Capitolo 10 - Sketch

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-Oh oh, benvenuti fringuelli fritti. Ho il piacere di intrattenervi per un bel po' di tempo... Vedete solo di non farvi del male ok?-


ADAM's POV

La lama che sto affilando mi cade definitivamente a terra, mentre sento una vocina fastidiosa riempirmi i timpani. Chi diavolo osa introdursi in casa mia a quest'ora della sera? Mi volto di scatto, con una mano sul pugnale che tengo ben saldo alla cintura dei pantaloni. Spero per un attimo che sia quella sgualdrina della mia promessa sposa, sarebbe bello infilzarla con tanta facilità. Invece, due ragazze con l'aria stralunata se ne stanno al centro della stanza contornata dalle teche di vetro contenenti le mie armi. Il mio sguardo si rilassa e le mie labbra si curvano in una smorfia.

«Si può sapere chi cazzo siete?», chiedo sinceramente curioso, con il coltello ormai tra le mani e puntato verso di loro.

«Scusami, chi sei tu piuttosto e sai dirmi dove diavolo sono capitata?», chiede la ragazza dalle grandi labbra, decisamente troppo carnose per essere naturali, a mio parere.

L'altra, con le guance rosse come un pomodoro, lancia un gridolino di spavento non smettendo di fissare l'arma argentata.

Rido di gusto. «Tu mi chiedi chi sono, in casa mia? Patetica. Vi dispiacerebbe farvi più in là? Non vorrei sporcare il tappeto con il sangue marcio di estranee.»

Sulle due ragazze si dipinge una smorfia di terrore. Non vorrei mai rovinare il mio bellissimo tappeto, in pelle d'orso, ucciso proprio da me.

-Ehi, brutta copia del bastardo Ramsay, datti una calmata. Se sfiori le ragazze, ti do in pasto ai can— Ops.-

«E chi diavolo sarebbe questo Ramsey? Ma, soprattutto, chi è che parla? Non mi stupirebbe se Dio in persona si fosse preso la briga di venire da me. Dopotutto, sto ripulendo il mondo dai mali dell'umanità: le creature sovrannaturali spariranno e lui deve essermene grato.»

-Sono l'Intervistatrice, zuccherino. Lascia che ti presenti anche le tue nuove amichette: quella specie di gnomo impaurito con la cuffietta è Mila, mentre l'altra col colorito di un fantasma è Tessa. Ragazze, lui è Adam. Simpatico, eh?-

Guardo la piccoletta con la cuffietta, starebbe benissimo con il resto della servitù del palazzo. «Mila, eh? E Shiro dov'è? Non vorrei dover strappare due cuori nella pallavolo tutti in una volta!», dico agitando il coltello nella sua direzione.

I loro ansimi fanno eco nella stanza spoglia, dove sono semplicemente le armi a fare da ornamento.

«Ma tu non riesci a stare zitto nemmeno per un secondo? Ringrazia soltanto che non ho il mio arco con me altrimenti ti avrei già infilzato come una porchetta senza pensarci due volte.»

Dò un ultimo sguardo al mio coltello tempestato di gemme sul manico e lo rimetto a posto, nella sua custodia. Mi chiedo per un attimo se queste due maledette idiote sono reali o sto sognando. «Ditemi che diavolo volete e, forse, potrò lasciarvi vivere qualche minuto in più.»


TESSA's POV

Dove diavolo sono finita?

E perché questo strambo tipo non smette di osservarmi con sguardo truce? Per non parlare di quell'altra che non fa che stare in silenzio osservando un punto impreciso di questa stramba stanza. Quest'ultima è abbastanza grande e noto come le armi sono depositate ognuno sul suo rispettivo scaffale in ordine di grandezza. Mi ricorda vagamente la stanza delle armi di Anne.

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