I loro cuori battevano all'unisono, agitati dallo stesso pensiero e dalla medesima angoscia. Dopo la lettura del messaggio da parte della giovane donna, entrambi si erano sentiti messi all'angolo, incastrati da quella presenza oscura che vagava sulla nave aspettando che facessero un unico passo falso, pronta a smascherarli, non appena ne avesse avuto desiderio. Varg e Sofya restarono per un lungo periodo di tempo l'uno tra le braccia dell'altra, cercando conforto nel calore dei loro corpi, nei movimenti improvvisi che entrambi facevano, non appena qualcuno si avvicinava troppo alla loro porta. Varg si sentiva un codardo, un maledetto vigliacco, perché non era lì fuori a cercare il cacciatore, che intanto, però, gli tendeva un agguato. Per di più non conoscevano nessuno su quella nave e non sapevano assolutamente a chi rivolgersi in casi del genere: dovevano forse allarmare il capitano e far sì che la figura senza volto scappasse al primo porto, scegliendo di seguirli via terra?
«Ho paura.» bisbigliò d'un tratto Sofya, stringendosi sempre di più contro il petto villoso di Varg, sul punto di una crisi isterica.
Varg non le rispose, né fece qualcosa per consolarla o darle conforto: in quel momento aveva bisogno più che mai di pensare lucidamente, senza essere in alcun modo condizionato dalle lamentele o dai pianti della ragazza. Non perché volesse mancare di rispetto ad una signorina, ma in quel momento non aveva proprio tempo da perdere. Anche lui era rimasto sconvolto da quel susseguirsi di strani avvenimenti e anche lui rischiava la vita stando lì fermo, proprio come lei. La differenza tra i due era che, secondo l'etica e il buon costume, a Varg spettavano le imprese più assurde e disparate, nelle quali avrebbe anche potuto perdere la vita, solo per il fatto d'esser nato uomo.
Spettava a lui proteggere Sofya e se ne stava lì impalato.«Perché, mi chiedo, hanno bussato tanto forte?» disse improvvisamente, alzandosi di scatto e percorrendo a grandi passi quello stanzino minuscolo in cui erano stati confinati.
Effettivamente non era un gesto sensato premurarsi di avvisare le proprie vittime prima di prenderle, di catturarle. Cosa sperava di ottenere in quel modo la persona che stava dando loro la caccia?
Varg continuava a camminare: pochi passi e aveva nuovamente percorso la lunghezza della stanza, senza essere arrivato ad una conclusione sensata in merito all'accaduto. Era irrazionale, inspiegabile, un gesto assolutamente inutile e fuori luogo a meno che...«Quel foglio poteva essere sotto la porta da tempo, ma noi non ci abbiamo fatto caso, perché non c'è luce qui dentro!» esclamò Varg, alzando il tono di voce ben oltre il limite concesso dalla buona educazione, sentendo un attimo dopo la propria voce risuonare tra quelle quattro mura.
La reazione di Sofya non fu una delle migliori: i suoi occhi, animati per un breve istante da una scintilla di speranza, tornarono tristemente a posarsi sul pavimento, dov'erano stati fissi per tutto il tempo trascorso dalla lettura del messaggio, le sue labbra s'incurvarono verso il basso in una smorfia di dolore misto a frustrazione per non essere in grado di aiutare se stessa e il suo compagno di viaggio in quella situazione. Calde lacrime solcarono delicatamente le sue guance, andando a posarsi in modo silenzioso sul suo abito gualcito, sulle labbra rosee e tra i lunghi e folti capelli. Quel maledetto pezzo di carta poteva essere stato messo dieci ore o dieci minuti prima, conoscere il tempo esatto non sarebbe stato utile in nessun modo a spiegare quei colpi alla porta. Intanto l'aria nell'abitacolo diventava viziata, l'ossigeno lasciava lentamente il posto all'anidride carbonica emessa dai loro organismi, rendendo quasi impossibile la respirazione.
Venti minuti dopo erano sul ponte principale della nave, accucciati dietro una montagna di casse di merce da vendere, respirando l'aria salmastra del mare e tentando di non dare troppo nell'occhio. Varg aveva insistito perché Sofya restasse all'interno della loro minuscola stanza, perché non fosse esposta ad inutili rischi, ma non poteva privare una signorina del libero arbitrio, quindi si costrinse a tacere quando lei ebbe il coraggio di rinfacciarglielo. A denti stretti lui trascinava e spostava le casse più pesanti, le merci da dover lasciare subito al porto di Cuxhaven, che già si intravedeva in lontananza. Il piano di Varg era di scendere a terra subito dopo l'attracco, cercando di non farsi vedere da nessuno per non rischiare di essere seguito. In cuor suo sapeva che quella sarebbe stata una mossa inutile, un piano troppo instabile per poter reggere alle molteplici disavventure che avrebbe potuto correre, ma aveva forse altra scelta? Restare sulla nave in attesa di essere ucciso, fatto a pezzi, non sembrava rientrare tra le possibilità e, inoltre, la Germania sembrava una meta molto ambita, tanto che si sarebbero potuti facilmente confondere con la folla del porto una volta arrivati.
«Prepararsi all'attracco.» urlò d'un tratto uno di quei marinai dalla divisa bianca.
«Sofya, dobbiamo andarcene.» sussurrò intanto Varg alla ragazza, afferrandole il braccio, sicuro di sé e della sua scelta.
«E se ci scoprissero?» piagnucolò lei con voce isterica. «Come possiamo non farci vedere?» continuò, tirandogli mollemente il braccio con cui lui la stringeva.
«Zitta. Fa' quello che ti dico e non fiatare.» le intimò lui, negli occhi un barlume di vitalità e speranza, aveva appena capito come fare a lasciare in incognito quel luogo.
Varg aprì una delle enormi casse che erano davanti a loro, piena per metà del pregiato legno che importavano dalla Norvegia e dalla Svezia, quindi con uno strattone tirò a sé la ragazza e in un attimo la fece saltare dentro la cassa, seguendola dopo pochi istanti, giusto il tempo di accertarsi che nessuno lo stesse osservando. Poi, come nulla fosse, si rannicchiò sui tronchi ruvidi per schiacciare un breve sonnellino, sotto l'occhio incredulo della sua giovane accompagnatrice.Sarebbero stati sotto il naso di tutti, eppure nessuno li avrebbe visti.

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Kajira - L'erede delle nevi.
FanfictieLa Norvegia è instabile e rischia di precipitare rovinosamente in un baratro infernale da un momento all'altro trascinando con sé vite di giovani innocenti e di spietati carnefici sfuggiti alle torture e alle galere. Varg è a metà tra la prima e la...