CAPITOLO 19

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"Sei pronta ad uscire? A tornare alla vita di tutti i giorni?"
"Insomma...sarà strano...ma voglio tornare a casa...hai fatto qualche cambiamento?"
"Qualcuno si...ma poco roba..." guardai scettica Stefano che infatti poco dopo si mise a ridere "Si ok forse ho fatto qualcosa di più di qualche piccolo cambiamento..la stanza dove c'era il mio studio quando io ed Alessandro abitavamo assieme ora è di Arianna...ho messo qualche altra foto...cambiato il colore di qualche parete...la nostra stanza è sempre la stessa..."
"Hai dormito da solo per 4 anni..sarà strano dividere il letto con me adesso..."
"Spesso ho dormito sul divano...oppure qui in ospedale...odiavo dormire nel nostro letto da solo...è dalla prima notte che abbiamo passato assieme che ti avrei voluta sempre con me..quindi quel letto vuoto non mi piaceva proprio..ora potremo di nuovo dormire assieme lì, quindi..."
"Hey amore vieni qua..." allungai le mani e presi le sue "Non vedo l'ora di essere a casa nostra...solo noi tre..." lui sorrise "Per stasera saremo solo noi due...Arianna arriverà domani perché mio padre le aveva promesso di portarla non so dove...credo a dei mercatini di Natale...tornerà piena di cose che non sapremo dove mettere"
"Mancano solo dieci giorni a Natale..."
"Il mio regalo sei te..." Stefano mi prese il viso fra le mani e mi guardò con gli occhi leggermente lucidi "Pensavo che non saremmo più stati assieme..."
"Invece sono tornata...da te..e da Arianna"
"Non so neanche dirti quanto tu mi sia mancata...quanto abbia sperato di riaverti di nuovo nella mia vita...quanto ho pregato che tu stessi meglio e almeno riuscissi a dirti quanto sei importante per me dalla sera che ti ho incontrata.."
"Basta farmi piangere...ok? Io sono sempre stata tua Stefano...e non potrei essere di nessun' altro...mai..perché solo tu sei l'uomo della mia vita...e lo sarai sempre"
"Quanto ti amo" mi attirò a sé e mi stampò un bacio in bocca...fummo interrotti dall'applauso dei medici e degli infermieri che si erano radunati fuori dalla mia stanza "Finalmente Stefano sorride di nuovo...eravamo stufi di vederlo sempre triste" il mio medico sorrise "Naturalmente Marianna in qualsiasi momento potete chiamarci...e sai che dovrai tornare qui in clinica per fare le terapie e per proseguire la cura con le cellule staminali. Non stancarti troppo..ma vivi la tua vita serenamente. Puoi fare tutto quello che una ragazza di 28 anni fa, con moderazione naturalmente...sei comunque stata in coma 4 anni quindi devi riabituarti pian piano alla vita fuori dalla clinica..ma il tuo recupero è straordinariamente buono" sorrisi mentre Stefano mi abbracciava da dietro e mi faceva scorrere il naso sul collo...mi vennero i brividi perché sapevo che appena arrivati a casa ci saremmo dedicati a quello che entrambi avevamo in mente. Da quando, una decina di giorni prima, io e Stefano avevamo battezzato il bagno della clinica, era successo che replicassimo, ricominciando a scoprirci pian piano. Mio marito era tornato ad essere quello che era, come lo ricordavo io...passionale e sempre in cerca del contatto fisico con me..
"Fermo Ste..." mi girai leggermente verso di lui..mentre il medico continuava a parlare lui iniziò a baciarmi il collo "Andiamo a casa....ho voglia di te"
Io sospirai e poi mi strinsi di più le sue braccia attorno al corpo "Devo firmare le carte per la dimissione dottore?"
"Certo...vieni pure con me...intanto Stefano può portare le tue cose in macchina" mi staccai da lui non prima che Stefano mi sussurrasse "Ti amo", io gli lanciai un bacio mentre mi allontanavo e lui mosse la mano....vederlo appoggiato al mio letto, con un paio di jeans scuri ed una felpa grigia mi fece desiderare di accelerare il tempo...lo volevo da morire anche io e non vedevo l'ora di essere a casa nostra.

*********
Vedere Marianna così spensierata era quello che avevo desiderato per 4 anni interi..avevo pensato che, se si fosse mai svegliata, e quello già sarebbe stato un mezzo miracolo, magari sarebbe stata diversa da quella che era stata prima, non avremmo mai recuperato quel tipo di rapporto che avevamo costruito in così poco tempo ormai 4 anni e mezzo prima. Invece Mari era sempre Mari, cresciuta come lo ero io, eravamo usciti maturati entrambi da quell'esperienza che ci aveva visti divisi ma alla fine sempre uniti.
Portai le cose di Marianna in macchina, la parcheggiai esattamente davanti alla clinica e poi rientrai giusto in tempo per vederla venire incontro a me con il medico..lui ci salutò calorosamente, raccomandandoci per la milionesima volta di chiamarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte poi si allontanò. Io aiutai Marianna ad infilarsi il cappotto verde scuro, un altro dei miei numerosi acquisti. Per quel giorno le avevo portato un paio di jeans scuri che disegnavano alla perfezione, fin troppo forse, le sue curve soprattutto il suo culo da favola..sopra aveva messo una maglia bianca, semplice ma che faceva risaltare i suoi capelli che aveva deciso di lasciare sciolti. Le misi al collo una sciarpa e poi le baciai la punta del naso...grazie agli stivaletti con il tacco eravamo alla stessa altezza praticamente..le presi la mano e l'accompagnai fuori. A Roma faceva freddo, anche se non il freddo pungente che c'era in altre parti d'Italia...nonostante i quasi 13 gradi, che per essere metà dicembre erano fin troppi, l'atmosfera natalizia c'era tutta. Anche fuori dalla clinica troneggiava un bell'Albero di Natale e Marianna sorrise felice "Stare di nuovo fuori dall'ospedale...respirare di nuovo..."
"Bello vero? È il nostro primo Natale assieme"
"Già...quando sono stata male mancava una settimana esatta al 25 dicembre...4 anni dopo siamo qua..sembra fatto apposta no?"
"Credo che tutto stia andando a posto...andiamo?"
"Fai la strada più lunga che voglio vedere la mia città?"
"Certo..." le aprii la portiera e la aiutai a salire, poi andai al posto di guida e misi in moto...Marianna mise la mano sopra la mia sulla leva del cambio e me la strinse "Ti amo..."
"Anche io" guidai per Roma, facendo la strada più lunga, che ci portò a passare davanti a molti posti caratteristici della nostra città, passai anche vicino a Ponte Milvio dove in un locale, più di 4 anni prima ci eravamo conosciuti "Cosa hai raccontato ad Arianna del nostro primo incontro?"
"Che ci siamo scontrati fuori dalla sala da ballo e poi abbiamo ballato perché naturalmente tu sei rimasta folgorata dalla bellezza del principe azzurro"
"Ovviamente..." lei rise ed io scossi la testa "Naturalmente non le ho raccontato i particolari..."
"Evitiamo di dirle che tu mi sei praticamente saltato addosso"
"Io? Ma se sei tu che mi hai implorato di toccarti in quel parcheggio...come succede anche adesso peraltro"
"Scusa?" lei mi fissò sgranando gli occhi ed io la guardai "Non è vero forse?"
"È vero ma anche tu non scherzi..." le feci l'occhiolino e poi continuai a guidare fino a casa nostra. Parcheggiai nel garage sotterraneo, scaricai le cose di Marianna e poi salimmo in ascensore "Pronta?"
"Pronta..."

L'AMORE ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora