capitolo 10

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Alvaro's pov
Tornato a Berlino ripresi a lavorare normalmente: andavo in studio, programmavo le date del tour e così via. Ma dentro di me avevo sempre impresse le parole di Matilde, senza girarci troppo mi aveva detto che non avrei potuto renderla felice. Mi sentivo male, che dico, malissimo, finalmente dopo tempo avevo trovato qualcuno che apprezzasse me, non il mio personaggio, ma questa persona non mi voleva. Mi mancava, e non potevo fare nulla, perché di fatto io e lei non eravamo nulla.
Era davvero strano, un sacco di cose nella quotidianità mi ricordavano lei, il che mi faceva anche sorridere, mi chiedevo se l'avrei mai più rivista. Sapevo che a breve sarei tornato in Italia, più o meno entro un mese, ma lei avrebbe voluto vedermi? Non penso proprio. Chissà, magari si sta anche frequentando con un altro, magari qualcuno che può starle vicino e renderla felice come io non posso fare.

Erano le tre del mattino, mi svegliai di colpo, sudato, col batticuore e le lacrime agli occhi. Ora era anche nei miei sogni, che diamine dovevo fare per togliermela dalla testa? Lei era li, mi guardava coi suoi grandi occhi marroni, era quasi spaventata.. da me. Quando le tendevo la mano e cercavo di prenderla con me lei spariva. Non sapevo più cosa fare, era diventata un tarlo fisso nella mia testa e nel mio cuore.

Un amore quasi impossibile (Alvaro Soler) -In Revisione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora