23. Sotto Copertura

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- Possibile che non ci sia altra scelta? -

Preoccupazione: una reazione involontaria ad una situazione sconosciuta. Esattamente come la paura...ma in fondo non sono che due emozioni collegate secondo il principio di causa effetto.
John è preoccupato e la preoccupazione è la conseguenza alla paura.
E la paura a cosa è conseguente?

Scuoto il capo. È l'unica soluzione e sono pronto a farlo.

- Fai attenzione. -

Ho sempre considerato questi consigli molto irritanti perché il loro valore è assolutamente nullo, come se io non fossi in grado di ricordarmi di non finire nei guai solo perché qualcuno mi ha detto "fai attenzione". Mi sembra logico che farei attenzione a prescindere.
Ma non intendo esternare questi miei pensieri, non ora, non davanti a John che nell'ultimo periodo ha visto la sua vita rivoltarsi completamente, mostrandogli un passato che ignorava, un seconda stesura della sua vita, un po' come vedere la pellicola originale di un film dopo che alla televisione avevano trasmesso la versione ridotta.

Eppure, se non con qualche fastidiosa osservazione, non so come rispondere al mio amico fidato. Sono sempre stato distaccato, apatico, e ancora non sono in grado di muovermi nel territorio minato delle emozioni  anche se mi rendo conto di come questi "sentimenti" possano talvolta recare sollievo alle persone. Questo lo capisco, ma non capisco come possa accadere.
Provo a mettermi nei panni di John...dovrebbe essere solo ammirato del mio intrepido coraggio e appoggiare la causa senza remore e invece sembra non condividere questa idea per il semplice fattore che sarò io a compierla.

Quindi, mi chiedo, i sentimenti sono davvero così importante per far girare il mondo? Certe volte sembrano solo ostacolare ciò che sulla carta, nel ragionamento, è così ovvio e necessario. E ora John non è che un ostacolo, qui, davanti alla porta come se con la sua sola presenza potesse impedirmi di scendere ancora una volta all'inferno. Come se bastasse la sua domanda così banale "è proprio necessario?" a rendere tutto il piano non più necessario.

Ma lo è, necessario, quindi faccio un passo avanti e lui si sposta, lasciando libero il passaggio.

I vestiti sporchi mi si appiccicano addosso e la pioggia mi scorre tra i capelli, arricciandoli.
Io e John proseguiamo con calma sul marciapiede. Ormai ci siamo quasi.
Ieri siamo giunti alla conclusione che l'unico modo per fermare una volta per tutte Magnussen e far crollare l'impero del Re sia infiltrarsi nella sua rete di criminali, guadagnare la sua fiducia e farlo crollare dall'interno, distruggere il suo formicaio dalle fondamenta.

I servizi segreti britannici non approverebbero mai un'azione così immediata, senza la giusta preparazione sul campo, ecco perché Mycroft si è visto costretto ad appoggiarmi, perché io ci sono nato, sul campo.
Sulla strada, dove vige la legge del più forte, mi so muovere, mi so mimetizzare. Come un camaleonte so rendermi invisibile, insignificante, un'ombra eterea.

Tutto il piano si basa su un'unica speranza: la remota possibilità che il mio recupero sia passato inosservato ai mille occhi sotterranei del Re.

Il commissario assicura che il "salvataggio" come lo chiama lui,  o "l'intrusione", come la penso invece io, sia stato compiuto da professionisti in maniera rapida ed efficace.

Se qualcuno dovesse chiedermi spiegazioni della mia scomparsa la risposta sarebbe tanto semplice quanto credibile: una dose eccessiva di eroina e sono rimasto ad agonizzare in un canale secondario, in mezzo ai topi, in bilico tra la vita e la morte. Ecco perché il mio aspetto deve sembrare sfatto e provato e la magrezza abbinata all'insonnia garantiscono un'ottima resa.
Si va in scena.

Greg e Molly sono al Regent Park ad attenderci.
Registro ogni dato attorno a me; la temperatura è più bassa della media, appena 18 gradi, insolito per questa stagione. Alcune giovani coppie siedono tranquille in un bar. Un signore è in attesa di una donna. Primo appuntamento. Guarda insistentemente l'orologio al polso e si sistema la cravatta. Ha portato dei fiori, non rose, costano troppo e non conoscendo i gusti della donna ha deciso per un mazzo misto.
Appena ci presentiamo al luogo prestabilito per il breve incontro Molly ha una reazione inaspettata.

Del tutto imprevedibile.

Si slancia verso di me di un passo e mi abbraccia.
Non ho nemmeno il tempo di reagire; in una frazione di secondo sento le sue mani contro la mie schiena umida e il battito del suo cuore accelerato contro il mio petto.

Frequenza: 230 battiti al minuto.

Ansia.
Ansia che va a completare il quadro di emozioni già dipinto da John.

Ma in questo abbraccio devo leggere anche qualcos'altro?

- A volte le persone perdonano. - sussurra Molly come a rispondere ai miei pensieri.

- Molly...- interviene Greg con una certa fretta, pur mortificato dal doversi intromettere.

Quando Molly si stacca dall'abbraccio mi chiedo se non avrei dovuto ricambiare, mostrare lo stesso slancio, ma l'empatia è un altro comportamento umano al quale non riesco ad abituarmi.

- Ogni due giorni ci sarà un informatore ad uno degli ingressi alle fognature. Il punto di incontro cambierà sempre, in senso antiorario a partire da qui e anche l'orario sarà variabile: ogni due incontri un' ora prima, dopo sei incontri si riparte. È bene che tu riesca a trovare un modo per riconoscere le ore da lá sotto e sarà meglio che non salti nemmeno un incontro altrimenti al diavolo la copertura, noi veniamo a recuperarti, chiaro? -

Il commissario Lestrade espone tutto ciò in maniera fluida e chiara, mantenendo il contatto visivo.
Mi chiedo se io non lo abbia sottovalutato troppo spesso, in fondo conosce il suo mestiere.

John non ha più aperto bocca da quando siamo usciti di casa. Ogni tanto mi guarda di sottecchi come a voler scorgere un accenno di ripensamento in me sul quale far leva per farmi cambiare idea.

Ma io sono pronto e tra sette minuti dimenticherò il colore del mondo rinchiudendomi volontariamente in un mondo in toni di grigio.

Guardo i miei accompagnatori negli occhi e annuisco, per rassicurarli, ma mio malgrado io stesso devo soffocare un tremore prima di muovere i primi passi verso la Londra di Sotto.

- Sherlock! - la voce di John mi trattiene.
Non mi volto.
- Ti ricordi cosa avevi scritto nella lettera? -

Il buio mi inghiotte.

Certo John. Saremo sempre io e te contro il resto del mondo. 

***
Quanto odio scrivere dal cellulare!
Scusate gli errori e saluti dalla Francia :)

Ps: per ringraziarvi dei 2mila voti raggiunti da "anche un orologio rotto " pensavo ad una bella JohnLock oneshot tra i campi di lavanda e Parigi...

Remember | BBC Sherlock Fanfic #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora