Una parte di me

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Mi alzo lentamente, sto sudando freddo. Com'è possibile? Sono solo una novellina eppure sono riuscita a batterlo. Drake copia i miei movimenti ed in un secondo è davanti a me, mi guarda per un attimo poi volta le spalle e se ne va. Osservo la sua schiena finché la vista me lo permette poi lancio uno sguardo intorno, gli altri sono immobili, cosa ho fatto adesso di sbagliato?
Me ne vado.
Non riesco a reggere la tensione che si sta accumulando in questa stanza, sto rischiando di esplodere.
La porta che ancora non si era richiusa completamente da prima viene riaperta con un movimento veloce, freddo e meccanico. Mi sento un'estranea nel mio corpo.
Arrivo all'esterno dell'accademia e mi accovaccio sul terriccio umido godendomi quel poco di calore che i raggi del sole permettono di far arrivare alla mia pelle. Non so per quanto tempo rimango in questa posizione, so solo che la prima cosa che i miei occhi riescono a rivedere è l'oscurità, ho saltato il pranzo e se non mi do una mossa probabilmente salterò anche la cena.
Ho ancora indosso la tuta, mezza macchiata, mezza malmessa ma è tardi e non posso permettermi di farmi un bagno rilassante e neanche di cambiarmi se voglio riuscire a mettere qualcosa sotto i denti.
La tensione di stamani è ancora nell'aria, o forse me la porto semplicemente addosso.
Forse non riuscirò mai a separarmene o almeno potrebbe essere così per un po' di tempo, potrebbe essere un bene, un modo per riuscire a rimanere sempre vigile, sempre pronta per ogni evenienza oppure potrebbe farmi crollare, così, da un momento all'altro senza nemmeno che me ne accorga.
È tardi ed io sto delirando, sono rimasti solo pochi avanzi e praticamente nessun altro studente oltre a me, soltanto qualche piccolo gruppetto sparso qua e là a chiacchierare, forse di me o forse mi sto facendo troppe paranoie, non sono il centro di nessuno.
Perché mai dovrebbero parlare di me ventiquattro ore su ventiquattro, sono noiosa e incredibilmente monotona se escludiamo il mio aspetto ma forse ormai ci avranno fatto l'abitudine. O forse no, adesso mi stanno guardando.
Il borbottio del mio stomaco mi mette una strana fretta, come se non mangiassi da settimane, invece sono solo poche ore. Cosa succederebbe se scoppiasse una situazione critica? Probabilmente sarei una delle prime a morire.

Prendo qualche fetta di pane e del formaggio insieme ad una salsa verdognola che ricorda un po' il colore del vomito, perché l'ho messa nel piatto? Forse ero semplicemente soprappensiero tuttavia ne spalmo un po' sul pane e devo ammettere che è molto meglio di ciò che mi aspettassi poi, alla fine dei conti adesso del cibo è del cibo. Non credo farei tante storie nemmeno se mi trovassi davanti un pezzo di carne cruda da quanta fame ho.
Le porte si aprono, non alzo lo sguardo ma sento il noioso rumore di un paio di tacchi sbattere incessantemente nel pavimento.
Toc-toc il rumore aumenta.
Toc-toc mi sta dando alla testa.
Toc-toc sta venendo da questa parte.
Toc- toc stanno continuando rumorosamente a battere.
Silenzio. Il rumore finalmente è cessato. Qualcun'altro si è seduto al mio tavolo.

I miei occhi dopo interminabili secondi lasciano il piatto ancora mezzo pieno e spostano la loro attenzione sulla figura alquanto sgradevole che a quanto pare ha qualcosa da farmi sapere.
-Non avvicinarti più a lui.-

Cosa diavolo sta dicendo?

-Non so a chi o cosa ti stai riferendo, probabilmente avrai sbagliato persona.-
Rimango calma, distaccata, che crede di fare? Una sua occhiataccia sicuramente non mi farà intimorire, non so nemmeno chi sia.
-Drake, prima mi ha detto che non aveva voglia di passare del tempo con me, con me! Ti rendi conto?-
Ma di che cazzo sta parlando? Cosa c'entro adesso io con questa storia?
-Senti sinceramente non so chi tu sia, sono stanca, affamata e, visto che in questo momento stai indubbiamente delirando, potresti farmi il piacere di andartene e magari tornare domattina se questa conversazione per te è tanto inevitabile?-

-Andarmene?! Qui quella che sta delirando sei tu. Non ti conviene avermi come nemica e per questo devi stare alla larga da lui. Drake non ha energie da sprecare con una come te e mentre si allontanava da me l'ho sentito chiaramente pronunciare il tuo nome accompagnato a cose che non ho nemmeno il coraggio di ripetere! Io non so precisamente come, quando e perché tu e lui vi siate incontrati ma non mi importa. Tu, almeno che non voglia passare seri guai da ora in poi non ti ci avvicinerai nemmeno! Sono stata chiara?-

Veramente qualcuno ha sprecato energie per mettere al mondo una creatura del genere?

-Non posso non vedere Drake, abbiamo dei corsi in comune e comunque anche se così non fosse venendo qui e "minacciarmi" non risolverebbe sicuramente la situazione-

-Oh no, forse non hai capito quello che ho detto, sai Chanel, credo che non farebbe piacere ai tuoi genitori sapere che la loro figlia non si comporta affatto bene all'accademia-

Chiudo gli occhi e respiro, profondamente. Non può averlo fatto davvero. Non può averli tirati in ballo adesso.

-Sarebbe un peccato se qualcuno glielo dicesse, non è vero piccolo angelo? E pensa se la chiamata arrivasse dal preside in persona o da uno degli insegnati, sarebbe una disgrazia, fortunatamente questa situazione si può evitare, scegli bene Chanel. Ti conviene.-

La tensione accumulata da tutto il giorno sembra cadermi addosso come un macigno, cerco di restare calma ma dopo lo scontro di oggi la mia parte demoniaca è tutta un fremito, cala un silenzio quasi assordante per le mie orecchie, non riesco a capire, è quasi come se tutto ciò che accade quando sono in crisi, qualunque cosa sia, non faccia altro che peggiorare la situazione.
Forse sono solo io o almeno è una parte di me che cerca un pretesto per uscire, per riuscire a prevalere. Perchè, perché farmi del male? Perché negare a quella parte di passare?

Apro gli occhi. La ragazza sussulta. Nell'aria c'è quella punta di paura che il mio demone adora.
-Non ho capito bene chi vuoi coinvolgere in questa storia, scusa, potresti ripetere? Mi è parso di sentire che vorresti chiamare addirittura i miei genitori, assurdo no? Sai, non so se a loro importerebbe qualcosa o no però non amo sentirli nominare, in realtà ci sono tante cose che non amo, i tuoi tacchi per esempio, sarebbe una disgrazia se si rovinassero, no?-

La guardo, poi sposto l'attenzione sui suoi piedi ed in un battito di ciglia le scarpe vanno a fuoco. Urla, è così bello questo suono.

-Sei pazza! Sei completamente pazza!-

-Non è l'offesa più pesante che mi abbiano detto, potevi pensare un po' di più prima di parlare, magari dovresti pensare sempre un po' di più prima di parlare specialmente se poi devi farlo con me. Non mi va molto a genio che qualcuno mi dia ordini sai? Dirmi cosa fare, come comportarmi, come dovrei essere; no, decisamente non mi piace sapere che qualcuno crede di avere qualche sorta di controllo su di me. Se poi sei tu a crederlo ancora meno, non so come ti chiami, non so che rapporto tu abbia con Drake e non mi interessa, la sola cosa che mi interessa in questo momento è il mio pasto, non voglio che tu mi venga più a disturbare in alcun modo come questa sera, sono stata chiara?-

La ragazza posa per un secondo lo sguardo sui miei occhi, crede ancora di poter avere la forza di sovrastarmi? Non riesce a reggere nemmeno quel piccolo contatto diretto e, dopo poco, si mette a guardare il pavimento come se fosse l'unica cosa interessante che vede da tempo.
Prendo una ciocca di capelli e me la rigiro un po' tra le dita, nero, amo questo colore.
Aspetto una risposta che però continua a non arrivare, molto più silenziosamente di come è entrata la ragazza se ne va.

The Defeat Of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora