16. Grimmauld Place

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Hermione sembrava una normalissima ragazza babbana mentre a piedi con Jeans, camicia bianca e un trolley in mano attraversava le vie di Londra, avrebbe potuto trasfigurarsi o usare la metropolvere ma aveva preferito prendere la metropolitana e poi camminare, le piaceva l'idea di passeggiare fra la gente in un pomeriggio estivo e pensare con il sottofondo dei rumori e dei colori  di una città che stava sbocciando all'estate.
Arrivata davanti a Grimmauld Place aspettò che apparisse il numero 12 e suonò il campanello, era tutto così normale ora che non c'era più la minaccia del signore oscuro, sorrise tra sé mentre Kreacher apriva la porta, lei lo salutò cordiale mentre lui grugni' qualcosa per invitarla ad entrare e poi scomparve lungo il corridoio.
Mentre si guardava intorno sentì dei passi veloci lungo le scale, apparve Harry che la abbracciò felice: "Herm che fine hai fatto? Ti aspettavo ieri, ero un po' in pensiero".
Caro Harry.
"Mi dispiace, ma avevo delle cose da sbrigare" si scuso' la strega: "Sei solo?".
Il ragazzo annuì mentre la conduceva al piano di sopra per mostrarle la sua stanza.

Dopo aver cenato, quando Kreacher si congedo' si ritirarono in salotto a chiacchierare, le finestre erano aperte e la stanza era invasa dall'aria tiepida dell'estate londinese.
Risero raccontando aneddoti dei tempi della scuola e parlarono dei loro progetti per il futuro finché non calò il silenzio.
"Hermione mi mancherai" disse Harry, lei sorrise triste.
"È sempre stato il tuo sogno eppure ora non mi sembri felice di partire" sentenzio' il ragazzo.
Hermione sospirò stringendosi le ginocchia al petto: "Sono felice invece per questa opportunità , solo che partendo ho paura di perdere quello che ho qui...sempre che non lo abbia già perso".
Harry la squadro' qualche minuto: "Hai saputo di Ron, mi dispiace".
"Ron? Perché, che gli è successo?" Chiese interessata.
Il mago era confuso: "Sì...beh niente, sta uscendo con una ragazza che fa la segreteria al ministero. Sembra una cosa seria" concluse impacciato.
"Oh! Bene, sono contenta per lui. Lei com'è?  Carina?" Era curiosa.
"Sì, carina, si chiama Allyson".
"Bene, sono contenta per loro" ripeté  banalmente  Hermione.
"Qualcosa mi dice che non è per Ron che non vorresti partire" disse Harry sospettoso.
"No infatti, non è per Ron. È per un'altra persona" era titubante ma decise di essere sincera: "Mi sono innamorata e andare a Parigi per tre anni non è proprio quello che vorrei".
"Uuuhhhh!" Il ragazzo era sorpreso: "Per parlare così deve essere una cosa importante. Lui chi è, lo conosco?".
"Lo conosci" arrossi'.
Harry era entusiasta mentre formulava ipotesi una più assurda dell'altra ma Hermione non sorrideva e alla fine anche lui divenne serio.
"Hermione, non mi dire..." tolse gli occhiali stropicciandosi gli occhi.
"Per te è un problema?" Chiese la ragazza.
Lui si alzò iniziando a camminare nervosamente nella stanza: "Certo che no, forse si. Herm non lo so, insomma lui è Piton, per quanto lo stimi non credo che potrebbe mai ricambiare i tuoi sentimenti, sappiamo entrambi che non ha mai dimenticato mia madre senza contare che è un uomo tormentato, tu invece sei una ragazza vitale, allegra...".
Le parole si persero mentre lei scandiva lentamente: "Mi ama anche lui".
Harry ammutoli' lasciandosi cadere sul divano, nella stanza entravano i rumori della strada, qualcuno rideva in lontananza: "E come lo sai" disse ingenuamente.
Hermione volse gli occhi al cielo: "Me lo ha detto, mi ha baciata,...".
"Hermione, basta, non entrare nei particolari. Mi imbarazza abbastanza questa cosa", ispirò prima di continuare: "Lui non vuole che tu parta?" Chiese timidamente.
"No anzi è lui che mi ha convinto, dice che è la cosa giusta per me" era triste.
Il ragazzo le si avvicinò: "Ha ragione, non devi rinunciare a questa opportunità".
Una lacrima scese lungo la guancia della giovane: "Mi manca Harry, ci siamo lasciati senza promesse, non ha voluto vincolarmi ma io ho paura di perderlo".
Il mago la strinse a sé: "Se è vero amore vi ritroverete, non devi temere. Lui poi è una persona di profondi sentimenti, è rimasto fedele a mia madre per tutta la vita vuoi che non resti fedele a te per tre miseri anni" terminò con un sorriso per stemperare la tensione. 
Lei gli diede un colpo sul petto: "Ne sei sicuro?".
"Certo" disse convinto stringendola più forte.

Ciaooooo, mi sa che questa parte non incontra il vostro favore ma mi farò perdonare😆😆😆😆

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