14. Sette Giorni

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E' davvero l'unico modo?

L'unica risposta possibile è affermativa. Sì, non c'è altra soluzione. E' passata una settimana, sette giorni durante i quali altri tre ragazzi sono scomparsi.

Due di essi sono stati ritrovati morti, nelle stesse condizioni di Morgan Jackson. Come il primo anch'essi sono stati rinvenuti sulle sponde di canali, in diverse zone della città.

Gli altri sono ancora introvabili. E' forse una buona notizia? Di quali atrocità sono ancora protagonisti?

Sette giorni di indagini frenetiche.

Sette giorni senza John.

Sì, perchè è giusto così. Lui ora ha Kim e Kim ha lui. Io ho la mia indagine.

Non posso permettermi distrazioni. Non posso permettere che qualcun altro paghi per la mia incapacità di risolvere questo caso.

- Quando cercherai una casa? -

La voce di Mycroft è un ronzio fastidioso che rallenta i miei pensieri. 

- Perchè dovrei? -

- Non ti da fastidio sapere di aver bisogno di me? - 

Cosa ci fa a casa a quest'ora? Non dovrebbe essere impegnato in qualche caso di importanza mondiale? Stranamente il tempo per danneggiare le mie indagini lo trova sempre.

- Io non ho bisogno di te Mycroft. Ho solo seguito la soluzione più logica. Avevo bisogno di un campo base dopo aver lasciato la casa di John e sei l'unica persona che io conosca con un attico a Londra posto al centro della città cosicché ogni punto della metropoli sia facilmente raggiungibile. Devi ammettere che per chiunque sarebbe stata una prospettiva allettante venire a vivere qui. Il servizio in camera è impeccabile.-

- Allora la questione è un'altra. - mormora lui. Quasi come se stesse parlando a se stesso.

Gli piace guardare fuori dalla finestra. Si sente potente, qui, in alto. Può osservare le vite altrui susseguirsi frenetiche. Può compiacersi crogiolandosi nei problemi degli altri consapevole che il suo potere è maggiore di tutto quello delle altre persone sommate insieme. Basta una sua parola e un edificio può essere fatto crollare. Basta che lui firmi una lettera e determinate persone possono scomparire.

Possibile che non sappia nulla riguardo agli omicidi dei ragazzi?

O vuole solo divertirsi ad ostacolarmi.

Come ogni volta.

Il gioco si sta facendo monotono.

Lui sta continuando a parlare, con quel suo tono piatto.

Si scrocchia le nocche della mano destra. 

- Mi chiedo come mai tu e John vi siate lasciati. -

Sarà anche il maggiore, tra di noi, ma a volte somiglia più ad una sorellina piccola. La semplicità dei suoi pensieri mi sconvolge. Non è in grado di andare al di là delle misere apparenze.

Lascio che la mia mente si allontani da questo mondo. Che si elevi ad un livello superiore. Un livello immateriale, dove tutto è possibile e spiegabile in una sequenza di concatenazioni ovvie.

Devo unire i puntini. Devo mettere a fuoco l'immagine. Devo far cadere le tessere del domino nel giusto ordine.

Cosa avevano in comune le vittime?

Si è sempre trattato di individui maschili, dall'età compresa tra i dodici e i quindici anni.

I soggetti si differenziavano per personalità, stile di vita, condizione economica, scuola e ambienti frequentati nel tempo libero, etnia, religione...

Una serie di indizi vanno a sommarsi, ordinati. Una lista della spesa.

Il modus operandi utilizzato è stato uguale o simile: i ragazzi sono scomparsi tutti mentre si trovavano fuori casa, sono stati sorpresi in strade senza testimoni. Non ci sono sospettati. Devono sapersi muovere velocemente, senza dare nell'occhio.

Devono?

Sì, sono più persone, per forza. Un solo uomo non potrebbe operare su una così vasta larga estensione di territorio.

I cadaveri hanno mostrato che tutte le vittime sono state sottoposte allo stesso...trattamento.

Perfino la mia freddezza viene incrinata a ripensare a ciò che è emerso dall'autopsia. 

Molly era sconvolta quando sono passato a chiederle i dettagli in obitorio.

I ragazzi sono stati violentati.

Non esiste una maniera per alleggerire il fatto.

Questa è la verità, nuda, cruda e spietata.

C'è qualcuno, a Londra, che si diverte ad approfittare di giovani ragazzi, ancora innocenti, per puro divertimento.

Per poi togliere loro la vita.

Ma in fondo, come potrebbero vivere dopo un trauma simile.

Non riesco a credere che la mentalità umana sia capace di concepire una crudeltà del genere.

Dopo l'atto, che poteva essere singolo o ripetuto, e questo è variato da soggetto a soggetto, i ragazzi sono morti soffocati e poi sono stati buttati nei canali.

Non c'era acqua nei loro polmoni. 

Ma perchè i canali? 

Piano piano tutto sta prendendo un senso. Ripercorro coi passi della mente le strade che probabilmente sono state scenari dei rapimenti. Tombini.

Ogni strada di Londra presenta tombini ogni, massimo, quindici passi.

Sono più frequenti delle uscite della metro. Sono più ramificati.

Sono ovunque.

Collegano la città nell'ombra.

Passano inosservati.

I canali...

Attraverso i canali si liberano degli scarti. 

Questo significa che sotto Londra sta prolificando una società intera. 

Vivono come ratti nella sporcizia e emergono solo per arraffare ciò che è di loro gradimento e, quando hanno finito, ci restituiscono la spazzatura.

Non riesco a trattenere un brivido di gelo che mi serpeggia lungo la spina dorsale.

Ho sempre amato la mente criminale. Riuscire a insinuarmi nei loro pensieri. Capirli, riuscire a prevederli.

Ma questa volta non si tratta di crimini comuni. Questa volta persino la mia mente potrebbe cedere.

Sette giorni per mettere a posto i pezzi.

Sette giorni senza John. Ne seguiranno altri. Ho sbagliato a volerlo riportare in questo mondo.

Il mondo è un posto spietato. E' freddo.

E John merita di stare al caldo.

Remember | BBC Sherlock Fanfic #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora