Primo giorno

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Sono le sette e un quarto passate, alle sette dovevo scendere per fare colazione con il resto della scuola ma ovviamente ho deciso di saltare il pasto, troppi sguardi, troppi occhi sarebbero stati puntati su di me, sul mio corpo, sulla mia divisa e questo non va bene.

Scendo velocemente dal letto domandandomi l'utilità di mettere due letti singoli in una stanza affidata ad una sola persona, è solo uno spreco di spazio. Con questo pensiero in testa inizio lentamente ad aprire le ante dell'armadio e a scrutare tutti gli indumenti presenti all' interno.
Pantaloni neri, pantaloni bordeaux, pantaloni blu scuro, gonne nere, gonne grige, magliette nere, magliette marroni, magliette bordeaux, felpe nere, nero nero e ancora nero. Insomma viva i colori eh.

Non avendo molta scelta prendo un paio di pantaloni neri aderenti e una maglia grigia che si rivela arrivare giusto sopra l'ombelico con uno sbuffo prendo anche una felpa che scelgo di tenere aperta daltronde è questo l'atteggiamento dei demoni, i demoni sono sexy, provocatori, i demoni tentano. Tutte qualità che io non ho affatto. Sicuramente nella mia permanenza qui in accademia non mi metterò mai un paio di quelle gonne microscopiche che coprono a mala pena il sedere oppure uno di quei "top" che in realtà andare a giro con il reggiseno sarebbe sicuramente più adeguato.

Odio l'idea di dover andare a lezione,
Tutti gli sguardi saranno su di me e detesto essere al centro dell'attenzione. Odio dover sopportare il peso delle occhiate che mi rivolgono, quando ancora mi consideravo un angelo, per modo di dire ovviamente, perchè non mi sono mai sentita completa in mezzo a loro ma non posso dire nemmeno che qui mi senta a mio agio, mi consideravo diversa e infondo non ero mai accettata veramente.

Velocemente apro la valigia con dentro tutti i miei vecchi vestiti, e presa da un' idea geniale tiro fuori un piccolo cappellino di lana nero e richiudo dinuovo tutto.
L'avevo coprato una volta al mercato e mai messo per via dei costanti divieti di mia madre o meglio dire della signora Wilson.

Dopo circa dieci minuti riesco a fare entrare perfettamente tutti i capelli in quell' odioso affare; presa dalla felicità faccio un piccolo gridolino di gioia, almeno oggi nessuno vedrà i miei capelli biondi, nessuno mi consiedererà un abominio, niente prese in giro, niente occhiate inquietanti.
Con un sorriso prendo il beauty, metto giusto un po' di mascara e un po' di matita intorno agli occhi chiari per poi chiudere il tutto.

Si sono fatte le otto meno dieci e volendo essere puntuale a lezione prendo un quaderno e l'astuccio preparati la sera prima e li metto dentro lo zaino nero fornito dall'accademia.
Faccio un bel respiro e mi avvio verso la classe.

Alle otto in punto mi affretto ad aprire la porta trovandomi faccia a faccia il mio nuovo professore.
-Signorina...-
-Wilson- continuai per lui -Qui non sono ammessi ritardi, nessuno di voi insulsi demoni dovrà mai più cometterne uno ad un mio corso. Mi sono spiegato sufficentemente?- parla osservando severo anche il resto della classe. Con uno sbuffo mi lancia un'altra occhiata indignata -E per favore tolga quel cappello e  mostri un po' di rispetto verso i miei confronti.-
Un sorriso sadico mi incornicia il volto ma davvero speravo di passare inosservata? Ovviamente questo non è il piano che dio ha per me.

-G...Grazie adesso s...si può accomodare nell' unico posto rimasto- Assolutamente perfetto. Neanche l'insegnante riesce a guardarmi normalmente.

Sospirando vado nel posto indicatomi percependo ugualmente lo sguardo disgustato dei miei compagni su di me.
99 scimmie saltavano sul letto, una cadde a terra e si ruppe il cervelletto. Pensa a tutto Chan, pensa a tutto tranne a quello che ti circonda.
99 scimmie saltavano sul letto, una cadde a terra e si ruppe il cervelletto.
-Hey angioletto! Guarda che hai sbagliato classe, vedi si andartene velocemente qui tu e i tuoi modi educati non siete ben accetti.- ignoro la voce stridula sedendomi lentamente, non ho il controllo sui miei poteri, non so cosa può accadere se lo perdo. Non so la loro portata e per quanto mi costa ammetterlo, anche potendo essere quasi nulla come credo sia devo rimanere calma.

Chiudo gli occhi e solo per un momento mi immagino a casa, i miei genitori sorridenti felici per la prova.
Felici per me.
Ed io sono a far vedere alla mi amica Lee le mie maestose e candide ali, ali bianche,lucenti, le stesse dei miei genitori e di chiunque io abbia fatto conoscienza.
Per quanto dovrò andare avanti così?
La mia vita si stà distruggendo.
Io mi sto distruggendo, lentamente.
Non ho più nessuno.
I miei genitori mi odiano, mi hanno tolto la possibilità di salutare i miei amici, di abbracciarli, di parlarci e di dirgli addio.
Loro mi hanno disconosciuto come figlia, mi hanno abbandonata qua in accademia senza pentimento e senza rimorso, mi hanno insegnato cos'è l'odio e mi hanno fatto capire quanto è facile far soffrire le persone, loro mi hanno lasciata con una lettera.
Con una stupida lettera hanno rovinato anni ed anni di rapporto. Hanno rovinato tutto quello in cui credevo. E io li odio per questo.

-Signorina si calmi!- apro di scatto gli occhi trovando quelli di tutta la classe impauriti e puntati su di me.
Perchè? Mi hanno guardato con disgusto fino ad adesso continuando a lanciarmi fecciatine schernienti cos'è cambiato? Hanno paura? Ma paura di cosa?

Vedo distrattamente alcune ciocche nere svolazzare intorno a me, a chi appartengono?
Sono le mie? Mi sono trasformata.
Le emozioni mi stanno divorando.
Prendo un respiro profondo e mi calmo estraniandomi dagli altri, dal mondo.
I capelli tornano biondi, gli occhi passano dal rosso al celeste.
Ne sono sicura perchè percepisco ogni centimetro del mio corpo, sento di avere il pieno controllo su di me e su ciò che ho intorno.
-scusi, continui pure la lezione- mi rivolgo all'insegnate con un leggero sorriso dipinto in volto mettendomi seriamente ad ascoltare la lezione, devo apprendere la mia nuova cultura.

The Defeat Of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora