CAPITOLO 10

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"È solo colpa tua se Marianna sta così...la vostra fuga romantica è stata irresponsabile e..guarda adesso come sta la ragazza a cui dici di tenere...è in un letto d'ospedale da 48 ore e non si sa quando si sveglierà..se si sveglierà...sei solo un ragazzino che crede di avere il mondo in mano..e lei non è meglio di te..."
"Marianna non è solo la ragazza a cui tengo...è la ragazza che amo..."
"Ami? Ami Marianna? Fino a quando? Fino a che lei riuscirà a stare in piedi? E poi cosa farai? La metterai da parte come uno straccio vecchio? O la amerai anche quando starà così male da non muovere neanche più un muscolo?"
"La amerò fino a quando potrò...se a lei questo non va bene non è un problema mio.."
"Sono sua madre..."
"Ed io il suo fidanzato...amo sua figlia...amo ogni lato di lei, la Marianna sana e quella malata, amo Marianna perché è lei, il fatto che sia malata è solo qualcosa che fa parte di lei, ma non è tutto quello che lei è...è mille altre cose, è allegra, divertente, bellissima, sexy, è l'unica che sia riuscita ad arrivarmi dritta al cuore.."
"Marianna è principalmente una ragazza malata..."
"Marianna è soprattutto una ragazza fantastica..."
"Ridimmelo quando lei sarà troppo stanca anche solo per abbracciarti...e tu andrai a farti abbracciare da un'altra ragazza...a quel punto lei oltre che malata avrà anche il cuore spezzato.." la madre di Marianna si girò e abbandonò la sua stanza d'ospedale, quella che la ragazza che amavo occupava da due giorni quasi, da quando mi era praticamente svenuta fra le braccia in spiaggia. L'avevo portato in ospedale a Montalto,  poi lei era stata trasferita in ambulanza a Roma, al Bambin Gesù, lo stesso ospedale dove lei faceva tirocinio. Da allora era stata sottoposta a tremila esami, il suo neurologo, quello che l'aveva in cura da anni, aveva annotato ogni piccolo cambiamento sulla sua cartella clinica. Io e sua madre eravamo stati al suo capezzale giorno e notte, io avevo chiesto dei giorni di ferie a mio padre, minacciando che se non mi avesse fatto stare vicino a Marianna mi sarei licenziato...lui aveva storto la faccia ma aveva annuito. Io non mi ero mai mosso da lì, sua madre andava a veniva, quando era lì litigavamo la maggior parte del tempo. Marianna era stata sedata, ma a quel punto si sarebbe già dovuta svegliare, invece era sempre immobile, su quel letto troppo grande per lei...
Le presi la mano e mi sedetti sul bordo del letto "Dai Mari svegliati...ti prego" la sentii sussultare e poi pian piano lei aprì gli occhi "Se n'è andata? Ero stufa di sentirla urlare"
"Tua madre ed io diventeremo grandi amici..sotto sotto mi adora, è solo una facciata la sua ma mi ama in fondo...non ho ancora conosciuto una donna che sappia resistermi"
"Di sicuro io non so resisterti" il suo sorriso mi scaldò il cuore e dopo 48 ore tirai un sospiro di sollievo..
"Lo so..come ti senti? Devo chiamare le infermiere"
"Aspetta un attimo...voglio stare con te un pochetto..solo con te..." le strinsi la mano nella mia mentre con l'altra le sfiorai il viso "Sei bellissima piccola..."
"Non è vero...sono stata addormentata per 2 giorni?"
"Si, praticamente si..sei svenuta in spiaggia e così ti ho portata al Pronto Soccorso. Da lì sei stata trasferita qui a Roma...il tuo neurologo è venuto a visitarti..devo avvisare anche lui che ti sei svegliata"
"Come sto Stefano?"
"Io ti trovo sempre bellissima...certo l'idea era di farti prendere un pò di colorito..ma anche così sei sempre la ragazza più bella che io abbia mai visto"
"Grazie dei complimenti ma intendevo come sto realmente"
"Marianna..."
"Dimmi la verità, almeno tu...e puoi aiutarmi a mettermi seduta?"
"Certo" aiutai Marianna ad appoggiarsi alla testiera del letto, con tre cuscini a sostenerla. Lei scostò le coperte e buttò le gambe fuori "Odio questa stupida camicia da notte"
"Ti preferirei senza io..."
"Cretino...ora rispondi alla mia domanda"
"Stai...normale Marianna...il medico ha detto che hai avuto un calo di qualche valore che non mi ricordo...ha detto che sei nell'ultima fase della malattia..."
"Starò sempre peggio insomma..."
"Ha detto che i 12 mesi sono...quello che ti rimane...almeno ha detto che non dovrebbero essere meno, quindi abbiamo un anno.."
"Un anno dove pian piano la malattia mi causerà sempre più stanchezza, pian piano perderò la sensibilità agli arti, farò fatica a camminare, respirerò sempre peggio..."
"Ma potrai comunque condurre una vita normale...potremmo stare assieme..."
"O finirà come ha detto mia madre?" sbuffai perché sapevo che quello sarebbe stato il nodo della discussione "Pensi che starei qua adesso? Ti ho portato al Pronto Soccorso dopo essermi preso uno spavento che non hai neanche idea..mi sei letteralmente svenuta fra le braccia, tremavi tutta e le gambe non ti reggevano. Blateravi di portarti a casa ma avevi gli occhi rovesciati e...ho pensato mi saresti morta in macchina. Sono stato con te ogni secondo, ho chiesto ad Alessandro di portarmi i cambi di vestiti in ospedale, mi sono lavato e cambiato in quel bagnetto, ho litigato con tua madre e mezzo ospedale per poter dormire qui su una cazzo di sedia scomoda, ho minacciato mio padre che se non mi avesse dato i giorni di permesso mi sarei licenziato...ho fatto tutto questo per te, quindi non venirmi a dire che nei prossimi 12 mesi quando mi verrà lo schizzo di scopare con una e tu starai troppo male andrò da Becca o da qualsiasi altra ragazza...perché non lo accetto porca troia...posso sentirlo da tua madre, che non mi conosce per niente..ma non lo accetto da te..." le lasciai la mano o mi alzai di colpo "Pensavo di morire con te l'altra notte...ho rivissuto il momento in cui sono entrato in ospedale e ho salutato mamma per l'ultima volta..o quando mi hanno chiamato i poliziotti e mi hanno detto che Arianna aveva avuto un incidente ed era morta..non ho potuto neanche salutarla...odio gli ospedali, odio queste cazzo di luci e questo odore..odio tutto di questo posto ma non mi sono mai allontanato un secondo da te...mai...quindi non seguire le cazzate che dice tua madre"
"Torna qui...per favore" mi riavvicinai e l'abbracciai sentendo quanto fosse piccola e fragile fra le mie braccia...sembrava scomparire..."Stefano?"
"Scusa Marianna...dimmi..." le sue mani si posarono sulla mia schiena mentre il suo viso affondò nell'incavo del mio collo, la sentii inspirare...mi vennero i brividi lungo la schiena.."Ho sentito quello che hai detto a mia madre...che...mi ami"
"E quindi?" avrei voluto dirglielo in un altro momento, in un altro modo, non certo su un letto di ospedale, con lei che si era appena svegliata e cercava di fare i conti con una certezza impietosa..il tempo scorreva veloce e noi non avremmo avuto molto tempo per fare tutte le cose che avremmo voluto fare assieme "E quindi...ci conosciamo da dieci giorni..."
"E chi se ne frega..."

L'AMORE ESISTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora