Tranquillità

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Elizabeth

La notte passata nel letto del padrone era stata a dir poco rigenerante.

Gli amici del principe erano tornati; per quel dì avevano organizzato un'uscita tutti insieme e il signore mi aveva chiesto di parteciparvi.

C'era anche la principessa, si era guadagnata il permesso dal fratello.

Era un banale pranzo all'aperto e io e Rebekah dovevamo semplicemente servire il cibo dai cestini.

Lo spiazzo di giardino era in mezzo al bosco, vicino al ruscello.

Purtroppo il principe si era sì fidato della sorella, ma aveva comunque messo Austin a sorvegliarla, che era venuto con noi come fosse uno di loro.

La regina mi aveva permesso di tenere il cavallo di cui mi aveva fatto dono nonostante non fossi partita.

Mangiarono tutti di buon grado e poi si sparpagliarono, solo il principe rimase sull'erba:

«Tu guarda che coincidenza, siamo rimasti solo noi due.»

«Coincidenza...»

«Sembra che tu sia ben voluta da tutti al castello.»

«Sinceramente non mi aspettavo di essere entrata nelle grazie di vostra madre...»

«Mia madre è una donna gentile, che si affeziona alla sua servitù e a chi svolge bene il proprio lavoro.»

«A volte sono invidiosa di voi...»

«Non credevo fosse una novità.»

«Non per i vostri averi, se è questo che intendete; voi avete una madre che vi ama tantissimo e non vi abbandona mai, neanche quando siete nel torto.»

«Si presume faccia questo una madre.»

«Beato voi che ne avete ancora una.»

«Non ti rattristare, volevo che ti divertissi oggi...»

«Non sono triste, ho solo nostalgia.»

«Vieni, andiamo a vedere come se la cavano gli altri...» mi prese per mano e ci aggirammo per il bosco circostante a cercare le coppie che si erano allontanate.

I primi che notammo tra gli alberi furono Dylan e Rebekah, non fui sicura di aver visto bene; secondo la scena che mi trovai davanti si stavano baciando con una certa voglia condivisa:

«Dylan la ama, ma non sa come dirglielo, lei pensa ancora a me e non riesce a dimenticarmi.»

«Doveva essere molto innamorata di voi allora.»

«Più che altro ci eravamo entrambi illusi di poter avere quel bambino.»

«Sembra che anche lei provi interesse per lui.»

«Prima o poi troveranno il coraggio di stare insieme.»

«Ma va contro la rispettabilità del suo buon nome e della sua casata.»

«E da quando ti preoccupi degli obblighi sociali?»

«Obblighi sociali?»

«I nobili hanno dei doveri da rispettare, tra questi ci sono quelli di sposare qualcuno che ti garantisca una vita agiata e fare dei figli perché portino avanti il tuo nome; a dire la verità, questa persona non te la scegli quasi mai tu, è raro che ci si innamori veramente.»

«È triste...»

«Cosa?»

«Che siate costretti ad avere dei figli per garantire un futuro alla vostra famiglia e non per l'amore e la passione che professate alla persona con cui avete scelto di condividere tutto.»

Sono la serva del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora