Gli amici del principe

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Elizabeth

Mi risvegliai sola sul letto di paglia disturbata dalla luce invadente del primo mattino.

Cercai Kole con lo sguardo ma non lo trovai; mi alzai e osservai i bei cavalli presenti, ne mancavano due.

Dal cortile provenivano delle voci, mi sporsi appena per avere un minimo di visuale e vidi il ragazzo che guidava un cavallo bianco come la neve mentre sul suo dorso c'era la principessa che stava imparando a cavalcare.

Appena finita la lezione la signorina ritornò nel castello e lui riportò il cavallo nella stalla, mi vide e venne a salutarmi:

«Allora, come stai dopo aver dormito sulla paglia?»

«Un po' indolenzita, ma ho dormito bene. Perché manca un cavallo?» a quella mia domanda corse esattamente nel posto vuoto come se fosse a conoscenza della sua assenza, poi velocemente uscì ed emise un fischio che echeggiò nell'aria.

Uno stallone completamente nero, in contrasto con il bianco dell'ambiente, comparì in lontananza, una parola bastò per descriverlo al meglio: magnifico.

Kole prese sotto braccio il suo dorso e lo portò insieme agli altri; quello splendido animale mi colpì particolarmente.

«Di chi è quel cavallo?» gli chiesi raggiungendolo.

«Del principe. Ti piace?»

«È favoloso. Come si chiama?»

«Dark, di solito scappa e torna solo con il fischio, il principe lo sa, ma non ha intenzione di legarlo come gli altri.»

Annuii e mi avviai alla mia stanza, avevo voglia di coricarmi un po', ma Rose mi informò delle nuove richieste della regina:

«La signora si è appena svegliata e ti aspetta nella sua camera per sistemarle la capigliatura.»

«Vado subito.» quasi partii correndo, ma Rose mi richiamò:

«Liz... la sua è la medesima di quella del re, quindi percorri il corridoio e bussa alla porta che trovi davanti a te.» la ringraziai e stavolta andai davvero.

La regina mi chiese di sistemarle i capelli in modo elegante, similmente a come mi ero presentata il primo giorno e poi mi dette la mattinata libera; la verità fu che non reagii per nulla con una qualche domanda strana sul motivo o cose del genere tipo 'siete sicura?', no, non mi sognai neanche di provarci.

Colsi l'occasione al balzo e ne approfittai per chiacchierare un po' con Rebekah: lei stava preparando la colazione, mentre Rose puliva le stanze.

«La principessa somiglia molto poco ai signori suoi genitori.» esposi il mio pensiero alla ragazza che continuò il discorso:

«Anche io lo avevo notato e infatti poi Rose mi ha raccontato la sua storia.»

«Ha una storia particolare?»

«È stata adottata, non lo sapevi?»

«Non ne avevo idea!»

«Il re e la regina desideravano tanto avere anche un'erede femmina, ma dopo il tanto travagliato parto del principe, la moglie rimase sterile così accantonarono l'idea; dopo qualche anno il marchese e la marchesa Stuart di Scozia, grandi amici dei padroni, morirono in circostanze anomale e la figlia che avevano appena avuto rischiava di diventare un'orfana qualsiasi, quindi al quinto compleanno del principe adottarono la piccola Zoe.» non mi aspettavo nulla di simile.

Rebekah uscì per portare il cibo ai signori e io andai nella mia camera a riposare comodamente. Mi addormentai.

«Liz svegliati...» mugugnai la mia disapprovazione, ma lei non cedette:

Sono la serva del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora