Se pur indolenzito, mi sentivo felice, avevo ottenuto il contatto di Diana, il che non era poca roba. La prima cosa che feci una volta tornato a casa fu quella di mettermi al pc ed inviarle la richiesta di amicizia. Ah, vi risparmio l'ennesima ramanzina da parte di mia madre, vedendomi rientrare un'altra volta con un indumento zuppo di cioccolata, è uno di quei ricordi che vorrei tanto rimuovere dalla mia mente. Ricordo che nemmeno pranzai, un po' per il dolore in bocca, e un po' per la troppa felicità. Rimasi tutto il pomeriggio ad attendere. Attesi, attesi ed attesi ancora, fin quando, non si collegó per accettare quella benedetta amicizia. La tanto attesa notifica arrivò! Diana Johnson ha accettato la tua richiesta di amicizia. E lì non vi dico, iniziai a pensare: <<le mando un messaggio o no?>> la mia preoccupazione era quella di sembrare troppo appiccicoso ed affrettato, anche perché non mi ero mai comportato così nei confronti di una ragazza.
Non per vantarmi, ma erano sempre state le ragazze a prendersi cotte per me, e non viceversa. Restai in attesa ancora un po'. <<Ok! Adesso le scrivo!>> esclamai. Battendo il pugno sulla scrivania. Ma proprio in quel preciso istante, bussò alla mia porta Karen, dicendomi che era pronta la cena. Non mi restò che scendere giù in cucina, e rimandare l'invio del messaggio. Mi sedetti a tavola, e mi accorsi che c'era qualcosa che non andava. Avvertivo un'aria strana. Infatti di li a poco, prese parola mio padre:
<<Annie in fabbrica, il lavora inizia a scarseggiare... Oggi ci sono stati due licenziamenti.>>
<<Oh Michael, non può essere! Cosa succederà adesso?>>
<<Ancora non lo sappiamo, ma siamo in cattive acque, cara.>> Rispose mio padre con gli occhi lucidi.
<<Papà mi comprerai lo stesso la bici che mi avevi promesso?>> Chiese Karen.
Li mio padre, resto' in silenzio, e subito dopo scoppio' a piangere. Non potendo dare a Karen ciò che desiderava. Anche perché la piccola Karen non chiedeva mai nulla. Ed aveva chiesto negli ultimi due anni solo questo regalo, una bici. Provai molta tenerezza per mio padre. Io non presi parola per tutta la durata della cena. L'unico gesto che feci fu quello di andare verso mio padre, guardarlo negli occhi ed abbracciarlo forte forte. A seguire ci abbracciò anche Karen ed infine mia madre. Anche se in difficoltà, noi restavamo uniti, più forti di prima. È questo il segreto della mia famiglia. Finito di cenere, me ne tornai in camera mia. Mi sedetti, rientrai in chat, e, non ci crederete, ma trovai un messaggio da parte di Diana, risalente a circa mezz'ora prima. Mi chiesi, se fosse già andata a letto. Il messaggio era semplicissimo:
"Ohi". Io risposi subito con un "Ehi". Restai ad ascoltare un po' di musica su YouTube, in attesa, sperando che Diana leggesse il mio messaggino. Stavo giusto per spegnere tutto, quando all'improvviso, arriva un messaggio: "Ehi, ciao ragazzo con la maglia bagnata di cioccolato". Finalmente aveva risposto! Le inviai uno smile. E di seguito una lunga risata.
"Colpa tua." Le risposi.
Diana: "Colpa mia?"
Aaron: "Si, miss caramello e caffè."
Diana: "Beh, magari la prossima volta stai un po' più attento, che ne pensi?"
Aaron: "Sai cosa significa tornare per due volte a casa zuppo di cioccolata?"
Diana: "No, non lo so. Anche perché io sto attenta quando bevo! Ahahahah."
Aaron: "Credo che una terza volta non mi sia possibile macchiarmi, mia madre mi manderebbe via di casa. Eheheh."
Diana: "Ahahahah. Questo mi dispiacerebbe."
Aaron: "E ridi pure? Ma che brava."
Diana: "Cos'altro dovrei fare? xD "
Aaron: " Mi basterebbe che tu sia un po' solidale nei miei confronti. :D "
Diana: "Ti sono vicino, Signor Russo. Ahahah."
Aaron: "Già va molto meglio."Ci scambiammo tanti ma tanti di quei messaggi quella notte, ricordo ancora bene che tra un messaggio ed una risata, si erano fatte le 2 del mattino. Saltai sulla sedia. Perché mi ricordai di avere il mattino seguente un colloquio, al quale non potevo mancare, vista la situazione che si stava venendo a creare in casa. A malincuore dovetti mandare la buonanotte a Diana. Anche se ormai avevo la certezza che in qualunque momento avrei potuto cercarla. "Dolce notte Diana, ci sentiamo." Le inviai.
"Grazie Aaron, una buonanotte anche a te. A presto!" Rispose.
Non dico di aver dimenticato quanto successo poco prima a cena, con la vicenda di mio padre e del lavoro in fabbrica, non sono un egoista, anzi ci stavo male, però in quel momento Diana mi aveva fatto passare un po' tutte le tristezze che avevo. La mia prima impressione, dopo aver chiacchierato un bel po' con lei fu positiva. Stavo anche quasi per togliermi dalla testa l'idea che fosse un po' matta. Quella sera andai a letto nonostante tutto con un sorriso stampato in faccia, che mi venne il dubbio se al mattino successivo mi sarei svegliato con una paralisi facciale.
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Io ti resto accanto
RomanceQuesta storia si svolge nella New York dei giorni nostri. I protagonisti sono due ragazzi newyorkesi, poco più che adolescenti. Aaron, non è il classico ragazzo bastardo, che tratta le donne come fossero oggetti, ma è un ragazzo con la testa sulle s...