32. Sotto un nuovo Re

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Il cambio della guardia.

Secondo Reina è quello il momento perfetto per agire. Accucciato nell'ombra osservo la tenda del Re. Ogni tanto sono persino sicuro di sentire le sue risa folli. Mi chiedo di che umore sia Gibbs oggi.

È stato senza dubbio uno degli avversari più interessanti contro i quali mi sia mai trovato. La sua psicologia complessa e imprevedibile lo rende un antagonista brillante, affascinante.

Sottolondra mi attira ogni istante di più, così come il suo sovrano. Lentamente, escludendo il fetore dei canali sto cominciando a riconoscere i profumi del mercato. Oggi, per la prima volta, ho vagato con coscienza tra le bancarelle.

Per un istante ho goduto del suo gusto eclettico, i suoi colori che riescono a brillare alla luce delle fiaccole. Ho visto tavoli completamente coperti da vasi colmi di spezie, come se mi fossi trovato tra le vie di Marrakech, dai profumi forti e penetranti. Un istante dopo ho mosso i miei passi tra abiti dalla foggia antica, sfarzosa, in un viaggio a ritroso nel tempo fino a tornare all'antica nobiltà londinese dell'ottocento. Mi sono stupito di vedere uomini davvero abbigliati in quel modo, atteggiarsi addirittura in modo cortese.

Il contrasto tra tutto questo e il contrabbando di meta-anfetamine e il commercio di bambini mi ha provocato la nausea.

Provo disgusto verso il fascino che provo nei confronti di questa società, ma non posso fare a meno di credere che la colpa sia da attribuire a Magnussen. Non mi è difficile immaginare come questo luogo potesse essere, un tempo, privo del suo lato oscuro.

Charles Magnussen deve aver visto tra questi cunicoli che si diramano come tentacoli un terreno fertile dove far attecchire i virgulti del suo lavoro sporco, per poi raccoglierne i profitti a spese di altri che nel suo piano perfettamente congeniato ne avrebbero avuto la colpa assoluta.

Forse col giusto Re, Sottolondra potrebbe tornare al suo antico splendore.

Vengo distratto un istante dal suono di una tromba. Nella piazza sta per svolgersi una manifestazione, una sorta di bizzarra festa, e un fiume di colori irrompe da uno degli sbocchi secondari.

Gli uomini e le donne vestiti di piume colorate si lanciano nella piazza in una serie di acrobazie e danze al ritmo della musica frenetica. Per la prima volta scorgo tra gli abitanti anche dei piccoli volti.

I bambini nati tra gli Esclusi hanno fatto capolino nella piazza mano nella mano delle loro madri e osservano curiosi lo spettacolo che si sta svolgendo al ritmo di una musica che non ha nulla di diverso da quella dei circhi della mia Londra.

Vorrei che John potesse vedere tutto questo. Vorrei che aprisse gli occhi come ho fatto io. Gli Esclusi non sono i carnefici, sono solo le vittime.

Non starai diventando sentimentale.

Mi redarguisce la voce.

Torno a focalizzarmi sull'obiettivo escludendo ogni altra forma di sogno ad occhio aperti. La confusione della festa gioca a nostro favore e non manca molto al raggiungimento del mio obiettivo. Stringo più forte la presa sul pugnale e aspetto con pazienza, contando i respiri.

È mentre si stanno esibendo i giocolieri che una delle due guardie fa cenno all'altra.

È spazientito. Gli uomini che dovrebbero dare loro il cambio sono in ritardo.

Sorrido nella penombra, un sorriso di scherno. Se solo sapessero che in questo momento Reina i sta occupando di loro non sarebbero così furiosi. Anche a distanza riesco a intuire cosa si stanno dicendo, le parole sono chiaramente leggibili sul loro labiale. Credono che i loro compagni siano andati a ubriacarsi alla festa e che si stiano godendo le attenzioni di qualche donna del luogo. Non sono poi così lontani dalla verità.

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