Dove sono?
Ma soprattutto come sono arrivata qui?
Dando una rapida occhiata per la stanza riesco a vedere una piccola busta bianca adagiata su un comodino vicino al letto dove attualmente sono seduta, mi sembra di essere finita in uno film degli orrori. Merda. Lentamente apro il rettangolino di carta bianca che ho tra le mani rimanendo basita per qualche secondo a ammirare la leggiadra calligrafia di mia madre... Ma dove sono finita?So che avrai tante domande mia cara, adesso sarai confusa e avrai il pieno diritto di arrabbiarti con noi. Ovviamente sarai già a conoscenza del fatto che non potremo più vederci, al test sei risultata un demone e sono sicura che capirai la decisione presa da me e da tuo padre.
Da oggi inizierà la tua nuova vita, non ti sarà più permesso di scriverci o di contattarci in alcun modo, abbiamo dato ordini precisi all'Accademia luogo in cui ti trovi adesso.
Solitamente ad ogni ragazzo è permessa una settimana per salutare amici e parenti dopo la prova prima di entrare ufficialmente a far parte dell' istituto ma abbiamo deciso entrambi che non era il caso di prolungare la tua permanenza a casa.
Da domani inizierai a frequentare normalmente le lezioni come ogni altro studente.
Ci dispiace che le cose siano dovute andare così, se avvessimo saputo sin da subito della possibilità che tu potessi rivelarti uno di quei mostri avremmo eliminato il problema dalla radice probabilmente dandoti in affidamento sin dalla nascita.
Adesso penso sia arrivato il momento dei saluti non che ci sia molto da dire ovviamente, a mai più rivederci Chanel.
Mr&Mrs Wilson.Un rumore di carta strappata si dissolve per tutta la stanza.
Non esiste nessuna lettera.
I miei genitori non mi hanno abbandonata.
Io sono a casa mia, in camera mia.
Sono nel mio letto.
Sono tranquilla consapevole di essere un angelo.
Io sono un angelo.
Vero? -VERO?!-
Inconsapevolmente mi ritrovo ad urlare in una stanza vuota e per niente familiare, cosa c'è di sbagliato in me? Perché Dio ha scelto di punirmi? Perchè non mi ha donato due splendide ali bianche? Che progetti ha in serbo per me, per il mio futuro? Ma soprattutto perchè i miei genitori non mi possono accettare per come sono? Perchè devono ripudiarmi? Non mi possono semplicemente amare come hanno fatto fino ad adesso? Infondo io sono sempre la stessa.Un errore, ecco cosa sono. Non merito di esistere.
Ho un disperato bisogno di parlare con i miei genitori, ho bisogno di chiarimenti e di spiegazioni perchè non possono pensare seriamente che mi accontenti di una stupida lettera di addio.
Prima che me ne accorga sono gia fuori dalla porta pronta a percorrere l'unico corridoio disponibile diretta nell'ufficio del preside si, insomma, ci deve essere un ufficio del preside anche qui, giusto?Ovviamente viste le mie innate capacità di equilibrio mi ritrovo presto con il sedere a terra, una ragazza dai capelli rossi mi sta osservando infastidita per la collisione appena avvenuta, ma adesso, adesso non ho tempo ne per scusarmi ne per giocare a fare la brava bambina, ho un assoluto bisogno di risposte.
-puoi dirmi dove si trova l'ufficio del preside?- squittisco con una voce molto più alta del normale che non giova alla mia posizione visto che la ragazza sembra ancora più arrabbiata di prima.
-Ma come ti permetti insulsa ragazzina! Non devi osare...- non ho tempo da perdere e sicuramente non starò qui a sorbirmi le sfuriate di una diciottenne incavolata.-Ho bisogno di parlare con il preside percui dimmi dove si trova il suo ufficio, adesso.- la mia voce risulta decisa e soave allo stesso tempo ma non perdo tempo per capire cosa o come abbia fatto a farmi ascoltare perchè la ragazza si è finalmente decisa a parlare.
-Esci dal corridoio, svolta subito a destra poi a sinistra ed è l'unica porta con i bordi dorati.-
Senza indugiare più del dovuto inizio letteralmente a correre pronta a raggiungere la mia destinazione.Appena arrivata, non preoccupandomi affatto di bussare, apro di scatto la porta trovandomi davanti a un uomo paffuto e decisamente anziano che a quanto pare sta facendo una bella ramanzina ad un ragazzo che più o meno deve avere la mia età.
-Ragazzina non ti hanno insegnato l'aducazione tra gli angeli?! Come osa piombare così nel...-
-Mi scusi ma ho bisogno di urgenti spiegazione e sono qui per questo motivo, sono sicura che il resto possa aspettare.- affermo convinta scoccando un occhiata annoiata al ragazzo.-Ma chi si crede di essere per dettare ordini ragazzina?!-
-Chanel Wilson ecco chi mi credo di essere- dopo quello che ho appena detto il preside mi guarda con rinnomato interesse per poi lasciar vagare gli occhi sul ragazzo ancora difronte a lui.
-Bene, se non ti dispiace Drake aspetta fuori dall'ufficio-
Una volta che il ragazzo o meglio dire Drake è uscito dalla stanza riporto il mio interesse sul volto non più furibondo del preside.
-Mi scusi per come sono entrata ma ho bisogno di risposte- ovviamente la mia natura da angelo non può mancare -ho davvero bisogno di parlare con i miei genitori perchè nonostante il loro alto livello nella cerchia non posso accontentarmi di una lettera lasciata in una camera che non mi appartiene veramente per colmare tutte le mie lagune, loro mi hanno privato della gioia di poter salutare i miei amici e il resto dei miei familiari e questo non lo posso accettare.- affermo risoluta anche se questo mio discorso non sembra toccarlo minimamente.-Mi dispiace signorina ma ho le mani legate, i suoi genitori hanno lasciato richieste ben precise che la scuola non può ignorare, da adesso in poi lei sarà uno studente come un'altro solo con qualche caratteristica che lo distingua dalla massa, da domani inizierà a frequentare normalmente lezioni, dovrà indossare la divisa scolastica e dovrà attenersi alle regole dell'istituto. Se questo non avverrà saranno presi seri provvedimenti, per adesso può andare e la prossima volta che irrompe così irrispettosamente nel mio ufficio non riceverà soltanto un richiamo orale.-
Appena il preside finisce il suo discorso non nascondo la mia espressione delusa, non possono pretendere che io sia il loro robot personale, ho i miei sentimenti e le mie opinioni ed ho assolutamente bisogno di esprimerle.
Dopo aver lanciato un occhiata carica d'odio al mio nuovo "superiore" decido di uscire sbattendo appositamente la porta trovandomi faccia a faccia con il ragazzo di prima, lui non dice niente, mi guarda sorpreso anzi oserei dire disgustato, dal suo abbigliamento deduco all'istante che pure lui è un demone, una delle poche cose che sò su quest'accademia è che qui ognuno ha un codice vestiario da rispettare che non consiste in una vera e propria divisa ma viene comunque definita tale. Ogni angelo deve indossare indumenti di colori chiari, vivaci, più vicini al bianco sono e meglio è mentre a noi demoni è concesso solo indossare abbigliamenti neri o di colori ugualmente scuri ma del resto, anche fuori dall' accademia, la situazione non cambia molto.
Scocco una veloce occhiata ai miei vestiti e noto con orrore che sono ancore quelli che avevo indossato il giorno della prova, adesso posso capire l'espressione del ragazzo ma di certo non posso farmi mettere i piedi in testa qui dentro, restituendogli lo sguardo disgustato lo supero colpendolo appositamente alla spalla per poi tornare in camera.
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The Defeat Of Evil
FantasyQuesto non è un libro come un altro, questo libro racconta una storia di amore, di odio, di tradimento, di delusione, di un angelo o forse dovrei dire di un demone. Capitolo 4 "l'inizio" Non è facile svegliarsi e sapere chi sei. Specialmente se sei...