Capitolo venti.

328 15 10
                                    


Alex

E' da cinque giorni che non la vedo, sono in una fottuta stanza di hotel e lei nemmeno si è preoccupata di sapere dopo stavo, io posso capirla davvero, ma tutto questo non va bene, io so di aver fatto i miei errori ma questo non giustifica la sua indifferenza nei miei confronti.

Ammetto che mi manca da morire, che questa stanza senza di lei non ha odori, non c'è nemmeno aria, non riesco a respirare è così fondamentale, non vedo nemmeno la differenza dei colori, è tutto così spento. Vorrei chiamarla, ma non posso farlo, non voglio, lei dovrebbe chiedersi dove sono, non conosco nemmeno il posto, il mio sentimento per lei sta distruggendo ogni parte di me, ma il dolore, il dolore che tutto ciò mi provoca è così piacevole che non riesco a farne a meno. 

Non sto mangiando nulla da cinque giorni, lei condiziona tutto. Prendo qualcosa dal frigo, lo richiudo e pochi secondi dopo sento il telefono squillare, il cuore inizia a battermi all'impazzata, prendo piano il telefono nella speranza di girarlo e trovare il suo nome sul display... E' lei, rispondo. 

"Pronto." Mi fingo indifferente.

"Ciao, senti lo so che non ci sono scuse, non mi sono fatta sentire per giorni e ha fatto male anche a me, non vorrai sentirmi ora."

"Infatti è così quindi possiamo chiudere?!"

"Alex ti prego ascoltami"

"No, non voglio sentire nulla da te, ti rendi conto della situazione in cui mi hai lasciata, io sono qui da sola, non conosco per niente questo posto del cazzo e a dirti la verità, ora come ora non so nemmeno perchè io sia qui." So che averle detto quelle parole è stato un duro colpo per lei, ma a momento non mi interessa nulla di quello che prova, mi sento così vuota, mi sento tradita e delusa. 

"Mi dispiace, per quanto valga."

"Non vale un bel cazzo, domani parto, torno a casa mia."

"No alex ti prego." 

"invece si, addio Piper."

Chiudo la chiamata senza nemmeno sentire quello che ha da dirmi, non mi interessa, preparo e mie cose e chiamo un taxi, dopo qualche minuto arriva e chiedo all'autista di portarmi alla stazione ferroviaria più vicina.

Nemmeno io so dove voglio andare precisamente, ma non voglio pormi un meta, voglio andare lontano da lei. Mi ha chiamata almeno altre dieci volte ma quasi non sentivo il telefono squillare. Metto le cuffie e mi concentro solo sulla mia musica. 

Quasi un'ora dopo arriviamo alla stazione, scendo e inizio ad ammirare il cartellone dei treni, prendo un biglietto a caso diretto verso Pittsburg, è un paesino piccolissimo, non mi troverà nessuno, ed è proprio quello che voglio, molte persone scappano per essere rincorse e cercate, beh questo non è per nulla il mio caso, ho bisogno di tempo per me, voglio pensare a tutto quello che è accaduto in questo periodo. 

Salgo sul treno e aspetto che parta, spero che questo viaggio serva.


Piper

Sono davvero una cogliona, non dovevo lasciarla sola, capisco la sua arrabbiatura, la capisco perfettamente, ma se lei mi avesse detto la verità dall'inizio tutto questo non sarebbe successo. Non posso dare però la colpa a lei per i miei errori.

Dio santo, mi manca, cazzo quanto mi manca, penso di impazzire è tutto così vuoto e piccolo senza di lei, mi sembra manchi l'aria in ogni posto, persino all'aperto. 

L'ho chiamata mille volte ma non ha risposto a nessuna delle mie chiamate se non alla prima che non è andata per niente bene, non so nemmeno in quale albergo sia, ha detto che la sua intenzione era quella di lasciare la città, e i miei presentimenti si fanno sempre più forti, la sento distante, non so dove sia ma so che è lontana da qui, in qualche modo lo avverto e non sento più nessuna parte del mio corpo, e se trovasse nel suo viaggio un'altra persona, non lo potrei accettare, non voglio che guardi un'altra con li stessi occhi con cui guardava me, o che faccia con lei le stesse cose che facevamo insieme. 

Mi sento così oppressa da tutti questi pensieri, ho bisogno di uscire da qui ora, predo le chiavi della macchia di Evelyn e vado via, non ho una meta, non ne voglio una, voglio solo andare lontano, in un posto che non mi ricordi lei. 

Entro in macchina e alzo la musica, così forte da non sentire nemmeno i miei pensieri, nella testa non ho altro che il suo nome, mi sta torturando, scoppio i lacrime, sono così frustrata e disperata, mi sento tanto una di quelle ragazze che vedi nei film a mangiare coppe intere di gelato, con un mega cucchiaio davanti ad un film strappalacrime con una scatola di fazzoletti. 

Dopo quasi un'ora di viaggio mi ritrovo sul punto di una montagna, riesco a vedere tutta la città, oramai è sera, la luna è alta in cielo, da qui sopra vedo l'immensità e mi rendo conto che siamo così piccoli rispetto a tutto questo, potrebbe essere ovunque e magari anche lei come me sta guardando questa luna, per ora è con me in qualche modo, è come se fosse qui al mio fianco. Dove sei amore mio, dove sei? 


Alex

Sono arrivata da qualche ora, ho preso una stanza in un hotel che si chiama 'blue garden', metto la mia roba nella stanza, salgo sul terrazzo di questo hotel enorme, c'è una piscina, è tutto bellissimo e pieno di luci, ma è anche tanto alto, non sento nemmeno le vertigini, nulla.                  Mi chiedo dove sia ora, cosa starà facendo, c'è una luna pazzesca oggi in cielo e spero che anche lei come me la stia guardando, da qua sopra vedo tutta la città, avrei tutto questo ora, ma nessun luogo ha senso senza di lei... dove sarà ora, dove? 


Two Queens,Just Love. #WATTYS2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora