Bene, dove eravamo rimasti? Ah già, ero ancora al settimo cielo, dopo il primo appuntamento insieme a Diana. Oh mamma! Quanto ero stato bene. E sono sicuro che anche lei era stata molto bene in mia compagnia. Era appena iniziata la settimana che ci portava ad una festa molto importante in America, ovvero il Thanksgiving Day (Il giorno del Ringraziamento). Il giorno di festa, cade il quarto giovedì di Novembre. È una festa molto sentita, ed i preparativi in casa mia iniziavano ad inizio settimana, mia madre andava nel panico, ci teneva che tutto riuscisse alla perfezione. Se avesse potuto, avrebbe iniziato i preparativi almeno un mese prima. Grazie al mio aiuto economico potemmo finalmente fare un Ringraziamento come si deve, infatti ebbe il piacere di invitare, i nonni, zio Paul in compagnia di Ashley, e zia Betty. Il giorno prima del Ringraziamento tornai da lavoro distrutto. In cantiere si erano assentati due operai, e ci tocco' fare il lavoro per due. Infatti vidi anche Paul molto provato, nonostante fosse abituato, immaginate me. Tornato a casa feci una doccia, che durò quasi una vita, mi rilassava. Bussò alla porta del bagno Karen:
<<Aaron!!! Muoviti, che la cena è quasi pronta!>>
<<Ok arrivo! 5 minuti!>> Risposi.
<<Ma da quanti anni non facevi una doccia?Sbrigati!>> Rispose sorridendo.
<<È meglio per te che non ti fai trovare a tavola.>> Le risposi.
<<Uuuh che paura..>> ribatte' Karen sghignazzando.
Finito di asciugarmi, mi vestì, e scesi giù. Mi sedetti a tavola, ed iniziammo a cenare.
Tra un boccone e l'altro, mia madre iniziò a farci la predica per l'indomani:
<<Michael, Aaron, Karen domani deve essere tutto perfetto, chiaro?>>
Io le risposi sorridendo:
<<Non sapevo che venisse il presidente a cena per il Ringraziamento.>>
Dopo questa battuta, mio padre si mise a ridere e mi diede il cinque. Era bello dopo tante lacrime, vederlo così di buon umore:
<<Bella questa Aaron!>>
<<Ma Michael, è dei tuoi genitori che stiamo parlando.>> Disse mia madre.
Ancora una volta ribadì sorridendo mio padre:
<<Ah non sapevo, che mio padre fosse stato eletto presidente?>>
Quella sera, si respirava un'aria di allegria, che in casa mia, non si vedeva da un po' di tempo.
Infatti Karen prese la palla in balzo:
<<Papà ma adesso, me la comprerai la bici?>>
<<Vedremo tesoro mio.>> Rispose mio padre.
Non le diede alcuna certezza sicura, ma quel "vedremo" la fece ben sperare. Per l'età che aveva, Karen era molto comprensiva (se pure fosse una peste), le bambine della sua stessa età già chiedevano, smartphone ed abiti firmati, ma Karen no. A lei bastava davvero poco per essere felice, e di questo il merito va ai miei genitori, che le hanno fatto capire fin da piccola il valore delle cose. Finito di cenare, salì in camera mia, presi il cellulare e chiamai Diana.
<<Ehi Diana! Come va?>>
<<Tutto bene Aaron, grazie.>>
Pur conoscendo mia madre, e sapendo che avrei mandato per aria tutti i suoi piani, feci una cosa senza pensarci su due volte:
<<Senti Diana, domani è il Ringraziamento, mi chiedevo se ti andava di venire a cena da noi.>>
<<Oh Aaron, sei molto gentile, ma domani mattina parto insieme alla mia famiglia, andiamo ad Atlantic City. Passeremo il ringraziamento dai miei nonni paterni, resteremo lì a dormire.>>
<<Ah, che peccato, mi avrebbe fatto molto piacere averti con noi.>>
<<Anche a me avrebbe fatto piacere, ma non posso dare buca ai miei.>>
<<No, ma infatti tranquilla, avrei dovuto chiedertelo prima.>>
<<Non mancheranno occasioni Aaron.>> Mi rispose sorridendo.
In effetti, io avrei magari potuto aspettare altri due, tre giorni per invitarla, che idiota fui.
<<Quindi, domani partenza per Atlantic City?>> Le chiesi.
<<Si, credimi, sarà dura alzarmi presto, un giorno avevo per potermi riposare, ed invece mi tocca alzarmi alle 6.>>
Se pur a malincuore le chiesi:
<<Vuoi andare a dormire? Non vorrei essere una causa ulteriore di perdita di sonno.>>
<<Sei una spasso Aaron, lo sai? Comunque, ok vado a dormire. Domani mi aspetta un viaggio lungo in auto.>>
<<Buonanotte Diana, fai sogni d'oro.>>
<<Grazie, buonanotte anche a te. Bacio.>>
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Io ti resto accanto
RomansaQuesta storia si svolge nella New York dei giorni nostri. I protagonisti sono due ragazzi newyorkesi, poco più che adolescenti. Aaron, non è il classico ragazzo bastardo, che tratta le donne come fossero oggetti, ma è un ragazzo con la testa sulle s...