To be or not to be

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Essere o non essere:
questo è il problema.
William Shakespeare

Il problema era che stava lavorando come assistente di Sasuke da solo quattro giorni e già sentiva la mancanza delle fotocopiatrici. Il moro non faceva altro che comandarlo, sgridarlo, insultarlo e poi comandarlo di nuovo. Non lo considerava, non gli parlava e non lo guardava. E Naruto non poteva lamentarsi perché sapeva che lo stato di Sasuke era dovuto al litigio avuto due giorni prima con il padre. Non sapeva di cosa si trattava il biondo, ma sapeva che avrebbe voluto consolarlo e dirgli che andava tutto bene, che poteva andare a dormire a casa sua per distrarsi e divertirsi. Eppure taceva, perché Sasuke era intrattabile in quei momenti, ed eseguiva ogni compito alla perfezione, ingoiando tutti gli insulti che riceveva. Quella mattina sembrava andare peggio degli altri giorni. Era giovedì e pioveva a dirotto, portando un senso di stanchezza e sonnolenza alla maggior parte dei colleghi. Naruto era seduto alla sua scrivania a sorseggiare del thè caldo portatogli da Itachi, mentre assisteva all'ennesima sfuriata del moro nei riguardi di un povero giornalista che aveva osato domandargli il permesso di uscire prima perché sua moglie stava partorendo. Guardava quel povero uomo così imbarazzato e sottomesso che per un momento pensò di intervenire, ma fortunatamente ci pensò Itachi.

-Sasuke perché stai urlando?
Chiese dopo essere entrato dalla porta dell'ufficio del moro.

-Nulla che ti riguardi. Ti serve qualcosa?

-No, volevo vedere solo perché urlavi. Ti stanno sentendo tutti. C'è qualche problema signor Kuraku?

-Mia moglie sta per partorire. Ho chiesto un permesso per uscire prima. Se non fosse così importante non chiederei mai di uscire prima da lavoro.

Rispose impaurito l'uomo sotto lo sguardo gelido di Sasuke e quello gentile di Itachi.

-Oh...ma è meraviglioso. Certo che può andare.

-Itachi non intrometterti...

-Vada signor Kuraku...ci penso io qui e complimenti per suo figlio.

-grazie mille

Quando l'uomo chiuse la porta dell'ufficio calò un imbarazzante silenzio nella stanza. Naruto per un momento pensò stesse per scoppiare una guerra a cui non voleva proprio partecipare. Ma quando stava per alzarsi e uscire, Sasuke lo inchiodò con lo sguardo alla poltrona, fermandolo.

-Non dovevi intrometterti Itachi, non è tuo compito stabilire i permessi.

-stava per partorire la moglie, non puoi negargli un permesso.

-sì che posso, è un sacrificio che chi lavora qui sa di dover fare.

-no invece, non era indispensabile la sua presenza. Stai solo cercando un modo per sfogarti della rabbia che provi per papà. Sono giorni che rispondi male tutti, pensando che tutto ti è dovuto. Ma non è così Sasuke. Se vuoi rispetto devi essere il primo a rispettare,non lo dimenticare.

-io non sto dimenticand...

-si invece, quindi vedi di riprenderti e lasciare gli affari tuoi e di papà fuori dal lavoro.

Sasuke non ebbe possibilità di replica perché Itachi uscì dall'ufficio sbattendo la porta. Era raro vederlo così, era famoso per essere gentile e non perdere mai la calma. Sasuke rimase fermo a fissare la porta e il biondo non se la sentì di dire nulla per qualche minuto finché non lo vide chiudere gli occhi e massaggiarsi le tempie. 
Naruto si alzò dalla sua scrivania raggiungendolo e massaggiandogli le spalle.

-Ho esagerato vero?
Chiese in un sussurro, coprendosi gli occhi.

-solo un pò, ma vedrai ti farai perdonare da tutti.

Scrivo di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora