Vendetta

25 1 0
                                    

Cammino per il corridoio con tutti gli sguardi puntati addosso, sono odiosi, che cosa pensano di ottenere fissandomi? Lo fanno da sempre ma negli ultimi tempi, dopo il combattimento, è peggiorato tutto, gli insulti mormorati sotto voce credendo di non essere sentiti, battutine squallide che trovano divertenti solo loro, è possibile non essere al centro dell'attenzione generale per almeno quindici minuti qui o no? Si divertono a spezzarmi, a trovare il mio punto di rottura non sapendo però che l'ho superato già da un pezzo e che ora sto solo sopravvivendo, sopravvivendo anche grazie a loro che mi danno un motivo per lottare, lottare per non dargli la soddisfazione di vincere, per non fargli credere di essere invincibili.

Correggo la mia postura quando noto un gruppetto di ragazzi venirmi in contro, alzo il mento e cerco di mostrarmi più sicura, cosa vorranno adesso?
-Wilson perché non vieni un attimo con noi? Dobbiamo chiarire una piccola questione- uno di loro, demone probabilmente, mi afferra saldamente per un braccio e mi trascina fino ad un angolo remoto del giardino, sono fottuta.
Cerco di ribellarmi ma altre due mani si aggiungono alla presa, cazzo, perché deve sempre andare tutto male?
-Sai, l'altro giorno sei stata proprio crudele con Davis non credi? È un nostro caro amico e adesso si ritrova costretto a letto per tre settimane, con quel ginocchio che poi non sappiamo se riuscirà a riprenderne la piena autonomia quindi, se tu hai ridotto così lui, perché noi non dovremmo fare la stessa cosa con te?- su tutti e cinque i loro volti si forma un sorriso sadico, per quando possa essere brava nel combattimento non riuscirò mai a sconfiggerli da sola, mai.
Senza preavviso mi lanciano contro un albero, mi tengono ferma, saldamente ferma devo dire, non riesco a muovere niente, letteralmente niente, si sono organizzati bene visto che ho almeno una persona per arto intenta a bloccarmi, sono lusingata di tanta prudenza ma, porca puttana, non c'è modo di scappare. Mi guardo intorno in cerca di una soluzione ma poi arriva il primo pugno, dritto alla mandibola, non urlo, non vinceranno. Cerco di guardare in faccia il ragazzo, capelli scuri, occhi neri, nessuna caratteristica particolare, sarebbe difficile identificarlo fra tutta la massa di rincoglioniti che frequentano questa scuola -Era solo un allenamento, ho dovuto farlo altrimenti non sarebbe giunta la fine dell'incontro, mi avrebbero obbligato a continuare e continuare fino a ridurlo molto peggio di così, il ginocchio era, era l'unico modo- arranco un po' mentre pronuncio le ultime parole, parole dette al vento visto che il secondo pugno arriva e anche molto più forte di quello prima.
Continuano a picchiarmi, passano ai calci, non contenti del precedente risultato, non c'è punto del corpo che non mi faccia male, penso di avere due costole inclinate ma, fortunatamente, dovrei rimettermi in poco tempo, dovrei riuscire ad avere la mia vendetta molto presto. Sorrido, oh si, gli farò passare le pene dell'inferno, non hanno ancora capito con chi hanno a che fare, ma lo capiranno, giuro che lo capiranno.
Percepisco dei passi e l'ennesimo pugno arriva, ma non a me, al mio assalitore, subito i suoi compagni lo raggiungono, liberandomi. Forse la vendetta arriverà prima del previsto.
Mi trasformo, richiamo tutta la forza di cui sono capace e li guardo, uno a uno, troppo intenti a preoccuparsi del loro amico steso a terra per accorgersi di me, per accorgersi della mia furia.
Drake è al mio fianco, non so come abbia fatto ad arrivare fino a qui, ad accorgersi di me, ad accorgersi di quello che mi stessero facendo, ma lo ringrazio, davvero, se solo avessi il tempo per dirglielo glielo direi ma adesso quel tempo non c'è, adesso è solo tempo di lasciar andare la mia furia. Prendo il primo ragazzo, probabilmente quello che mi teneva la gamba sinistra e lo afferro per la gola, la sua espressione è gioia per il mio demone, se ne nutre e cresce di potenza, la presa si stringe, gli manca il fiato e, proprio un secondo prima della morte, lo lascio cadere a terra dandogli poi un sonoro calcio in faccia, sviene e i suoi amici iniziano a correre lasciando i due a terra, codardi, la caccia è iniziata.
Lanciando una piccola occhiata a Drake parto all'attacco raggiungendone immediatamente uno, lo scaravento contro un albero e, prendendo la sua testa fra le mani, colpisco la corteccia rompendola in gran parte, lo lascio, cade a terra, non si rialza. Tre.
La corsa continua, trovo il ragazzo del braccio destro nascosto dietro un cespuglio, trema, povera stella, cosa pensava di ottenere? Un'abbraccio?
Ha fatto tanto il duro difendendo il suo amico, mi ha rivolto parole orribili, ha compiuto un gesto orribile per cosa? Perché ho obbedito al mio cazzo di istruttore?
Lui, lui si merita di peggio. Entro nella sua mente, la sua barriera cede, cerco le sue paure più oscure, abbandono, terrore, solitudine, raccolgo tutte le peggiori emozioni che abbia vissuto nella sua vita e le ritrasmetto tutte in una volta, urla, urla così forte, così intensamente che un brivido mi attraversa tutta la schiena, il mio demone è stamaledettamente felice. Quattro.
L'ultimo ragazzo è immobile davanti a me, non scappa più, ha capito che da me non si può scappare, ha capito capito quanto abbia sbagliato a sottovalutarmi, si inginocchia, cerca di chiedermi perdono, frasi sconnesse dettate dalla paura, frasi che fanno riaccendere la mia rabbia, non puoi lanciare il sasso e poi nascondere la mano, non puoi commettere un'azione e non aspettarsi conseguenze, soprattutto non con me.
Approfittando del fatto che abbia la testa piegata, rivolta verso il terreno, gli sferro una ginocchiata spaccandogli sicuramente il naso, il suo corpo si accascia a terra raggiungendo gli altri. Cinque.
Torno in me, un po' scossa, un po' dolorante, anzi, molto dolorante, respirare mi sembra così faticoso adesso, non penso di essere mai stata in queste condizioni. L'adrenalina svanisce e tutto intorno a me sembra sfumare, tutto intorno a me sembra girare, sembra cadere, portandosi me appresso, percepisco due solide braccia prendermi al volo e solo il rumore lontano di qualcuno che mi sussurra parole di conforto, mi dice di essere stata brava, mi dice che ora ci pensa lui a me e io ci credo, ci credo così tanto da affidarmi a lui completamente crollando definitivamente al buio.

The Defeat Of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora