L'inizio

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Non è facile svegliarsi e sapere chi sei. Specialmente se sei chi non vuoi essere. Non è facile odiare quel che si è diventati e riuscire ad andare avanti con la propria vita, provare disgusto nel guardarsi allo specchio, autocommiserazione e orrore. Non è facile superare un trauma, se si è da soli ancora peggio. Non avere nessuno su cui contare mi fa ribrezzo. Mi fa ribrezzo me stessa. Sono un mostro, i miei hanno ragione. Se potessi cambiare lo farei ma come sempre non posso mai fare nulla di quello che in realtà vorrei. Sono unica, sì unica come un agnellino accanto ad un branco di leoni, rido per la metafora macabra che ho appena fatto... mi stanno gia cambiando. Questa scuola mi sta gia cambiando.

Sfortunatamente sto diventando sempre più lontana da ciò che in realtà vorrei essere, ma me ne farò una ragione come del resto sto facendo con tutto ciò che mi sta capitando.
La mia notizia si è diffusa in fretta qui in accademia, tutti continuano a fissarmi come un abominio, le loro occhiate mi entrano fin sotto pelle annientandomi. Non sono libera di fare ciò che vorrei ed ho bisogno di un modo per esternare i miei poteri perchè trattenendomi mi sto solo facendo del male. Altro male, altro dolore.
Fortunatamente o no tra poche ore si terrà il mio smistamento. Vorrei tanto che fosse come in Harry Potter Tassofrasso, Serpeverde, Corvonero. Probabilmente sarebbe tutto più semplice, il cappello parlante dichiarerà la mia appartenenza alla casa dei Serpeverde perchè daltronde data la mia natura non potrei essere altro, esultazioni, grida, invece tutto è complicato. Dovrò superare un ennesimo Test utilizzando i poteri ancora sconosciuti che mi ritrovo, dovrò mostrare le mie abilità davanti al preside e davanti ai rappresentanti dei gruppi studente, dovrò poi essere smistata in uno dei gruppi in base alla qualità dei miei poteri. Non mi sento pressoché un demone potente, dopo la settimana scorsa in classe non mi è più capitato alcun segno che possa avermi fatto comprendere le mie abilità. Tutto è molto confuso anche sulle mie vere origini. I miei hanno un posto elevato nella cerchia angelica e già per questo le probabilità di una mia aura demoniaca erano ridotte a pochi centesimi ma ovviamente gli eventi trascorsi mi hanno dimostrato che non possiamo affidarci alle probabilità o ai calcoli matematici tutto dipende dal destino.

Con un piccolo sospiro raccolgo i capelli in una coda alta, pratica, comoda, anche se non sopporto ciò che sono non posso continuare a sottrarmi dalla mia vera natura, dopo un rapido sguardo lanciato alla tuta affidatomi apposta per questa occasione la indosso sentendone un' elasticità una flessibilità mai provata sfortunatamente però è anche attillata, dannatamente attillata. Dannati abiti demoniaci.
Come posso essere così diversa e allo stesso tempo così uguale a quegli esseri?
Lentamente esco dalla mia stanza avviandomi verso la palestra generale, ormai riconosco ogni singolo corridoio, ogni svolta di questa scuola. Il tempo passa e quando non hai nulla da fare ti tieni impegnato in ogni modo possibile.

Prendo una bella boccata d'aria ed apro il portone. È il momento di mostrarsi sicura.
Con pochi e precisi passi sono sotto gli occhi di tutti, mi affretto a raggiungere il preside che rinizia a parlare appena percepisce la mia presenza dietro di lui.
Non so come ci riesca, probabilmente è uno dei suoi poteri.
-Signorina Wilson ora che anche lei è presente possiamo iniziare. Noi potremmo ammirare la sua prova dallo schermo posto accanto alla struttura. Il test consiste in delle semplici prove di livello mentale e fisico. Lei si posizionerà sull'unica sedia presente al centro della sala, dopo aver provveduto a sistemare tutti gli apparecchi sarà catapultata in una realtà diversa dalla nostra dove le sarà leggermente più facile evocare i suoi poteri e dove dovrà superare vari ostacoli che dimostreranno il suo livello e di conseguenza anche il gruppo a cui verrà assegnata.-
Il tono duro del preside mi ricorda vagamente quello di mio padre, possibile che debba pensare a loro anche in un momento critico come questo?
Senza aggiungere altro mi siedo preparandomi psicologicamente per ciò che mi aspetta.
Mi sento osservata e questo non aiuta la mia incolumità mentale.
Sento varie scosse percorrere ogni centimetro della mia pelle, il mio corpo perde sensibilità e presto mi ritrovo dentro casa mia.
Casa mia?
Che diamine è appena successo?
Sono nel mio letto, nella mia camera, non sono in accademia.
Mi precipito al piano di sotto trovando mia madre intenta a preparare la colazione.
-Mamma?-
-Oh Chanel cosa ci fai già sveglia? Oggi finalmente vedremo spuntare le tue ali dovresti riposarti.-
Possibile sia stato tutto un sogno?
Che io non sia mai andata in accademia? Che mi sia immaginata tutto?

Mio padre fa il suo ingresso in cucina, nulla sembra cambiato forse è davvero stato tutto un sogno.
Forse io sono veramente un angelo.
Purtroppo però tutto si spezza nel momento esatto in cui papà mi abbraccia.
In 17 anni di vita non l'ha mai fatto. Lui odia gli abbracci.
-Sono molto fiero di te piccola mia, qualunque sia il risultato della prova noi saremo fieri di te e ti sosterrerremo sempre.- scoppio in una fragorosa risata, quanto sono stata sciocca. Per un momento ho creduto davvero che fosse stato tutto un sogno.
-Perchè ridi cara?- mia madre mi rivolge uno sguardo preoccupato.
-Sai madre peccato che tu sia soltanto un prodotto creato dalla mia mente o forse dovrei dire dalla mente del preside altrimenti mi tratterrei volentieri qui a dialogare con voi- lasciando i miei genitori con sguardi sconvolti mi volto precipitosamente aprendo la porta di casa.
Come programmato lo sfondo davanti ai miei occhi cambia, adesso sono nella completa oscurità. Scontato.
Troppo scontato visto che ho paura del buio.
Sul mio volto spunta un piccolo sorriso e piano piano, passo dopo passo mi inoltro nell'ignoto.
Non è semplice superare le proprie paure ma quando ti impianti in testa che tutto questo non è reale un po' aiuta.
Tutto quello che ho appena pensato è andato a puttane nell'esatto momento in cui mi sento afferrare per la caviglia ed essere trascinata a terra.
Quello che ho davanti non è reale, Chanel tutto questo non è reale.
Ma poco aiuta in questo preciso istante mentre mi trovo faccia a faccia con chi ha popolato costantemente i miei incubi nell'infansia.
Accanto a me anzi sopra di me dal momento che mi sta tenendo saldamente ancorata al suolo si erge Gregor. È così che l'ho chiamato da bambina. Ha una forma umana, non completamente umana in realtà non ha volto ne capelli ne braccia, al loro posto ci sono due due orribili e mostruosi tentacoli.
Sono terrorizzata, non riesco a muovervi, mentre la presa diventa più forte e si sposta dalla caviglia alla mia gola io non reagisco.
Mi manca il fiato, non riesco a respirare. Sto cedendo, sto cedendo alla paura, alla forza di Gregor.
Odio tutto questo, odio non poter reagire, odio le persone che mi hanno portato a subire questa prova. Sento un calore partire dal cuore e irradiarsi in tutto il mio corpo, Gregor viene spinto via, lontano da me. Dalle mie mani escono dei raggi bianchi che lo tengono ancorato esattamente dove stavo io prima, le mie ali crescono e sento anche un leggero dolore alla testa a cui non faccio caso.
Il mio aspetto sta mutando, mi sono trasformata ed adesso ho il totale controllo di tutto.
Trafiggo il mostro dove dovrebbe pompare il suo cuore, Gregor si accascia a terra e si dissolve.

Adesso non sono più nel nulla, il vuoto non regna intorno a me.
Davanti a me si ergono alberi, fiori, cespugli, ci sono anche dei piccoli animaletti che giocano a rincorrersi e sorrido.
Sorrido perchè questa visione mi fa sorridere.
Deve essere abbastanza comico per chi mi vede, una demone che sorride davanti ad un paio di scoiattolini che scorrazzano in un prato.
Quasi ridicolo oserei dire e beh perchè no? Una risata sfugge incontrollata anche dalle mie labbra.
Il bel quadretto felice però non dura molto.
Attorno a me adesso si erge un muro di fuoco che sta inghiottendo piano a piano tutta la natura e i suoi abitanti.

Fuoco, sembra che loro conoscano tutti i miei punti deboli.
Non sopporto il fuoco, uccide ogni cosa che tocca, distrugge ogni essere vivente, uomo pianta o animale che sia, lo annulla.
Non posso stare qui con le mani in mano, non posso lasciar morire quei piccoli scoiattoli e tutti gli altri animaletti del bosco. Una nuova ondata di energia mi investe, la luce biancastra stavolta possiede delle piccole sfumature rosse e si avvia verso il fuoco.
Il fuoco è il male ma io posso controllarlo, lo sento, è una sensazione strana mai provata prima, sento di poterlo piegare ad ogni mio volere ma provando non accade nulla.

Percepisco l'energia vitale di quei poveri animaletti abbandonarli lasciando ormai i loro corpicini inermi, no. Io non posso permetterlo.
Mi concentro intensamente creando altri raggi che fuoriescono dalle mie mani, immagino il fuoco abbassarsi fino a scomparire, dopo una dolorosa fitta alla testa però riesco nel mio intento spengendo completamente il fuoco.

Ogni sensazione udibile si fa più confusa finchè non percepisco dei sussurri lontani raggiungermi gli orecchi, riesco finalmente ad aprire gli occhi e con non poca fatica mi riabituo all'ambiente che ho intorno.
La prova è finita e adesso tutti mi stanno osservando.


The Defeat Of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora