capitolo 22

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Non sapevo più cosa fosse reale e cosa no, sapevo solo che era stato uno dei momenti più belli della mia vita. Ora ero lì, abbracciata a lui con la testa sul suo petto, sentivo il suo cuore battere forte, era una sensazione così bella, mi sentivo a casa. La mia beatitudine fu spezzata da Alvaro che si stava alzando -dove vai?- chiesi io -considerando che fino a mezz'ora fa ci stavamo urlando contro, penso sia il caso che vada- rispose lui -oh..- sussurra io delusa, non volevo che andasse via, avevo bisogno di lui, come sempre del resto.
-Rimani con me stanotte- gli proposi con un coraggio che non sapevo nemmeno io da dove arrivasse -sicura?- chiese lui, io gli feci cenno di sì con la testa. A quel punto Alvaro non se lo fece ripetere due volte e tornò sotto le coperte. Iniziò ad accarezzarmi dolcemente il viso, mi sentivo così bene, come se tutto il resto del mondo la fuori potesse aspettare, in questo momento c'eravamo solo io e lui.
-Perché fai così Matilde?- ruppe il silenzio Alvaro -non capisco- replicai io confusa -ora sei qua, accoccolata con me e ti vedo, non saprei come spiegarlo, quasi.. serena. Perché continui a respingermi allora? Mi confondi Matilde, non capisco cosa provi per me a questo punto- si spiegò lui -immagino sia perché ora sto semplicemente vivendo il momento com'è capitato, non ho fatto nulla che non volessi fare, e poi mi sono fatta prendere, quando mi hai baciata non ci ho più capito nulla. Quello che provo per te immagino sia abbastanza chiaro, non c'è molto da spiegare a parole. Queste settimane sono state un inferno Alvaro, io non voglio passare ancora una volta quello da cui ancora non sono uscita. Ecco perché ti respingo.- risposi io -ma tutta questa sofferenza si può benissimo evitare, lo sai- mi disse dolcemente lui -io non ho la minima intenzione di farti del male, non potrei mai. Al contrario non sai quanto male mi sono fatto a starti lontano per tutto questo tempo. Lo so che sono un cantante, che ho una vita movimentata, che vivo a Berlino mentre tu vivi... beh non ho ben capito ora dove vivi, che studi e non puoi seguirmi. Ma sono cose che possiamo superare Matilde, io mi sto trasferendo a Milano, anche se per ora momentaneamente, per partecipare alla giuria di xfactor, e per quanto riguarda i miei viaggi, puoi venire quando ne hai la possibilità e aspettarmi quando non ce l'hai- continuò poi, io risi per la sua confusione riguardo alla mia residenza, e risposi:-al momento vivo anche io a Milano, giusto per risolvere il tuo dubbio. Ad ogni modo, la questione è molto più complicata di così Alvaro, tu hai bisogno di qualcuno che possa stare dietro ai tuoi impegni, io non penso di poterlo fare- -io ho bisogno di te- replicò lui. Non avevo più parole, anche io avevo bisogno di lui -lo so che non sarà facile, ma dammi almeno la possibilità di dimostrarti che è fattibile. Guardaci ora, stiamo bene, perché non può essere sempre così?- le sue parole erano come un fulmine a cielo sereno, e in tutto ciò la sua mano stava ancora accarezzando teneramente la mia guancia -sto iniziando a preoccuparmi- disse scherzando -non capisco se non mi rispondi perché sei nel tuo mondo o perché ciò che ho detto ti ha inorridita- -io risi per il suo intervento dandogli una leggera pacca sul petto -era troppo che non ti sentivo ridere, amo quella risata- a quelle parole distolsi lo sguardo da lui imbarazzata -guardami Matilde- mi prese il mento con le mani in modo da alzarmi il viso e mi guardò negli occhi -ti amo- mi disse semplicemente.

Un amore quasi impossibile (Alvaro Soler) -In Revisione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora