Capitolo 3

221 9 2
                                    

*"Harry no smettila" "ti ho preso Gemma ora sei mia prigioniera sulla mia nave" "hai 11 anni non puoi avere una nave... padre" "ciao bambini miei, giocate ancora ai pirati" "si papà ho fatto prigioniera Gemma" "Harry piccolo mio, devi sempre proteggere tua sorella va bene, quando non ci sarò io tu sei l'uomo di casa e tua madre sarebbe fiera di te" "certo papà sempre"*

"No" mi svegliai sudato, l'ennesimo incubo, non eravamo ancora riusciti a rintracciare la nave che ci aveva assaltato e aveva preso mia sorella, strinsi i pugni e mi voltai, fuori il primo pallido sole del mattino. Erano circa le 7 di un nuovo giorno. Primo a l'ordine del giorno un bagno e poi visita ai prigionieri.

+

Il bagno per rilassarmi non fece molto effetto, quando mi guardai allo specchio i miei occhi riflettevano il dolore che provavo e sembravano degli specchi bagnati dai ricordi, tutto ciò che un capitano non dovrebbe riflettere. Levai lo sguardo dallo specchi e mi vestii con una camicia bianca aperta a metà dorso e dei pantaloni neri a cui legai il mio spadino, indossai gli stivali e uscii.

"Capitano Harry.."

"Niall, buon giorno, va tutto bene?"

"quel Tomlinson ha straparlato quasi per tutto il resto della notte ma alla fine è crollato"

"Zayn dov'è?"

"di vedetta al ponte di destra, purtroppo, ancora niente sulla nave che..."

"certo grazie" mi liberai della sua presenza e mi diressi sotto coperta. Scesi piano cercando di fare poco rumore sulle scale e mi avvicinai al materasso a terra dove c'era il caro Tomlinson. Mi fermai a guardarlo dormire, sembrava così rilassato solo una piccola ruga sulla fronte disturbava l'aura di serenità che sembrava circondarlo. Vidi come arricciò il naso e si mosse leggermente con la testa facendo calare un ciuffo di capelli su i suoi occhi, lo feci senza pensare, allungai la mano per scansarlo con le dita, lui si mosse aprendo leggermente gli occhi e colpendomi col suo sguardo nei miei. Scattò a l'improvviso scansando la mia mano dal suo viso,

"che diavolo stai facendo?" vidi scattare anche il suo compagno a girarsi verso di noi iniziando a emettere dei strani suoni dal bavaglio,

"io non volevo... è mattina sono venuto per portarvi a fare colazione"

"no grazie, per quanto ne posso sapere ci avvelenereste"

"ci servite vivo mio Lord, forse il vostro amico sarebbe sacrificabile non voi" feci un mezzo sorriso, "ma se rifiutate, come volete, ci vediamo per pranzo"

"no aspettate.. forse, forse del pane o una frutta"

Mi avvicinai di nuovo a lui per liberarlo dalle catene,

"che fate?"

"come ho detto non ho timore di un vostro attacco, il cibo è di sopra e di certo io non sono un vostro servo" liberai prima lui, che vidi strofinarsi i polsi e poi il suo amico che mi buttò addosso la bandana che Zayn gli aveva ficcato in bocca, riprendendo ad urlare,

"quando il suo amico si sarà calmato potrete salire. Con permesso.." mi congedai risalendo le scale e lasciando aperta la porta. Sentii dei passi lenti seguirmi, con la coda dell'occhi intravidi la camicia azzurra di Tomlinson mentre si guardava intorno,

"Li avete lasciati liberi?"

"Stenton sono su una nave e devono mangiare anche loro, e qui le regole le faccio io, non toccateli è chiaro, dillo a tutti, se solo vengono anche solo sfiorati ve la vedrete con me"

"si Capitano"

"da questa parte.." richiamai la loro attenzione indicandogli con la mano della frutta, del vino sul tavolo interno della stanza sotto il ponte di comando. "qui potete trovare il cibo che abbiamo a nostra disposizione, mi potrete perdonare se non abbiamo ciò che a voi è più gradito mio Lord.." si girò ad osservarmi da l'alto in basso, non mi piaceva essere guardato così da nessuno, ma lui non sembrò farlo con cattiveria, mi stava studiando,

17 BLACKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora