9. L'universo non può essere così pigro

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Sherlock osserva ogni centimetro della strada sulla quale mi ha trascinato. Non abbiamo scambiato molte parole mentre percorrevamo Forest Road. O mentre percorrevamo Earlham Grove Road.

Sì, Sherlock ha ipotizzato due differenti percorsi che Morgan può aver seguito per giungere, o non giungere, a destinazione.

Vedo i suoi occhi fissarsi per pochi istanti su ogni dettaglio infinitesimale, che a me pare un nulla. Osserva vie secondarie, crepe nei marciapiedi, finestre aperte e porte sbarrate. Gira un paio di volte attorno al chiosco di un un'edicola per poi fermarsi a chiedere all'edicolante se ha mai visto Morgan Jackson passare di lì. Ha con sé una foto del ragazzo.

L'uomo, un signore sulla cinquantina con i capelli che tendono a diradarsi verso il centro e un prominente naso aquilino, non ci pensa due volte a rispondere:

-Certo che l'ho visto! Passava di qui quasi tutti i giorni e ogni tanto si fermava a comprare qualche rivista. Un bravo ragazzo a mio parere. -

Sherlock annuisce impassibile.

-Che tipo di riviste? -

L'uomo saluta una signora anziana che si è messa silenziosamente in coda alle nostre spalle.

-Mah tutte robe scientifiche. Gli tenevo da parte Focus e altri giornaletti del genere. -

Qualcosa mi dice che Sherlock aveva già ipotizzato questa risposta. 

Salutiamo ringraziandolo per il suo tempo e lo lasciamo a chiacchierare con l'anziana signora.

Siamo ormai verso la fine di settembre e nell'aria, fino a qualche tempo fa ancora afosa, comincia a sentirsi l'aroma dell'autunno, con la sua umidità rinfrescante e le sue piogge grigie e intense.

Un paio di gocce segnano l'asfalto, ma il cielo non sembra intenzionato a scaricare su Londra un vero acquazzone.

Continuo a seguire il mio "nuovo" amico e non posso fare a meno di chiedermi quale sia il mio scopo qui.

Però non ho il coraggio di domandarglielo perché ho paura di sentirmi rispondere qualcosa che il vecchio John avrebbe trovato ovvia e abitudinaria.

Quindi mi limito a seguirlo in questo bizzarro ripercorrere le stesse strade a ritmo discontinuo e non apro bocca.

-Bene. - esordisce Sherlock quando ci troviamo davanti alla Stratford Library -Dimmi cosa ne pensi. -

-Come? -

Lui sembra spazientirsi:

-Quali sono le tue opinioni?-

-Le mie opinioni? -

-Ti sei trasformato in un pappagallo? Sì, John, le tue opinioni, perchè altrimenti ti avrei portato?-

Non obietto trovando il tutto molto sensato e penso a qualcosa, di altrettanto sensato, da rispondergli.

E mi rendo che non ne ho la minima idea.

Ho visto delle strade. Delle banalissime strade esattamente uguali a tutte le strade di Londra.

Strade.

-Strade. -

Non volevo dirlo. Eppure quella stupida parola mi è proprio sfuggita dalle labbra.

Sherlock inarca un sopracciglio e smette di guardarmi rivolgendo la sua attenzione alla libreria.

-Credi sia il caso di entrare? - domando per cambiare discorso.

-E perchè mai? - domanda a sua volta senza nemmeno voltarsi.

-Cosa potrebbero dirci che già non sappiamo? Che frequentava assiduamente la libreria? Che tutti lo conoscevano? Che passava il tempo alternandosi tra il reparto di scienza e quello di storia? E  che mercoledì nessuno l'ha visto alla riunione? -

Remember | BBC Sherlock Fanfic #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora