sapere se c'era già stato qualcuno che avesse fatto breccia nel suo cuore. Ma, non feci in tempo, che dovetti salutarla, era già pronto il pranzo, e dunque misi giù il cellulare e scesi in cucina a pranzare. Con la promessa che ci saremmo risentiti appena possibile. Finito di pranzare tornai nuovamente su, in camera mia, nel tentativo di richiamare Diana. Ma ahimè trovai un suo messaggio in segreteria. Dove mi spiegava che era stata convocata in studio, dal dottor Smith. Dovette andar via. Non specificando con chiarezza, quando sarebbe rientrata a casa. Ed ancora una volta mi ritrovai in camera mia, ad aspettare, che la bella Diana si facesse viva. Giusto per ammazzare il tempo, guardai un film. Ebbi notizie di Diana solo dopo cena. Chiamò molto tardi, saranno state le 10.30
<<Aaron ciao, ancora una volta scusami! Ma sono dovuta scappare a lavoro. Sono tornata solo adesso a casa. E credimi, sono davvero esausta.>>
<<Cos'è successo? Niente di grave spero.>> Le chiesi.
<<No no niente di così grave. Il dottor Smith mi aveva concesso un giorno in più di riposo. Ma purtroppo gli serviva una mano in studio, e sono dovuta scappare.>>
<<Hai fatto molto tardi.>> Le risposi.
<<Eh si, lo so. Una volta che il dottore ha finito tardi con una cliente, non potevo lasciarlo da solo.>>
<<Povera Diana. Ti capisco.>>
<<L'unica cosa che voglio fare adesso è andare a farmi una bella dormita.>>
Non mi andò di trattenerla ancora a lungo, e così le diedi la buonanotte ed andammo a dormire. Io non vedevo l'ora che arrivasse domenica, per poterla rivedere.
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Io ti resto accanto
RomanceQuesta storia si svolge nella New York dei giorni nostri. I protagonisti sono due ragazzi newyorkesi, poco più che adolescenti. Aaron, non è il classico ragazzo bastardo, che tratta le donne come fossero oggetti, ma è un ragazzo con la testa sulle s...