Capitolo 27

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Non riuscivo a muovermi. Il corpo intero mi faceva male. Fuori era una giornata grigia, minacciava pioggia. Gemma mi venne a bussare per la colazione ma, evitai di rispondergli, la sentii poggiare un vassoio fuori la porta, ma non mi andava di mangiare nulla. Stanotte avevo sognato i giorni sulla nave, quando ancora potevamo amarci senza riserva. Avevo sognato un momento in particolare, qualcosa che credevo dimenticata, stralci di conversazioni, eravamo nel mio letto:

*"Louis, tu se figlio di un Duca, non è questa la vita che vuoi davvero. Non può esserlo"
"nemmeno quella con mio padre però. Non so cosa voglio ma al momento essere qui è quello che desidero. Tu invece. Cos'è che volevi Harry?"
"tu non sai quello che vuoi, mentre io nella mia vita o sempre saputo cosa volevo, e so' cosa voglio anche adesso, e voglio te. Solo te"*

Mi portai le mani sul viso. Credevo che ora si sarebbe tutto sistemato ma, avevo capito che anche se mi avvicinavo a lui,l'avrei pagata. E non mi sarebbe importato poi molto se avessi avuto la certezza che lui non sarebbe stato toccato. Sentii bussare di nuovo e stavolta mi alzai e andai ad aprire,

"non dire nulla.."

"non puoi stare qui devi andartene Louis" era testardo "ti ho detto che non ho nulla da dirti. Non sei più ciò che voglio mi dispiace.."

"sta zitto per una buona volta. Mi stai ferendo e lo sai. Stupido ragazzino, io.. voglio delle spiegazioni. Perché ora? Sono sempre lo stesso e non credevo che.." mi girai di spalle e sospirai,

"Louis devi uscire da qui"

"è casa mia e anche questa stanza mi appartiene e non hai il diritto di dirmi cosa devo fare. Ma tu hai il diritto di darmi una spiegazione. Perché ce l'hai con me?"

"ce l'ho sempre avuta con te, per ciò che è successo alla mia famiglia. Ti portavo al letto solo perché sapevo che in questo modo tuo padre ti avrebbe voltato le spalle ma adesso mi sono stufato"

"non è vero, hai detto di amarmi"

"mentivo"

"NO. Se vuoi che mio padre mi cacci perché hai deciso di smettere, perché non continuare nel prendermi in giro eh.. rispondimi?" strinsi i pugni e lui alzò una mano colpendomi "questo l'hai sentito? E questo.." mi spintonò, uno due volte,

"smettila Louis.." cercai di bloccargli i polsi, i suoi insulsi e deboli polsi,

"no, lasciami" continuò ad urlare "vuoi colpirmi fallo avanti, e ti odierò, fallo, affonda ancora di più dentro di me e feriscimi, fallo.." scossi la testa e lo allontanai. Lui si riportò avanti prendendomi il viso e baciandomi, stringendo i pugni sul mio petto, "questo l'hai sentito, ti sono indifferente.. mh" mi bacio di nuovo, stringevo i suoi polsi ma non era più per allontanarlo, le sue labbra bagnate e tremanti sulle mie,

"Louis ti prego,"

"no aiutami, aiutami a capire. Perché non mi vuoi più, è per ciò che indossò, per chi sono? Lo sapevi anche prima eppure non ti importava"

" e non mi importa solo.. è complicato adesso, non posso più"

"è per mio padre. Che ti ha detto? Posso proteggerti, potrei fare in modo di.."

"cosa, è il suo palazzo, tutti qui controllano che non ti giri intorno che non parli con te e dovrei.. allontanarti ma è difficile se continui a starmi in torno. Sto' cercando di proteggere te, non me, non mi importa di me"

"ti sei lasciato comprare da mio padre, per ferirmi" vidi il tradimento nei suoi occhi, la tristezza e il disgusto,

"si, le lezioni di piano erano solo per deviare l'attenzione dal pagamento"

"fai... credevo fossi diverso, ma cosa potevo aspettarmi da un pirata"

"faccio cosa Louis, dillo.. schifo, ti faccio schifo non è così" non rispose, strinse i pugni e tirò su le spalle e uscì dalla stanza.

"spero che spenderai bene i miei soldi, Capitano Styles" sbatte forte la porta, ed io rimasi di nuovo solo.

+

Stavo pensando quanto stavolta sarebbe durato il dolore. Quanto avrei impiegato per far si che il modo in cui mi avrebbe guardato da adesso in poi non mi avrebbe toccato. Pensai anche, che stavolta sarei potuto morire di quel dolore, ma sapevo anche che solo il tempo avrebbe potuto darmi torto, o ragione.

Non avevo immaginato questo, non volevo questo. Cadere a pezzi e urlare in silenzio. Più i giorni passavano più non credevo di andare avanti un altro giorno. Vivere senza di lui, non era vita. Fingevo che non mi importava ma il cuore ogni notte mi ricordava ciò che voleva. Non potevo impedirlo, il dolore della sua assenza era più che una tortura. Aveva provato ad avvicinarsi di nuovo, ed io ero finito di nuovo sotto pugni e calci. Non si era più avvicinato, non mi aveva più guardato, e non eravamo stati più nella stessa stanza al di fuori dei pranzi e delle cene che spesso saltavo per andare alla taverna in piazza.

L'alcool mi aiutava a limitare il dolore, ma il giorno dopo ricominciava come io ricominciavo a bere. Non lo sopportavo. Lui era diamante ed io carbone, l'avrei solamente sporcato e avrei dovuto capirlo prima che stavo giocando in modo pericoloso. Un modo che bruciava, ma sapevo che lui era il bene per me ed io sarei potuto esserlo per lui, forse in un altro mondo, forse in mare.

Mi ritrovai a cadere da cavallo una notte, cercai di rimettermi in piedi, ma trovai mani che avevo imparato a riconoscere a sostenermi,

"andiamo Harry, di nuovo una nottata lunga vero"

"già Zay, dovresti saperlo"

"è la terza notte di fila che torni in queste condizione, in sette giorni .."

"sshh non capisco ciò che dici. Portami a letto da Louis.."

"Louis non vuole vederti, e tu dovresti dirgli che hai restituito quei soldi"

Non risposi, mi lamentai soltanto. Sarebbe finito prima o poi.

"ouch"

"non lamentarti. Sai Liam pensa che debba lasciarti di fuori invece di portarti in casa come un cane tutte le notti hahah"

"sei un bravo amico Zayn, prometto che non succederà più"

"sisi, adesso dormi"

Non seppi bene in quanto mi addormentai, ma crollai.

17 BLACKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora