Elizabeth
Sistemai le mie poche cose nei cassetti della camera e feci il letto.
Qualcuno bussò alla porta e quella freneticamente si aprì mostrandomi la figura della governante:
«Oh... Liz sei qui, il principe Jace è appena tornato da una delle sue solite cavalcate e come puoi ben immaginare vuole farsi un bagno...»
«E...?» non capii bene il mio ruolo in tutto questo ma se avessi potuto fare qualcosa di sicuro non mi sarei rifiutata.
«E devi preparare tutto perché ciò sia possibile.»
Solo in quel momento divenne chiaro e mi misi a correre per raggiungere la stanza del principe ai piani nobili.
Arrivata al lungo corridoio, appena sorpassate le scale, bussai a ogni porta che trovai, ma neanche una risposta mi accolse; quella volta non persi tempo ed entrai nella camera aperta con agitazione e nervosismo:«Principe...» evidentemente avevo sbagliato.
«Liz, cosa ci fai qui?» la voce dolce e sbigottita della principessa mi fece rinsavire e subito mi accinsi a porgerle le mie scuse:
«Oh... signorina, io non intendevo importunarvi, pensavo che questa fosse la stanza del principe...» speravo con tutta me stessa che lei non avesse informato il re o la regina, o addirittura il principe suo fratello: essendo più grande di lei avrebbe potuto benissimo prendere seri provvedimenti per il mio comportamento inadeguato e stupido.
Improvvisamente fui sorpresa di sentire la frase della ragazza:
«Non preoccuparti, non è successo nulla; ma dimmi, perché cerchi con tanta urgenza mio fratello?» le raccontai la pura verità poiché desideravo un suo consiglio su come tirarmi fuori da questa situazione piuttosto scomoda:
«Sono stata chiamata da lui circa dieci minuti fa e non ho ancora trovato la sua stanza da letto, ho paura che si arrabbi!»
«Tranquilla, ti ci porto io da lui e gli spiego il motivo del tuo ritardo, però non deve accadere più e devi migliorare i tuoi modi, perché se non bussi e non attendi una risposta alla mia porta non mi interessa, ma se questo si verifica nei confronti di Jace si arrabbia.»
Annuii apprensiva e seguii la signorina che pareva tanto gentile con me.
Giunte davanti all'uscio, la sorella del principe batté leggermente il palmo contro lo stipite e il signore dall'altra parte rispose abbastanza seccato:
«Finalmente Elizabeth, iniziavo a pensare che avremmo cominciato male già con il primo ordine, la prossima volta ti farò chiamare un dì prima così non sarai in ritardo!»
«Non riconosci neanche più tua sorella? E comunque c'è anche lei.»
Mi fece cenno di entrare e appena varcai l'ingresso rimasi stupita...
Nonostante il giaciglio della principessa fosse sfarzoso e pieno di lussi, quello del principe era veramente luminoso e spazioso; in confronto alla mia camera sembrava la dimora di un dio.
«Buongiorno signore, scusate il ritardo ma...» fui interrotta dal supporto della giovane nobile:
«La verità è che la poverina si era persa per cercare la tua camera ed è fortunatamente capitata nella mia, così ho deciso di portarla io qui.» spiegò lei con la semplicità più strabiliante e naturale che non sarei mai riuscita a trovare dentro di me.
«Bene ora sei qui...» lo osservai con attenzione; era abbastanza alto, i suoi capelli alla luce del sole prendevano a colorarsi di oro, degli occhi che riuscivano a farti tremare non appena li incastonava nei tuoi e un petto abbastanza muscoloso che ti faceva sentire quasi insignificante.
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Sono la serva del mio amore
Historical FictionSiamo nel Regno di Gran Bretagna nel 1783, dove governava la famiglia reale Edwards. Una giovane ragazza sedicenne, Elizabeth Morgan, è costretta a cambiare vita per sopravvivere. Dopo aver perso suo padre, deve affrontare anche la tragica morte del...