capitolo 46

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Alvaro's pov
Cercai di far andare avanti la mia vita il più normalmente possibile, ma non era affatto facile. Tenevano sempre con me il cofanetto con dentro l'anello che avrei voluto darle, poteva sembrare una cosa stupida, ma non sapevo ancora lasciarla andare. Non l'avrei dimenticata facilmente, nonostante non stessimo assieme da moltissimo tempo mi aveva dato tanto, era una persona semplice nella sua complessità e che aveva saputo amarmi in un modo che non so spiegare, e si era fatta amare semplicemente essendo se stessa: averla per casa tutta sorridente che scherzava o semplicemente che stava accanto a me mi faceva sentire sereno.
Ad ogni modo aveva preso la sua decisione ed io dovevo rispettarla, non potevo obbligare nessuno a stare con me, mi era andata bene una volta e l'avevo convinta, ma forse non avrei mai dovuto nemmeno farlo e darle retta fin da subito, non era pronta e non le andava di stare col sottoscritto. Ma io la aspetto, perché non posso pensare che questa volta sia finita davvero. La aspetto la mattina appena sveglio, aspetto di vedere il suo viso sul cuscino coperto dai suoi lunghi e scuri capelli mossi. La aspetto durante il giorno, quando lavoro e aspetto un suo messaggio in cui mi dice che gli manco. La aspetto la sera, quando vado a dormire e aspetto di trovarla nel letto accanto a me, che si addormenta fra le mie braccia, col suo respiro caldo sul mio collo. La aspetto la notte, quando mi sveglio col batticuore per averla sognata, sperando di trovarla addormentata vicino a me con quell'espressione serena che metteva tranquillità anche a me.

Matilde's pov
Arrivata in Repubblica Ceca visitai ovviamente Praga, che già conoscevo. Amavo questa città, ma mi metteva una grossa malinconia, fra me ed Alvaro era iniziato tutto qua. Valentina se ne accorse ovviamente -vuoi cambiare tappa?- chiese poggiando una mano sulla mia spalla -no, è tutto okay, più o meno- risposi con un velo di tristezza nella voce -ti manca, vero?- chiese ancora lei -si, sopratutto stando qua. Non so come spiegare come mi sento al momento. L'ho lasciato e sono partita cercando ritrovarmi, senza capire che non era stando con Alvaro che mi ero persa, anzi, la sua presenza mi faceva solo bene. Se ripenso a come l'ho trattato, dio mio che stupida sono stata. Mi chiedo come sia possibile, avevo l'oro fra le mani, e l'ho buttato via.- risposi triste -lui ti sta ancora aspettando, in realtà penso non smetterà mai di farlo.- -non potrei mai tornare da lui, diamine, hai visto come mi sono comportata? Con che coraggio dovrei tornare e dirgli "ehi ciao, sono stata una stronza e me ne sono andata senza dirti nulla, ma ora ci ho ripensato e sono ancora qua", non posso farlo- -Matilde lui ti perdonerebbe, sai che lo farebbe. Se ciò che ti ferma è questo, beh superalo perché lui ti ama ancora.- rispose Valentina.
Non occorsero altre parole, avevo capito cos'era giusto fare finalmente, non me ne sarei più pentita, dovevo riprendermi ciò che era mio.

Un amore quasi impossibile (Alvaro Soler) -In Revisione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora