- Epilogo. Non poteva perdersi ancora quell'oceano racchiuso in due perle.

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***Quando trovate questi 3 asterischi, la voce narrante diventa esterna. Buona lettura :)

Dopo 1 anno.
Era passato un anno, un lunghissimo e dannatissimo anno. Io ormai ero andata avanti con la mia vita, e lui con la sua. Harry continuava a sentirsi con Niky, ma le cose erano un po' complicate e non immaginate quante notti ho passato accanto a lei, sotto le coperte, vedendola piangere perché le mancava quella parte di se stessa. Ma lei diceva che prima o poi, appena finiti gli studi, sarebbe stata con lui sempre. Io le sorridevo, l'abbracciavo e le sussurravo che aveva ragione, e che tutto sarebbe andato a meraviglia. E che ci sarei sempre stata. Un po' l'ammiravo, in fondo io ero quella che non aveva avuto il coraggio di amare qualcuno a costo di soffrire.
Era una domenica mattina, luglio inoltrato e, come sempre, io e Niky ci preparavamo per andare a mare. Ero davanti l'armadio a scegliere quale costume e quale maglia mettere mentre la mia migliore amica era giù in cucina a fare colazione. Erano circa le 7 del mattino, ci voleva un po' di tempo per raggiungere la spiaggia e quindi dovevamo alzarci presto.
-Becky sei pronta? Dobbiamo andare, ci vogliono 2 ore per arrivare al mare!- eccola che la bionda urlò dal piano di sotto.
-Si! Arrivo.. – sbuffai, e indossai il costume rosa con un pantaloncino, una maglia e le converse. Presi il telefono e le chiavi, e scesi giù.
-Finalmente, su andiamo ciccia!- mi scompigliò i capelli, mi diede un bacio sulla guancia e le sorrisi, per poi uscire dall'appartamento per andare al mare con la sua macchina.

Erano le 10 quando arrivammo, causa traffico e fermate varie. Non ci preoccupammo neanche di mettere l'ombrellone, stendemmo solo i teli, prendemmo il pallone e ci buttammo letteralmente in acqua. Era bellissima anche se leggermente fredda, il che mi fece venire la pelle d'oca. Mentre giocavamo, Niky come al solito buttò la palla più in là del dovuto, colpendo un ragazzo che stava con i suoi amici. Io la fulminai con lo sguardo e lei si grattò la nuca e sorrise a mò di "ok, ora vai tu". Mi avvicinai a passi veloci, per quanto potessi in acqua, vicino al gruppetto di ragazzi, e notai che uno si stava avvicinando a me con il nostro pallone.
-Ehm, si scusaci tanto, ma la mia amica non sa giocare.. Grazie comunque!- avevo ancora il volto abbassato quando feci per alzarlo e mi scontrai con i suoi occhi verdi. Erano bellissimi. Aveva un taglio d'occhi particolare, erano grandi ma non a palla. Aveva i capelli spettinati, un po' umidi visto che si stavano asciugando al sole, e di un colore quasi dorato, forse un po' più scuri. Aveva un bel fisico, forse poteva fare calcio.
-Tieni, non preoccuparti! – mi sorrise.. era, forse, uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto. Mi percorse un brivido lungo tutta la schiena quando per sbaglio, prendendo il pallone, la mia mano sfiorò la sua. Rimasi a guardarlo quando poi mi ripresi, visto che ero ferma come un idiota.
-Scusa ancora, ciao.. – gli sorrisi, e tornai indietro dalla mia amica, con un cuore che batteva più del dovuto, e non doveva.

Tornammo a casa, sfinite verso le 8. Era stata una giornata abbastanza pesante, soprattutto il tragitto di ritorno. Raccontai cos'era successo con quel ragazzo, e Niky mi sorrise. Non era un sorriso di compassione, ma forse di felicità. Dopo tutto quel tempo, meritavo un ragazzo che mi potesse stare vicino fisicamente, almeno questo era quello che lei supponeva. Feci una doccia calda, quando mi tornò in mente il sorriso di quel ragazzo, era così bello, ma sapevo che forse non lo avrei più rivisto. Così, con un po' di delusione, indossai una maglia larga e un pantaloncino che mi facevano da pigiama, e andai a dormire stanca morta.

Era passata una settimana da quando non vedevo più quel ragazzo. Il suo sorriso non era scomparso dalla mi testa ma sapevo di non poterlo incontrare. Erano le 5 del pomeriggio, ero per strada, con le cuffie nelle orecchie, e passeggiavo tranquilla, senza accorgermi della gente che passava e delle macchine che sfrecciavano. Ero intenta ad entrare in un parco per stendermi a prendere un po' di sole, quando finì contro qualcuno e mi ritrovai con il sedere per terra insieme alla mia borsa.
-Aia, il mio sedere.. – mi massaggiai la parte dolorante mentre mi alzavo e cominciai a chiedere scusa per la mia sbadataggine mentre prendevo la borsa ancora per terra. Alzai lo sguardo e sbarrai gli occhi, non ci potevo credere.
-Sono io che dovrei scusarmi! Ehy ma.. io già ti conosco! – mi guardò un po' confuso, per cercare di capire chi fossi, mi squadrò ma io lo bloccai.
-Mmm.. – feci finta di rifletterci, quando invece sapevo benissimo chi fosse – ah si! Tu sei il ragazzo a mare, la settimana scorsa.. –
-La ragazza bella del pallone! Giusto! – mi interruppe e io lo guardai un po' confusa.
-Come? – Inarcai il sopracciglio, e lo vidi portarsi una mano dietro la nuca con fare imbarazzato.
-Si.. insomma, sei la ragazza che mi ha colpito con il pallone.. cmq scusami, ancora non mi sono presentato. Mi chiamo Lucas, tu?- mi porse la mano e mi sorrise.
-Piacere, sono Rebecca-ricambiai il sorriso, e quando gli strinsi la mano il mio cuore velocizzò i battiti e il brivido ritornò. Nella mia mente non sarebbero mai scomparsi i ricordi di Niall ma, come diceva Niky, dovevo pur farmi un'altra vita. E forse sarebbe stata questa la volta giusta?
-Ora vado, ci vediamo in giro ok?- feci per entrare nel parco quandò mi chiamò di nuovo.
-Ehy, posso farti compagnia? Vedo che sei sola.. – si mise le mani nei jeans, e si dondolava un po' in attesa di una mia risposta.
-Certo, andiamo!- gli feci cenno di seguirmi e lui per tutta risposta mi "offrì" il suo braccio a mo' di cavaliere e io accettai volentieri dopo esserci guardati per qualche secondo che a me parve infinito.
Camminammo lungo il vialetto formato da delle pietre bianche, e con intorno tutta erba che emanava quell'odore così buono di estate. Ci sedemmo ad una panchina, all'ombra e cominciammo a parlare di noi, di tutto. Gli raccontai di cosa studiavo, che sport praticavo e gli raccontai anche di Niall. Lui riconobbe la band, che ormai era famosa dappertutto, e mi raccontò che lui studiava architettura e giocava a calcio. Mi raccontò che anche lui da 4 mesi circa si era lasciato con la sua ragazza dopo 1 anno e qualche mese e che ora ne era uscito completamente. Ogni tanto c'era un po' di silenzio imbarazzante, ma poi ci guardavamo e ricominciavamo a parlare. Come se fossimo vecchi amici, come se ci conoscessimo da sempre, anche se lo conoscevo da qualche ora o poco più. Sentì suonare il cellulare che avevo in borsa e gli feci cenno di aspettare un secondo. Aprì la borsa e, tra le mille cose che avevo li dentro, trovai il telefono e vidi che era Niky.
-Ehy bella, dimmi-
-No niente, sai, sei uscita tre ore fa e sono le 8 e dovremmo mangiare.. no ma, non avvisare, fai con comodo. – la sua voce era buffa quando provava ad arrabbiarsi e io risi.
-Si mammina, tra poco torno ok? Sono al parco quindi 15 minuti e sono da te! Devo comprare qualcosa, o cucini tu? – sbuffai ma allo stesso tempo risi e lei mi disse di comprare qualcosa perché non aveva voglia di cucinare, e spensi la chiamata.
-Ehy, scusami.. io ora dovrei andare.. – lui annuì, ci alzammo e ci avviammo fuori al parco. Arrivammo al cancello, c'erano solo dei lampioni ad illuminare la strada, mentre il sole stava tramontando.
-Visto che non voglio incontrarti, anzi scontrarmi così, con te- si guardava intorno e non riusciva a finire la frase.
-..Si?- dissi io, come per incitarlo a parlare.
-Ehm, si ecco. Posso avere il tuo numero di telefono? Almeno ci teniamo in contatto sai.. mi fa piacere averti conosciuta- io arrossì come una sciocca, e lui penso che se ne fosse accorto, visto che mi sorrise dolcemente.
-Certo.. – cercai nella borsa il telefono mentre gli dicevo il mio numero – eccolo trovato! Ora mi dici il tuo? – segnai velocemente il suo numero e lo salutai con la mano e mi allontanai verso casa, non prima di aver comprato qualcosa da mangiare.
La sera stessa raccontai tutto alla mia amica, davanti al cibo cinese che avevo acquistato e lei ogni tanto annuiva, mostrandosi interessata al mio racconto.
-Sembra proprio che ti faccia sorridere sto tipo, eh? – alzò e abbassò il sopracciglio e io scoppiai a ridere, e lei fece così insieme a me. Non ridevo così da tempo, e questo lo dovevo solo a Lucas.

E ancora 1 anno passò.
Era settembre ormai, e Londra si ripopolava delle persone che erano andate via in vacanza. Iniziava a tirare un venticello fresco di tanto in tanto, ma si stava bene. Era già un anno che stavo insieme a Lucas, e ne ero davvero felice. Dopo quella volta al parco, siamo usciti e lui mi ha fatto sentire davvero bene, facendomi sentire di nuovo importante e poco dopo anche amata. Ognuno ha i suoi tempi per innamorarsi, no? Ma Niall era ancora nella mente e soprattutto nel mio cuore, anche se non volevo ammetterlo. Come si può dimenticarlo!? C'era una cicatrice sul mio corpo, che mi ricordava quotidianamente la sua assenza e quando Lucas accennava a come me la fossi procurata, io non ne volevo mai parlare. Ma ero felice e non avevo intenzione di tornare indietro.
Niall's point of view
Ero lì, di nuovo a Londra. Eravamo tornati da un altro, un ennesimo tour, ed erano passati due lunghi anni da quando quell'estate la rividi per l'ultima volta. Harry, che stava ancora insieme a Niky, mi aveva detto che la sua ragazza gli aveva raccontato di come Becky avesse ritrovato di nuovo il suo sorriso che aveva perso a causa mia, grazia a un ragazzo.. un tipo di nome Lucas se non sbaglio. Da come me ne parlava, e da quello che capivo lei era felice ed era andata avanti dimenticandosi completamente di me, forse. Ero felice per lei, anche se non era con me. Ma volevo ancora di più essere io la causa del suo sorriso.
Ero in giro, in macchina, quando vidi una testa bruna molto familiare camminare per le vie di Londra. Sgranai gli occhi e il mio cuore sembrava volesse uscire dalla gabbia toracica. Era lei. Ed era sempre bellissima. Svoltai bruscamente a sinistra per parcheggiare, dovevo vederla e sentire la sua voce. Mentre chiudevo la macchina e mi affrettavo a raggiungerla, vidi che si fermò in un bar e salutò un ragazzo. Lo baciò. In quel momento, sentì il mio cuore sbriciolarsi. Non era andato in pezzi, perché quelli li puoi incollare. Quando qualcosa si sbriciola, è la fine.
La vidi sorridere e vidi una luce particolare nei suoi occhi, quella luce che vedevo sempre quando mi guardava, quel sorriso che mi donava quando la rendevo felice. Chinai il capo e sentì i miei occhi pizzicarmi. Tornai sui miei passi, salì in macchina e mi diressi a casa dagli altri miei amici. Mi era mancata, ma lei mi aveva sostituito e non potevo darle torto.
Aprì la porta di casa, e la chiusi con forza, facendo sobbalzare Zayn e Liam che erano seduti sul divano.
-Niall che è successo?- Vidi Zayn alzarsi e avvicinarsi a me. Io alzai il capo, e sapevo di avere gli occhi rossi.
-Io.. Io l'ho rivista –Zayn sgranò gli occhi e mi abbracciò. – era con lui, capisci? – lo abbracciai ancora più forte e strinsi la sua maglietta e cominciai a singhiozzare e poi a piangere – Capisci? A me manca, manca più dell'aria. Sono passati due anni cazzo, due anni! – Liam si era alzato ed era venuto ad abbracciarmi anche lui. Ero sempre più convinto di avere degli amici straordinari e, purtroppo, di averla persa del tutto.

***
Passò ancora un altro anno, Becky ormai aveva finito gli studi e si era laureata insieme a Niky, avevano entrambe 26 anni, ma Becky aveva lasciato Lucas. Si era semplicemente accorta che lui non era Niall, che, anche se gli voleva un gran bene, non provava per lui quell'amore che ti faceva luccicare gli occhi, oppure sentire i brividi ad ogni bacio, ad ogni abbraccio, o al solo sentire il profumo lasciato sulla camicetta dopo una notte d'amore. Non provava quell'amore che ti fa essere te stessa senza dubbi o preoccupazioni. Semplicemente, negli occhi di Lucas, vedeva quelli di Niall. Niky invece, aveva ricevuto una grande sorpresa. Harry finalmente, si decise a sposarla, visto che avevano finito i vari tour, e non ne avevano programmati altri. Erano abbastanza le cose che avevano fatto, e così fece questa grande sorpresa alla sua amata. Niky accettò subito, senza indugiare e senza paura. Era lui ciò che la completava, lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo, e si era fatta coraggio ad affrontare mille tempeste ed uragani, piuttosto che lasciarlo, lasciare la sua vita.
Becky camminava in quel parco, quel parco dove aveva passato un pomeriggio insieme a Niall e con tutti gli altri. Quel parco le riportava così tanto ricordi alla mente, che quasi le scoppiava. Ormai era ottobre inoltrato, faceva abbastanza freddo, e si potevano solo vedere bambini che giocavano a quell'ora del pomeriggio. Erano esattamente le 15:30, quando si sedette ai piedi di un albero, scrutando i bambini che giocavano allegramente, senza preoccupazioni. Un poco di vento le scompigliava i capelli, che erano per la maggior parte raccolti nel cappello alla francese che aveva indossato quel giorno, e le pizzicava le guance facendole arrossire. Vide una bambina avvicinarsi a lei, con una bambola in mano, quelle di pezze, con dei bottoncini al posto degli occhi e si potevano vedere le cuciture fatte a mano. La abbracciava con cura e si sedette di fianco la ragazza. Aveva degli occhi grandi, color nocciola e dei capelli neri come la cenere. Aveva un viso così dolce e tenero.
-Ciao! Mi chiamo Emily e ho così tanti di anni – mostrò la sua manina a Becky, facendole vedere le 5 dite aperte, non sapeva ancora contare e quindi come ogni bambino, così si faceva capire – così mi dice mamma, perché io ancora non so contare!- le sorrise e a Becky scappò una risata.
-Ah si?! Allora stai diventando proprio grande! – le scompigliò i capelli – io invece mi chiamo Rebecca, ma puoi chiamarmi Becky! E' più carino, no? – la bambina annuì, e continuava ad accarezzare la sua bambola, come se avesse paura di perderla – e la tua bambola come si chiama? –
-Lei si chiama Daisy! Me la regalata il mio amico, Micheal al mio compleanno! – mi indicò un bambino che giocava con gli altri e aveva i capelli neri e gli occhi celesti come il ghiaccio. – Mi piace tanto, però ho vergogna, non glielo voglio dire! – la bambina mise un po' il broncio ma Becky si mise di fronte a lei per guardarla meglio.
-Ehy piccolina, lo sai che si deve sempre dire quello che provi qui dentro? – La ragazza portà la piccola manina della bambina sul suo cuoricino – E se poi lo prende qualcun altro come fai senza il tuo amichetto? –
-Si ma poi se non gli piaccio e mi dice che sono brutta e mi fa la linguaccia? – Becky accarezzò la guancia della bambina, che la guardava aspettando una risposta.
-E allora non glielo dire- sorrise a mo' di sfida, per vedere la risposta della bambina
- Io non so giocare a calcio, lo odio, e lui mi prende sempre in giro per questo.- la bambina incrociò le braccia al petto, sembra Però se lui lo volesse, potrei anche imparare a giocarci! – la bambina sorrise – Ah, dice sempre che poi gli piacciono i cartoni animati stupidi, quelli dei gormiti, a me non piacciono proprio, a me piacciono quelli delle principesse... – la bambina si alzò e si avvicinò all'orecchio di Becky-.. però a volte li guardo perché lui ne parla sempre e gli piacciono tanto! Però shhh! Non dirglielo! – Daisy si avvicinò il ditino alla bocca, e poi avvicinò il mignolino alla mano di Becky – Promesso?-
Becky la guardò e capì ciò che voleva dire la bambina, e quasi non le venne da piangere. Daisy, seppure avesse 5 anni, aveva fatto anche se piccoli, dei sacrifici per stare accanto al bambino che le piaceva, mentre lei, grande com'era, aveva avuto paura. - .. Promesso!- e incrociò il suo mignolo a quello della bambina. –Grazie Daisy! Ora devo andare, ciao! – Si alzò di corsa, e prese la sua borsa. La bambina le tirò la maglia, per farsi ascoltare.
-Perché grazie?- la bambino abbassò il capo verso destra confusa ancora con la sua bambola tra le braccia.
-Perché anche al ragazzo che mi piace piacciono i gormiti, ma io non li ho voluti mai vedere per lui! E ora, devo proprio vederli! – diede un bacio sulla fronte alla bambina, e scappò. La bambina urlò un ciao per farsi sentire, e tornò a giocare con i suoi amichetti e soprattutto con Micheal.

Becky correva, correva più che poteva e in quel momento ringraziò le ore di allenamento che continuava a fare nella pallavolo, e nel frattempo cercava di chiamare Niky, mentre spingeva e spintonava le persone, ma non poteva perdere altro tempo, non ancora.
-Ehy ciccia, che c'è?-
-Non torno a cena stasera, scusami!- parlava con l'affanno, mentre cercava di raggiungere un indirizzo a piedi. Avrebbe perso troppo tempo per tornare a casa e prendere la macchina.
-Ma che hai?! – l'amica si preoccupava sempre dell'eccesso per lei, ma era fatta così.
-Niente, poi ti spiego! Ciao.. – e spense la chiamata.
Correva, sentiva il vento freddo sbattergli in faccia. Perse il cappello durante la corsa, ma avrebbe perso molto di più se non si fosse affrettata. Gli occhi le lacrimavano a causa del freddo, e sentiva il cuore spaccare le sue ossa, talmente dalla corsa. Stava per cadere, ma non si perse d'animo, voleva raggiungere quella casa il più presto possibile, non poteva perdersi ancora quell'oceano racchiuso in due perle.
Svoltò l'angolo, e finalmente intravide da lontano la casa, quella che cercava. Quella che aveva aspettato già troppo a lungo. Erano gli ultimi 30 metri, e con uno sforzo sovrumano corse ancora, fin quando non arrivò fuori la porta, scontrandosi con Harry. Si appoggiò sulle ginocchia con le mani, e respirava a fatica. Sudava, ma sentiva il cuore ancora freddo. Doveva sbrigarsi.
-Be.. – la ragazza gli mise una mano sulla bocca, prima che il ragazzo potesse urlare il suo nome. Dopo un abbraccio veloce, Becky gli sussurrò qualcosa all'orecchio, e Harry sorrise e poi la fece entrare.
Becky salì le scale, correndo, facendo il segno di stare in silenzio agli altri che quando la videro sorrisero e la salutarono con un cenno del capo. Arrivò fuori la porta ancora correndo, non voleva aspettare un attimo di più, per rivedere quegli occhi splendere solo per lei, quelle mani toccare il suo corpo, e la sua anima vibrare solo per lui. Aprì la porta di scatto, e non diede neanche il tempo al biondino di girarsi.
-Niall James Horan, IO TI AMO. – il ragazzo era disteso sul letto, a pancia in giù, e con la faccia impressa nel cuscino. Ma appena sentì quelle parole e, soprattutto, quella voce il sangue gli si raggelò nelle vene, e sentì il suo cuore ricomporsi piano piano. Si girò lentamente, avendo paura forse di essersi immaginato tutto. E invece la vide lì, con le mani sulle ginocchia, leggermente piegata, che prendeva aria per parlare. Aveva i capelli spettinati dal vento, e la faccia rossa. Niall capì che probabilmente aveva corso. –Io sono la ragazza più stupida dell'intero mondo, ma che dico universo! Mi è servita una bambina di 5 anni, a farmi capire quanto tu mi possa mancare dal primo giorno che te ne sei andato da me e che ogni giorno ti ho amato sempre di più. Anche se tu non c'eri, io ti amavo. Anche se tu mi odiavi e forse mi odi ancora, io invece ti amo e l'ho sempre fatto. Scusami se ho potuto semplicemente pensare o immaginare che qualcuno potesse prendere il tuo posto, potesse rapirmi il cuore come hai fatto tu o semplicemente mi facesse sentire completa. Tutto questo io lo provo con te. Scusa, scusa perché ho avuto paura di affrontare delle lacrime stupide che in confronto a quello che sei, non sono nulla – piano piano Becky, si avvicinava a Niall, che si era alzato e stavano a 3 metri di distanza. Lei piangeva, anche se non voleva farlo e si era ripromessa di essere seria. Niall aveva gli occhi rossi, e aspettava che la ragazza finisse prima di poter rispondere. – scusa perché hai passato troppi giorni senza di me, e io questo non posso accettarlo. Non posso e non voglio nessun'altro che mi stringa o che mi faccia sentire sua, se non tu. Scusa se non ho avuto il coraggio, che forse tu avresti avuto al mio posto, scusa se ho solo potuto dire che non eravamo fatti per stare insieme, perché io proprio non mi ci vedo con qualcun altro. Niall James Horan, te lo ripeto ancora, io ti amo più di quanto tu possa semplicemente immaginare. Più di quanto tu possa pensare, o fare. Io sono morta questi anni senza di te, sono passati ben 4 anni, da quanto sono morta, da quando tu non ci sei. Da quando ogni sera guardo quelle foto, quei regali, e quell'anello. 4 anni da quando sono morta senza vederti. Si, perché senza di te io sono vuota. E senza di te, io non voglio passare un altro giorno della mia vita, e se dovessi girare tutto il mondo con te, svegliarmi alle 6 del mattino e andare a dormire alle 3, aspettare giorni a casa, o mesi prima di poterti rivedere, se dovessi seguirti per il tuo lavoro, io lo farei senza dubbi, senza esitazioni. Io lo farei perché ti amo Niall.. io ti amo. – Becky ormai era a un palmo dal viso di Niall, e frettolosamente si asciugò le lacrime con la manica della sua maglia che tirò sotto il giubbotto che ancora indossava. Si guardarono per dei secondi, minuti forse ore. Si amavano come il primo giorno, e questo glielo si leggeva ad entrambi negli occhi.
-Sposami- Niall aveva preso la mano di Becky, ed aveva un sorriso da ebete sulla
-C-cosa?- Becky sgranò gli occhi, convinta di non aver sentito bene.
-Sposami. –prese il volto della ragazza tra le mani e avvicinò la sua fronte a quella di Becky, e i loro nasi quasi si sfiorarono – mi avevi già convinto a "Niall James Horan, io ti amo"- appoggiò le labbra a quelle della ragazza e la baciò, con passione, un bacio che aveva atteso 4 anni. Un bacio pieno di tutti i loro sentimenti.
Si staccarono e la ragazza lo guardò felice, e Niall scorse nei suoi occhi quella scintilla che vide il primo giorno, e sentì di nuovo i brividi lungo il suo corpo, come se fosse la prima volta. – Si.. ti voglio sposare. Si!- Niall la baciò di nuovo e la prese in braccio, girando su se stesso. –Non andartene mai più, intesi? – La ragazza annuì, per poi lasciarsi andare tra le braccia dell'unica persona che avrebbe sempre amato, ne era sicura.

I know i'm far from perfect,
nothin' like your entourage
I can't grant you any wishes,
I won't promise you the stars
But don't ever question
if my heart beats only for you,
it beats only for you...

《 I'm blinded, 'cause you are everything i see.》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora