13. Al chiaro di luna

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Quella sera la sala grande era bellissima, tutti i giovani maghi e streghe presenti elegantissimi ed allegri, si respirava gioia e speranza.
Hermione si trattenne per più di un'ora ma alla fine riuscì a defilarsi.
Si presentò davanti alla porta di Piton con ancora addosso il suo abito di tafeta' color carta da zucchero, il corpetto stretto che le lasciava le spalle scoperte e la lunga gonna a pieghe. Entro' senza bussare e notò con piacere che lui l'aveva squadrata per qualche istante compiaciuto prima di accoglierla: "Buonasera signorina Granger" le porse il braccio e la condusse al centro della stanza "la festa non è finita, si sente ancora la musica".
"No no" balbetto' la strega: "Ma ho preferito venire qui" si sentiva avvampare.
Lui la guardava con un' espressione indecifrabile, prese da un vassoio due calici di idromele e gliene offrì uno poi alzò il suo: "Alla strega migliore che Hogwards abbia mai visto".
Bevvero entrambi, Hermione era completamente soggiogata dal fascino che Piton emanava quella sera, le appariva perfetto sotto ogni punto di vista, quando le cinse la vita attirandola a sé e sussurando: "Vieni con me", credette di svenire invece sentì il noto strappo e si smaterializzarono.

Quando aprì gli occhi erano in riva al lago nero, c'era la luna piena nel cielo che illuminava la tiepida serata estiva.
"Ti va di camminare?" Chiese Piton, Hermione annuì e si avviarono in silenzio lungo la sponda del lago.
Proseguivano senza parlare finché lui ruppe il silenzio: "A cosa pensi?".
La strega lo guardò accennando un sorriso: "La verità?...a quella notte in cui ci difendesti dal lupo mannaro davanti al platano picchiatore. La luna era come stasera".
Lui si fermò: "Mi ricordo, anche se mi sembra accaduto in un altra vita".
"Infatti lo era" bisbiglio' Hermione prima di decidere di dirgli quello che la tormentava da settimane : "Io non voglio andare a Parigi".
Piton sgrano' gli occhi: "Spero che tu non dica sul serio" le disse freddo.
"Sono seria invece" lei sostenne il suo sguardo.
"E si può sapere il motivo per cui getti alle  ortiche il tuo talento?" Era sprezzante.
"Lo scorso anno il ministero ha offerto un posto anche a me e pensavo di accettarlo" gli spiegò.
"Cosa?" Era furioso "Tu vuoi sprecare le tue capacità dietro un'insulsa scrivania al ministero! Perché?".
Lei non si fece intimorire, quello era il momento della resa dei conti era stanca di torturarsi l'anima: "Perché non voglio lasciare quello che ho qui".
A Piton si dipinse sul volto un ghigno sprezzante: "Ho capito ora. È per quell'idiota di Weasley".
"No. È per te" rispose diretta, calò il silenzio.
"Signorina Granger non capisco a cosa si riferisce" il suo tono era apatico come quando insegnava "Probabilmente nella sua sciocca testolina da grifondoro ha immaginato cose inesistenti, mi scuso se ho avuto atteggiamenti che lei ha travisato, ho creduto di potermi comportare come con qualsiasi altro adulto ma evidentemente lei è ancora una ragazzina".
Hermione si sentì montare dentro una rabbia incontrollabile: "Ma cosa dici? Che cosa stai dicendo? Io avrei travisato? Io non ho travisato proprio niente, tu sei stato quanto meno ambiguo. Perché mi hai portato qui stasera?".
"Per una semplice passeggiata" disse sempre con tono apatico.
In quel momento era tornato ad essere un orribile pipistrello con quella maschera di odiosa sufficienza, come se tutto gli scivolasse addosso.
"La verità è che sei un codardo...Così io mi sarei immaginata tutto?! " era rabbiosa: "Ora me lo proverai!" In una frazione di secondo gli puntò contro la bacchetta spiazzandolo mentre pronunciava "Legilimens".

Mmmmh...mi sa che la situazione si complica 😆😆😆

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