4.Londra

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-Io sono Sherlock Holmes-
Sembra che questo dovrebbe significare qualcosa, sento che dovrebbe significare qualcosa, ma nella mia testa questo nome suona a vuoto.
Forse un compagno di università?

Dimentica John.

Un giramento di testa mi costringe a risedermi.
Chi è lui?
E cosa ci fa in casa mia?
Do voce a questo mio ultimo interrogativo. Lui sembra preoccupato per la mia salute. Sembra quasi un mio caro amico. Si comporta da amico premuroso. Ma come potrei non ricordare una persona cara?
Forse non sono io ad essere pazzo. Forse è lui.
Meglio assecondarlo.
Sì farò così.
Lui intanto mi sta rispondendo:
-Sono venuto a trovarti...io sono tornato.-
Questa frase sembra nascondere significati più profondi di quelli che appaiono al di fuori.
-Tornato da dove?-
Senza dubbio è una storia curiosa.
-Davvero non ti ricordi niente?-
Sembra combattuti tra l' essere incredulo e disperato.
-Cosa dovrei ricordare? Prova a darmi qualche indizio...-
Sono molto scettico, ma per ora non sembra un individuo pericoloso, meglio tenerlo sotto controllo finché è tranquillo.
Lui sembra però riluttante. Mi osserva con occhio clinico, lo stesso sguardo con cui io osservo i pazienti in ambulatorio che sostengono di poter camminare quando è chiaro che hanno un ginocchio rotto.
Sembra sondare il terreno:
-Ti dice niente Cambridge?-
-È l' università che ho frequentato, mi sono laureato da poco.-
Lui annuisce paziente come se avesse ricevuto una conferma. Ma una conferma a cosa?
-Bene. Ti dice niente "stanza 221"?-
-Ovvio era la mia stan...aspetta un attimo, si può sapere come fai a sapere queste cose?-
Lui non da peso alla mia interruzione e continua fissandomi serio:
-Ti dice niente 221 b...-
Rispondo prima che lui finisca: -Era la stanza vuota.-
-...e coinquilino?-
Coinquilino? Quella stanza era vuota. Sono sicuro. Ho passato il mio soggiorno a Cambridge chiedendomi come mai nessuno la occupasse.
Forse...Forse non era sempre stata vuota. Io avevo conosciuto il suo occupante.
Sì. Deve essere così.

Dimentica John.

È tutto confuso. Ho dei ricordi sfocati. Come ricordi di un sogno. Non di una realtà vissuta. Respirata.
Sento quella voce scoppiarmi nella testa. Mi ordina di dimenticare.
Ma dimenticare cosa?
Ora è di nuovo tutto buio.

***

Il sistema di difesa di John si è radicato troppo nel profondo. Ha avuto due anni per andare a danneggiare ogni memoria che contenesse la mia immagine.
Farlo ricordare sarà più difficile del previsto.
E ancora non so se sia la soluzione giusta.
Lui è svenuto di nuovo. Deve essere così che opera il suo subconscio per proteggerlo.
L'ho fatto stendere di nuovo sui cuscini.
Poi ho chiuso la porta alle mie spalle e me ne sono andato.
Andartene è la tua specialità
Questa volta tornerò.

Ma ora c'è qualcun altro che merita di sapere la verità. Per John ci sarà tutto il tempo.

Mycroft ha detto che collabora con la polizia. Lo avrei immaginato, con le sue capacità e il suo interesse per i crimini non poteva andare altrimenti.
La pioggia si è interrotta ma l' aria è ancora impregnata di umidità.
Alle particelle molecolari dell'aria rimane intrappolata la co2 e le altre sostanze inquinanti liquide e gassose che fluttuano nell'aria.
Questa miscela prende il nome di particolato e si infila nei miei polmoni riempiendoli  dell'odore della città. Un odore sgradevole. L'odore dello smog e dei gas di scarico.
Ormai la gente sta diventando insensibile a questo odore. Lo respirano da così tanto tempo che per loro è la normalità.
Come John. O meglio: come il subconscio di John che lo ha convinto che i ricordi alterati che possiede siano la realtà.
In un attimo mi concentro sulla pianta della città.
Da Baker Street a Scotland Yard sono 50 minuti a piedi. Troppi. Sarà meglio prendere un taxi. In una giornata normale ci impiegheremmo circa 23 minuti, ma il traffico di oggi rallenterà la corsa. Tempo stimato: minimo mezz'ora.
Certo che John poteva prendere casa vicino alla centrale, sarebbe stato più comodo per seguire i casi.
Aspetto che una macchina pubblica si trovi sulla strada e alzo un braccio.
-Taxi-
Quello mi passa accanto sfrecciando impassibile e solleva uno spruzzo d'acqua che non faccio in tempo a schivare e mi trovo i pantaloni fradici.
Soffoco un borbottio alterato e cerco di individuare un'altra auto.
Quella non tarda ad arrivare e l' autista pare più cordiale del precedente dato che si ferma per caricarmi.
-Scotland Yard-
Lui annuisce e riparte lasciando che le ruote arranchino sull' asfalto bagnato.
Io tento per un istante di lasciare i pensieri distanti, ma per il mio cervello sembra impossibile lasciarmi un minimo di tregua.
Le storie delle persone mi scorrono davanti agli occhi, al di là del finestrino su cui sembrano gareggiare le goccioline sospese che scivolano verso il basso, un po' in obliquo, attirare dalla forza di gravità e spinte dalla velocità dell' auto.

