In due

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Corro, corro come non ho mai fatto prima, corro per sfogarmi, per liberare un po' di quella frustrazione che mi attanaglia lo stomaco ormai da giorni, corro per non scoppiare in lacrime, corro per non permettere alla delusione di riuscire a raggiungermi.
Tengo stretta la mano di Drake e avanzo dritta, sicura, cerco di non mostrarmi debole, cerco di essere forte, cerco di sorreggere il peso di entrambi. Non parla. Non reagisce. Non prova a interrompere il nostro contatto. Non comprendo veramente cosa sia successo, ho solo agito d'istinto ed adesso mi ritrovo con un' intera classe ancora sotto il mio comando ed io mano nella mano con un individuo che fino a ieri non mi poteva nemmeno vedere.

Abbasso lentamente la maniglia dello stanzino degli inservienti e, certa che non ci sia nessuno, mi ci fiondo dentro. Chiudo la porta e mi lascio scivolare fino al pavimento, è tutto così stressante, sono tutti così stressanti, così complicati, sarebbe tutto più semplice se imparassimo a controllare pienamente le nostre emozioni, se imparassimo a non lasciare che l'istinto ci domini, se imparassimo ad essere padroni di noi stessi.
Chiudo gli occhi per un po', quando li riapro mi concedo qualche secondo per analizzare la figura di Drake, sembra così vuoto in questo momento, così solo che per qualche secondo provo quasi pena per lui poi, però, ripenso a tutti i suoi numerosi amici, in particolar modo a quella smorfiosa che mi ha fatto visita in mensa l'altro giorno e mi chiedo come possa lui, così popolare, apparire così triste. Piano piano si abbassa e si sistema in terra accanto a me, non dice niente, rimaniamo semplicemente nel silenzio a scambiarci qualche sguardo di tanto in tanto.
-Grazie per avermi portato via da lì- la piccola bolla che mi ero creata scoppia riportandomi quasi dolorosamente alla realtà, riportandomi nella confusione, nell'ignoranza, spero veramente di scoprire presto qualcosa in più su me stessa, su cosa sono e sul perché lo sono, spero di comprendermi, spero di riuscire ad accettarmi.  Faccio solo un leggero cenno con la testa, non ho molta voglia di parlare in questo momento, vorrei solamente mettere un po' in ordine il casino che ho in testa e Raphaël lo può fare, devo riuscire a parlare con lui al più presto.

Involontariamente la mia gamba sfiora quella di Drake e come una scossa elettrica mi inonda tutto il corpo per qualche secondo, mi giro e incrocio i nostri occhi, così disperati, così familiari, così dannatamente uguali.
Vorrei tanto comprendere il suo dolore, vorrei tanto aiutarlo in qualche modo ma mi limito a mantenere vivo quel piccolo contatto che si è creato tra di noi e sperare che non sia proprio lui ad interromperlo.
Sfortunatamente la nostra attenzione si sposta istantaneamente sulla porta e sull'insopportabile rumore che si sta venendo a creare con sempre più irruenza, Drake quasi irritato si alza e mi allunga una mano, gesto che mi lascia molto sorpresa, chi si aspettava una cosa del genere da parte sua?
Accetto volentieri abbandonando la comoda posizione che ormai mi ero creata e, controvoglia, giro la chiave ritrovandomi immediatamente il volto sconvolto di un inserviente quasi a due centimetri dalla faccia.
-Ragazzi ma cosa ci fate chiusi qui? No! Non ditemelo, non voglio saperlo! Per certe cose, se proprio dovete farle, vi pregherei  di usare i letti e non certo il mio sgabuzzino! Ed ora fuori, non fatevi più vedere!-
Velocemente usciamo da lì dentro e ci allontaniamo svoltando l'angolo del corridoio dove ci lasciamo andare in una risata sincera, vera, era da così tanto tempo che non ridevo con qualcuno che ormai non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta, mi fa così bene ridere, quasi riesce a farmi sentire in pace con me stessa, quasi riesce a donarmi un po' di felicità.
Riacquistato un minimo di contegno rivolgo la mia attenzione a Drake e ripenso al bacio che ci siamo scambiati, sono stata una completa idiota a travestirmi per quella festa, a credere di poter cambiare la mia natura, lui non è stato di certo da meno con quella stupida scommessa ma questo non mi giustifica. Prima di arrabbiarmi seriamente cerco di scacciare quel pensiero dalla testa e di tornare alla realtà, anche lui ha smesso di ridere ed adesso mi sta guardando, guardando con uno strano sguardo, forse nuovo, forse non del tutto comprensibile per me. Uno sguardo che mi lascerà sicuramente tanto su cui riflettere.

Accenna un piccolo sorriso e poi se ne va, veloce e furtivo come era arrivato, lasciandomi sola con il suo ricordo, con ancora il suo profumo di menta così vivo quasi a averlo ancora qui, così vicino a me.

Accorgendomi di essere rimasta impalata come una stupida nel mezzo del corridoio mi volto e con calma torno in camera, mi butto sul letto e crollo non reggendo più il peso di tutto questo casino.

The Defeat Of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora