CAPITOLO 16

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La mia vita ormai era un susseguirsi ininterrotto di giornate tutte uguali...passavo le mie giornate in ospedale, poi andavo a prendere Arianna all'asilo, la portavo in giro o da mio padre, raramente l'avevo portata  dalla nonna materna, la mamma di Marianna fino a quando non era morta l'anno prima...quando la bimba dormiva mi mettevo a letto, nel letto che era stato mio e di sua madre, poi mi rigiravo per almeno un'ora prima di alzarmi e andare a lavorare al computer. L'anno prima avevo aperto uno studio fotografico, dove adesso lavoravano tre fotografi molto bravi, io supervisionavo il loro lavoro e spesso di notte mi portavo avanti con quello che c'era da fare. Raramente dormivo, non riuscivo a farlo soprattutto nel nostro letto..spesso mi addormentavo sul divano con Arianna che la mattina dopo mi veniva a svegliare. La nostra vita a due era ormai collaudata, avevo spesso pensato che con me lei fosse una bambina a metà, che le mancasse una fondamentale figura femminile ma lei sembrava non risentire della situazione e poi per me sarebbe stato veramente difficile introdurre nella nostra vita una figura nuova. Io ero sposato con Marianna che fino a prova contraria era ancora viva. Certo era attaccata da 4 anni ad una macchina che respirava al posto suo, spesso mi chiedevo che diavolo di vita fosse quella, ma lei era viva e fino a quando quel respiratore avesse fatto il suo lavoro io non potevo pensare di staccarle la spina...lei era ancora la mia Marianna, quella che mi aveva fatto innamorare e che era ancora l'unica persona che riuscisse a farmi battere il cuore, nonostante non scambiassimo una parola da 4 anni..io le parlavo, lei stava a sentirmi, io le stringevo la mano, lei rimaneva inerte ma Marianna c'era comunque e ci sarebbe sempre stata.
Ormai tutti nel reparto mi conoscevano, quando passavo per i corridoi tutto mi salutavano per nome...quando entrai nella stanza di Marianna per prima cosa le buttai i fiori ormai appassiti che aveva sul comodino e li sostituii con un mazzo nuovo di zecca. Quel giorno il fioraio mi aveva consigliato dei girasoli. Poi presi la spazzola e iniziai a pettinare i lunghi capelli di Marianna che ogni tanto facevo accorciare dal suo parrucchiere. Le facevo anche fare la manicure e cercavo di tenerla il più in ordine possibile. Ogni giorno le facevo fare personalmente una serie di esercizi per mantenere il tono muscolare, poi cercavo sempre di metterle della musica che le piacesse oppure registravo dei momenti in cui Arianna parlava e glieli facevo ascoltare con le cuffie. Continuare quella routine dopo 4 lunghi anni non era facile, c'erano giorni in cui avrei voluto solo rinchiudermi in casa e maledire tutti, anche Arianna..aveva gli stessi occhi di sua madre e guardarla in viso ogni volta era una bella batosta.
Per fortuna accanto a me c'erano Alessandro e sua sorella Sara che mi avevano aiutato un sacco in quei giorni di 4 anni prima in cui praticamente non mi ricordavo neanche il mio nome. Avevo vissuto per settimane in un limbo, in cui vivevo in costante attesa di una telefonata dall'ospedale che mi annunciasse che Marianna, incinta di nostra figlia, non ce l'aveva fatta. Le settimane erano diventati mesi, i medici avevano fatto il parto cesareo e Arianna era nata all'ottavo mese. Stava bene e la sua nascita pensavo riportasse da me anche sua madre, ma non era stato così. Marianna era entrata in coma, un coma causato da un versamento di sangue nel cervello. Paradossalmente la gravidanza aveva rallentato il progredire della malattia di Marianna ma le aveva anche causato quel problema che ora la teneva inchiodata a quel letto..le sue condizioni era buone tutto sommato anche se lei era sembra in bilico, in un luogo in cui non potevo raggiungerla. Ogni giorno poteva essere quello giusto perché si svegliasse, ma poteva anche essere quello in cui le sue condizioni sarebbero precipitate..anche io come lei vivevo sempre in bilico, fra la disperazione e la speranza..quattro anni senza lei erano un'eternità...
Il suo medico mi trovò accanto al suo letto, come succedeva spesso. Dopo averle spazzolato i lunghi capelli rossi, dopo averla lavata, le stavo tenendo la mano..a volte stavo intere ore seduto in silenzio, altre volte le parlavo, che fosse del tempo e di quello che succedeva fuori...a volte piangevo, non mi scocciava ammetterlo...piangevo perché in determinati momenti avrei preferito che lei non fosse in bilico, ma che trovasse la sua pace, qualsiasi essa fosse..
"Stefano"
Io rimasi in silenzio...non avevo più la forza neanche di salutare i medici e gli infermieri a volte "Novità?"
"Credo che sia arrivato il momento di prendere in considerazione quello di cui parlavamo"
"Le cellule staminali?"
"Abbiamo già fatto un primo ciclo prelevando le cellule dal cordone ombelicale di vostra figlia, adesso potremmo fare un piccolo prelievo ad Arianna e fare un altro ciclo di trasfusioni. Dovremo cercare di capire se questo influirà sulla salute di Marianna o meno. Se la risposta è positiva lei potrebbe anche svegliarsi, come potrebbe anche succedere l'opposto lo sai...sono 4 anni che lei è in coma e più aspettiamo più le probabilità che lei si svegli da sola sono scarse"
"Se dovesse andar male.."
"Dovresti prendere in considerazione la possibilità di staccare la spina a Marianna..sei il suo tutore legale dopo la morte di sua madre" annuii perché ormai tutto gravava su di me dopo la morte di sua mamma a causa di un banale incidente in casa che però aveva portato alla luce un problema ai reni "Due giorni per pensare se prelevare del sangue ad Arianna..i tempi sono stretti Stefano" poi lui mi lasciò solo "Marianna svegliati....per favore....le possibilità che questa trasfusione con il sangue di Ari porti a qualcosa sono minime...meno del 10%...dammi un segno per capire cosa fare...sono stufo di tutto questo...sono 4 anni che cerco di essere forte ma sono al limite anche io. Da quando ti ho trovata svenuta sul pavimento quel giorno ho smesso di vivere anche io. Come se vedessi tutto nero anche io, come se fossi morto anche io..so che tu non sei morta ma vederti su questo letto, non avere un segno da te, mi sta facendo impazzire...sapere che tu sei bloccata in qualche posto, magari sognando chissà che cosa...non so come raggiungerti...vorrei solo sapere se tu sei ancora con me in qualche modo, perché io ti sento ancora Marianna ma più passa il tempo più faccio fatica a sperare che cambi qualcosa...torna Mari...torna da me...Arianna ti aspetta ed io non vedo l'ora di tenerti di nuovo fra le braccia...la malattia sembra abbia subito un arresto...la gravidanza è come se avesse fatto un mezzo miracolo, peccato che ti abbia anche causato questa cosa...io non ci capisco nulla ma...so che tu sei lì Mari, da qualche parte ci sei ancora...dammi un segno però...ti prego" la fissai tenendole la mano poi la baciai piano sulle labbra...era sempre la mia Marianna ma era come se ogni giorno in più immobile su quel letto lei scomparisse poco per volta "Ti ricordi quando mi hai detto di essere incinta? Eri così contenta che non hai neanche aspettato che entrassi in casa per dirmelo..sei corsa sul pianerottolo e mi sei saltata in braccio...avevi il test in mano e non ho capito nulla finché me lo hai sventolato davanti...ero così contento Mari e Arianna è la cosa più bella che mi potesse capitare ma vorrei che la vedessi anche tu...ti assomiglia un sacco e vorrei che lei conoscesse sua mamma..sarai una mamma meravigliosa..vorrei che Ari crescesse con due genitori che la amino alla follia perché ti giuro Marianna, so che non reggerò ancora molto...ho bisogno di te..."
Mi misi seduto sulla sedia bianca e poi poggiai la testa sul cuscino, vicino alla testa di Marianna...stavo crollando e solo lei avrebbe potuto farmi tornare indietro...

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