capitolo 11

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Dopo quella notte non dormivo più, e se lo facevo l'unica cosa che vedevo era lei. A volte vedevo i suoi occhi tristi che mi guardavano, altre volte sognavo di rincorrerla e quando finalmente la raggiungevo e cercavo di abbracciarla lei spariva da me. Altre volte ancora avevo dei flashback dei momenti passati insieme, le passeggiate e le chiacchierate fatte fino a notte fonda.
Mai prima d'ora avevo sentito un vuoto tanto grande, si era portata in Italia con sé un pezzo del mio cuore, che sapevo non sarebbe più tornato.

Eppure, mentre i giorni sembravano non passare più, continuavo a ripetermi che non poteva finire così.
Tante volte avevo pensato di scriverle anche solo un messaggio per chiederle come stesse, ma mi sembrava davvero fuori luogo. Mi capitava spesso di chiedermi se anche lei provasse quello che provavo io, se anche io le mancassi, se anche lei stesse soffrendo quanto me, se anche lei fosse innamorata di me.
Non volevo che questo compromettesse la mia carriera, così pensai di rendere utile il mio dolore, scrivendoci delle canzoni, come già avevo fatto il precedenza.
Forse così avrei potuto trovare delle risposte, o semplicemente ricominciare.

Un amore quasi impossibile (Alvaro Soler) -In Revisione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora