Capitolo 7

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La mattina del mio primo giorno di lavoro, la sveglia suono' molto presto. Erano le 4.30 del mattino, si sa, in cantiere la giornata di lavoro inizia molto presto. Sapevo che sarebbe stato molto difficile abituarsi a quegli orari, ma c'era poco da fare, questo lavoro mi serviva, mi serviva e come. Iniziai a pensare che le ore piccole a chattare con Diana sarebbero diventate un lontano ricordo. Ma in compenso avevo il suo numero di cellulare, e l'avrei potuta cerca in qualsiasi momento della giornata. Ed infatti, se pur ancora fuori fosse buio, e consapevole che mi avrebbe risposto dopo un paio di ore, le mandai il buongiorno.
Subito dopo andai in bagno feci una doccia, e mi preparai per andare, di li a poco sarebbe arrivato zio Paul a prendermi. Due squilli al cellulare, era il segnale che Paul mi stava già aspettando fuori casa. Corsi sotto, presi giusto due biscotti dalla dispensa ed uscì di casa. Era ancora buio pesto. Non era mia abitudine alzarmi ed uscire di casa così presto, ma avrei dovuto iniziare a farci l'abitudine. Salì in macchina e salutai Paul.
Una volta incamminati iniziammo a chiacchierare un po', e Paul mi confido' un piccolo segreto che nessuno sapeva ancora, nemmeno i miei nonni:
<<Sai Aaron, ho intenzione di chiedere ad Ashley di sposarmi.>>
Ashley era la fidanzata di zio Paul, stavano insieme da ben cinque anni, e sembrava molto deciso a metter su famiglia.
<<Sul serio???>> Risposi con gioia.
<<Si Aaron, ho quasi 30 anni, ed ho capito che lei è la donna della mia vita.>>
<<Sono felicissimo per te Paul!>>
<<Ho messo da parte un po' di soldi, e quindi non voglio perdere tempo.>>
<<Bravo Paul! Ashley è perfetta per te!>>
<<Tu invece? Hai messo qualche ragazza nel mirino?>> Mi chiese sorridendo.
<<Ehm.... No no.>> Risposi in un primo tempo.
<<Siamo sicuri? So riconoscere le tue bugie. E questa risposta mi puzza un po'.>>
Provai a sviare il discorso in un primo momento, ma solo per il semplice motivo che questa volta quello cotto ero io, cosa che come vi ho già detto in precedenza non mi era mai accaduta. Anche zio Paul sapeva che in passato erano sempre state le ragazze a prendersi cotte per me, e non il contrario. Ma una volta messo alle strette da l'ennesima domanda di Paul, confessai:
<<Sai in realtà, una ragazza c'è.>>
<<Hai visto caro nipotino. Come ti conosco io, forse nemmeno tua madre.>> Rispose Paul.
<<Eheheh. Forse è vero, sai?>> Dissi.
<<E quindi, come si chiama, e soprattutto, quando è dove le hai rubato il cuore?>> Mi chiese Paul.
<<In realtà, caro Paul, non sono stato io a rubarle il cuore.>>
Seguí un momento di silenzio imbarazzante.
<<Aaron James Russo, si è preso una cotta per una ragazza? Ma il mondo sta andando al contrario!>> Disse ridendo Paul.
<<Piantala!>> Risposi. Dandogli una pacca sulla gamba.
<<Uuuuh mio nipote è diventato un romanticone!>>
<<Ma che romanticone.>> Risposi.
<<Dai, a parte gli scherzi, non c'è vergogna a prendersi una cotta per una ragazza.>>
<<Lo so Paul, è successo tutto così per caso.>>
<<Dai dimmi tutto!>> Mi chiese Paul incuriosito.
<<Si chiama Diana. Ha 20 anni. E lavora come segretaria nello studio del dottor Smith a Manhattan.>>
<<Si ok, ma poi, poi?>> Chiese insistentemente Paul.
<<Ci siamo conosciuti da Starbucks vicino la scuola di Karen, e li io.....>>
<<Si ok, saltiamo a quando vi siete baciati.>> Mi interruppe Paul.
<<Ehm.... in realtà, ancora non abbiamo avuto nemmeno un appuntamento, in realtà uno si ma dal dentista.>>
<<E che c'entra questo?>> Mi chiese Paul.
<<Nel senso, lavora lì, e ci siamo rivisti.>>
<<Ok, ma adesso che tempo vuoi?>> Mi chiese.
Io al momento non capì:
<<Tempo, in che senso?>>
<<Nel senso che, datti una mossa! Se ti piace davvero così tanto, invitala ad uscire!>>
<<E beh facile a dirsi, ci conosciamo da poco. Ho già ottenuto il suo numero.>>
<<Si che bravo, allora perché non ti baci il telefono! Sto dicendo caro Aaron che se una persona ti fa stare bene, e ne sei davvero preso, non perdere tempo.>>
<<Dici?>> Gli chiesi.
<<E dico si, adesso prendi il cellulare, e la inviti ad uscire, ok?>>
<<Ma Paul...>>
<<Cosa?>>
<<Sono ancora le 5.15 del mattino.>>
<<Ah...........già. Siamo in leggero anticipo, ti va un muffin?>> Ripose Paul.
<<Ok, vada per il muffin.>> Risposi.
Feci tesoro del consiglio che mi diede zio Paul. Lì per lì ero molto propenso a fare la telefonata, ma a parte che era ancora molto presto, e l'unica cosa che mi frenava era il fatto che sarei potuto sembrare troppo affettato, così diedi un ultima occhiata al cellulare, pensando magari di trovare il buongiorno da parte di Diana, ma senza dubbio Diana era ancora nel mondo dei sogni. Cosicché spensi il cellulare, era arrivato il momento di mettersi all'opera.
Infatti una volta giunti sul posto di lavoro, posai nell'armadietto i miei effetti personali e mi avviai. Il cantiere era situato a sud di Brooklyn, la prima cosa che fece zio Paul, fu quella di presentarmi al resto della squadra. Pochi istanti dopo, mi ritrovai già impegnato con gli attrezzi da lavoro, e non vi nascondo, che di tutti i lavori che avevo fatto fino ad allora, questo era di sicuro il più pesante, ed ero solo al primo giorno. Vi lascio immaginare. Giunti a metà della giornata lavorativa andammo in pausa pranzo. Cosicché presi il cellulare dall'armadietto, lo accesi, e trovai il buongiorno da parte di Diana. Purtroppo le nostre pause pranzo non coincidevano. Ripensando al consiglio di zio Paul, le inviai un solo un messaggio che recitava testuali parole: "Ehi Diana, senti una cosa, questa sera una volta tornato a casa, potrei chiamarti, se ti va?" Una volta inviato il messaggio, mi sentì più tranquillo. Dopodiché andai in un parco vicinissimo al cantiere, mi sdraiai sul prato e consumai un tramezzino. Finita la pausa, tornai a lavoro. Si fatica davvero tanto in cantiere ragazzi, posso assicurarvelo. Il pomeriggio trascorse rapidamente, anche perché non c'erano quasi mai momenti senza far nulla. Si erano fatte le 6 del pomeriggio, e la prima giornata di lavoro era andata. Passammo dal capo cantiere a riscuotere la paga, perché venivano pagati a giornate, presi i miei 50 dollari, e ci avviammo verso la macchina per far rientro a casa. Tenevo il cellulare in mano, lo accesi, e lessi il messaggio di Diana.
"Ciao Aaron, tutto bene, certo che puoi chiamare, però non prima delle 7, perché sono ancora in studio."
Era fatta! Adesso tutto stava a me. Paul mi accompagnò a casa, ricordandomi ancora una volta il suo consiglio:
<<Aaron, fallo! Non muore nessuno.>>
<<Ok! Faccio tesoro del tuo consiglio.>> Gli risposi.
<<Ti voglio bene Aaron. A domani!>>
<<Anch'io te ne voglio.>>

E così entrai in casa, salutai i miei genitori, Karen, e gli feci un rapido riassunto della mia prima giornata in cantiere. Ma avevo fretta, tanta fretta. Si erano già fatte le 6.50 e dunque corsi dritto in camera mia, attendendo  che si facessero le 7, seduto sul mio letto, attesi, ed attesi fin quando.
Driiiiiin Driiiiiiiin...............

Io ti resto accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora