31. Dell'organizzazione

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Non ne ho. O meglio, tento di prendermi per tempo ma niente. Sarà che mi voglio giustificare, parlando della mia concezione del tempo: a lunga scadenza.

In realtà, non è così. Mille impegni si accavallano senza che me ne accorga e l'agenda, a un certo punto, scoppia assieme alle mie difese immunitarie.

Risultato post-esplosione: osservazione del soffitto dal letto per un paio di giorni, senza avere la forza di girare la testa per guardare la parete laterale e cambiare, così, il panorama.

E intanto il programma si azzera, con mia immensa frustrazione e rabbia. Disapprovazione non nei confronti del mondo intero, ma di me stessa.

Con me non faccio mai pace, non esiste il perdono. Sono imperdonabile ai miei occhi.
Che sarà mai annullare tutto?
Che sarà mai? Me lo dico io!
Ogni volta cado sullo stesso punto.

L'anticipo.

Perché prevedo, sì, ma tanto lascio correre. Pace all'anima mia. Quanta pazienza con me stessa.

Ora pro nobis peccatoribus.

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