***

Ancora un' ora è sarò libera di andare a casa. Non che non mi piaccia il mo lavoro, ma questa sera c'è una novità, qualcosa che mi costringe a guardare di continuo l' orologio con impazienza e trepidazione. Anche un pizzico di ansia.
Ho un appuntamento.
È da tanto che non esco con un ragazzo e le pause caffè con Anderson rientrano di più nella categoria "condanne a morte" che incontri di piacere.
Sto cercando di evitare di fare un bilancio delle mie storie passate ma è quasi impossibile: i pensieri sgradevoli ti colpiscono sempre a tradimento mettendoti al  tappeto in una sola azione.
Al liceo c'era stato Ross. Il mio primo amore; misterioso, orfano (e lì deve essere entrato in gioco il fattore della "crocerossina che si innamora del suo paziente"). Un giorno, dopo che mi ero convinta di essere invisibile ai suoi occhi, mi aveva chiesto di uscire. Solo durante il nostro appuntamento ho scoperto che mi aveva fatto quella proposta solo per aver perso una scommessa con gli amici. Incredibile come possano essere stronze certe persone al liceo...
Per un po' mi ero tenuta lontana dal campo sentimenti. Non era la mia strada.
Poi era comparso Lui che ha stravolto tutti i miei principi.
Ma era come un guscio troppo duro da spaccare. Impossibile per me e chiunque altro accedere alla sua parte emotiva. La sua parte umana. Aveva escluso con minuziosa attenzione tutto ciò che di sentimentale avrebbe potuto esserci in lui.
Quando ormai mi ero convinta dell' impossibilità di una relazione con un asperger [1] ho pensato bene di cominciare una storia con un pazzo schizzofrenico.
Ma io, all' inizio, mica lo sapevo di questa sua mente controversa e psicopatica.
Jim Moriary.
Cosa c' è di sbagliato in me che mi spinge a provare attrazione per le persone dalla mentalità inquietante?
Jim...la rabbia mi invade al solo pensiero. È stato lui ad ucciderlo ne sono sicura. Ma non sono mai state trovate le prove.  Non è più stato trovato nemmeno lui. Ha lasciato l'università quella notte,  senza lasciare alcuna traccia. Come se non fosse mai stato lì.
È stato un trauma. Confesso che dopo quell'anno scolastico ho cominciato ad andare in analisi per cercare di dare un senso a tutto quanto. Gli omicidi misteriosi, la morte di Sherlock Holmes, la scomparsa di Jim, il distacco apatico di John...ho dovuto superare tutto questo.
Ma ho vissuto una rinascita e questa sera potrò godermi una cena guardando negli occhi un ragazzo che non avrà nello sguardo una luce di follia.
Fa il bibliotecario. Sarà almeno lui una persona sana?
Potrò per una volta innamorarmi di una persona il cui hobby non è uccidere coetanei?

Certe volte però mi faccio paura da sola; ho ormai elaborato la capacità di gestire pensieri cinici mentre osservo un cadavere dal colorito certo che la scientifica ha deposto sul lettino dell' obitorio, Affiancando il tutto a riflessioni sulla mia vita quotidiana.
Getto ancora uno sguardo alle lancette e con tristezza mi rendo conto che sono passati solo cinque minuti dalla volta precedente.
-Credo che questa sera Peter ti attenderà un po' più del solito-
Questa voce.
Non può essere.
Mi devo voltare?
E se fosse solo un' allucinazione uditiva? Prodotta forse dal troppo pensare a lui.
Se mi giro e lui non c'è...questa illusione avrà fine.
Non può essere.

***

Vedo le spalle di Molly tremare leggermente.
Lei non mi ha dimenticato.
Ora si girerà.
Solo un ultimo istante.
Solo osservandole la schiena posso intuire che non è cambiata per nulla. Ancora i capelli stretti in una coda di cavallo. Ricordo perfettamente i suoi occhi nocciola. Come lì avevo definiti insignificanti...
Si volta.

In un istante sento un bruciore caldo irradiarsi dalla guancia.
I suoi occhi sono gelidi.
-Perché?-
Mi sarei aspettato di sentirla urlare. Invece il suo tono è basso. Sottile.

Note:

[1] Autistico ad alto funzionamento

***
Angolo autrice: questo capitolo l'ho scritto di getto..mi è piaciuto entrare nella testa di Molly, credo proprio che in questa storia approfondirò maggiormente il suo personaggio.

Remember | BBC Sherlock Fanfic #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora