11. Aiutami

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Sento una presenza al mio fianco.
Ma c'è anche qualcos'altro. Percepisco umidità, freddo che sale dal terreno. C'è puzza, un odore acre che mi avvolge.
Mi sento sporco.
Più la lucidità si impossessa del mio corpo più divento consapevole che non si tratta di un sogno.
È tutto vero. È tutto qui.
Ma dov'è qui?
Apro gli occhi, ma è come se non l'avessi fatto. È tutto così buio.
Buio e umido e freddo.
Qualcosa si muove rapido nell'oscurità. Un ratto. Sento le sue zampette spostarsi sulla pietra ruvida, sguazza in una pozzanghera.
Squittisce.
Percepisco la sua paura.
Percepisce la mia paura.
Il cuore comincia a pompare nel petto. Dopo un attimo di smarrimento il panico mi sta invadendo.
Qualcos'altro. Si muove. Non è più il topo. È qualcosa di più grande.
Gli occhi si stanno abituando a questa penombra: c'è una fessura sul soffitto e una sottilissima lama di luce vi si fa strada.
Quello che vedo mi terrorizza. Grido.
Ho la sensazione che nessuno mi sentirà.
O che quelli che mi sentiranno non saranno interessati alla mia sorte.
Sono due occhi pallidi ad essersi fissati su di me provocando terrore. Sono incavati in un viso bianco come il marmo e sono cerchiati da occhiaie scure e profonde. La luce nei suoi occhi è puro terrore. E odio.
Sì, vi leggo un odio che mi getta nel panico più assoluto.
Che cosa sta accadendo?
Dove sono? Chi sono?
A quali domande so ancora rispondere?
Perché sono qui?
Il viso comparso dalle tenebre si è ritirato terrorizzato quando ha udito il mio grido. Si muove come il ratto di poco fa: rapido, con movimenti rigidi della testa, si muove a quattro zampe in questo spazio ristretto.
C'è qualcosa che non avevo notato che mi sorprende. Come ho fatto a non accorgermene prima? È ovunque.
Il rumore. Il caotico caos che rimbomba da ogni parte a ritmo con il mio cuore impaurito e con il mio pensiero confuso.
C'è musica, forse, ma non è una musica consueta, è cupa, profonda, a tratti meccanica, a tratti ricorda le musiche tribali.
Sento un rumore di chiavi.
Uni sportello si apre di scatto gettando nello stanzino una luce che sembra venire dalle profondità degli abissi. Per quanto luminosa non illumina.
Il buio è troppo denso.
Una voce acuta segue la luce nella stanza dal soffitto basso. È acuta e stridente.
I miei occhi sono feriti dalla luce e non riesco a dare un volto alle parole che seguono:
-A chi tocca? -
Non so bene a chi si stia rivolgendo, ma una voce che arriva da poco più lontano mi rende chiaro che non si aspettava una nostra risposta.
-Che ne dite di...assaggiare quello nuovo? -
Chiudo gli occhi. Tutto prima o poi finisce.
Prima o poi ci si sveglia sempre.
Vengo afferrato dal colletto e trascinato fuori a forza.
Se esisti, ti prego Dio, aiutami.

***

-Nessuno sa ancora se la scomparsa di Thomas Fray sia collegata alla precedente sparizione di Morgan Jackson, la polizia ha comunicato che si stanno seguendo tutte le possibili piste. -
Questa volta sullo schermo appare la fotografia di un ragazzino biondo, dagli occhi azzurri e vividi. Nello scatto sta sorridendo all'obbiettivo, sembra felice. Thomas Fray, 12 anni. Scomparso questa mattina. È uscito per andare a scuola ma non ci è mai arrivato. Quando i professori hanno chiamato a casa per verificare la motivazione dell'assenza i genitori hanno appreso della sua scomparsa e hanno immediatamente chiamato le autorità.
-Credi che siano collegate le due sparizioni? -
Parlo senza nemmeno cercarlo con lo sguardo. So perfettamente che è nella sua stanza, probabilmente in quella sua strana posa con le mani giunte vicino alla bocca, e so anche che ha ascoltato le parole della giornalista del tg. A volte non c'è bisogno di chiamarsi Sherlock Holmes per intuire il comportamento altrui.
La sua voce risuona chiara: -Mi pare ovvio.-
Ovviamente...è ovvio.
Spengo il televisore quando l' edizione pomeridiana del telegiornale si conclude passado la linea al meteo.
-Non dovresti prepararti? -
È di nuovo la sua voce.
-E tu che ne sai, scusa? -
-Questa mattina ti sei fatto la doccia facendola durare più a lungo di una doccia normale, come fai ogni volta che devi vedere Kim. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, hai messo il profumo. A mio parere un po' troppo, lo sento da qui. Ti sei fatto la barba dimenticandoti l' angolino in ombra sulla destra del collo...e, devo andare avanti?-
- È bello avere una moglie che ti fa notare che hai mancato un pezzo mentre ti radevi- lo canzono io per evitare di dover congratularmi con lui ancora una volta perché ha indubbiamente ragione. 
-C'è solo un fattore che mi sfugge. -
Osserva spuntando sulla soglia di camera sua e osservandomi  come se fossi un quadro di pop art in una mostra sul Rinascimento.
- Cosa?! Tu, il grande Sherlock Holmes ammetti di esserti lasciato sfuggire qualcosa? -
Non posso fare a meno enfatizzare la mia frase, è troppo divertente!
Lui mi ignora volutamente e mi espone il suo dubbio:
-Hai messo una dose eccessiva di profumo per coprire lo sgradevole odore del sudore. La sudorazione è  un chiaro esempio di stress. Non hai mai mostrato questi segnali quando ti sei trovato in presenza della tua fidanzata. Quindi cosa sta alterando il tuo equilibrio? Vuoi chiederle di sposarti?-
Una risatina isterica mi sorprende e nego con insistenza.
-È ancora presto. - mi giustifico.
Lui continua a studiarmi e cominciò a sentirmi a disagio.
-D'accordo, mi arrendo. Questa volta la tua deduzione è stata quasi esatta. -
Calco sul quasi per indispettirlo.
-Nella tua deduzione hai svegliato solo un piccolo particolare molto rilevante-
-Impossibile-  nega lui stoico.
Quanto mi sto divertendo.
- Si dà il caso, mio caro consulente investigativo, che mi accingo ad uscire per una cena a tema lavorativo con la dottoressa patologica Molly Hooper. -
Un attimo dopo al posto del viso contrito di Holmes c'è la sua porta sbattuta con forza.

***
Angolo autrice: ok, che diavolo sta accadendo???

Remember | BBC Sherlock Fanfic #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora