Bambini cresciuti troppo in fretta.

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«Scappiamo.» Sussurrò dopo attimi interminabili Alex.

«E dove andiamo?» Chiese Matt, anche se non gli interessava. L'avrebbe seguita in capo al mondo.

«Sempre a Londra.» Rispose «Ho ancora David a cui badare.» Finse un sorriso. «Dai, vieni.» Lo incitò, scavalcando la recinzione.

Matt la guardò stranito, si guardò in torno e poi scavalcò anche lui.

«Per le quattro dobbiamo stare qui, di nuovo.» Disse Alex. «Non posso lasciare David.»

Ma cosa intendeva?

«Ok.» Rispose Matt. «E ora dove mi vuoi portare? È la seconda volta che mi porti in un posto a me sconosciuto.» Disse sorridendo.

«Andiamo al parco giochi!» Urlò la bruna, prendendogli la mano e correndo in una direzione a lui sconosciuta.

Matt era sorpreso. Non conosceva questo lato giocoso e bambino di Alex. Non la conosceva per nulla al mondo.

Arrivarono al parco giochi col fiatone. «E ora che vuoi fare?» Chiese Matt, curioso.

«Altalena o scivolo?» Chiese Alex incurvando le labbra rosso fuoco.

«Scivolo, ovviamente!» Rispose Matt, offeso per la sciocca domanda.

«Ma lo scivolo ti porta in basso. Gli angeli non volano?» Lo stuzzicò Alex.

Matt alzò gli occhi al cielo. «Abbiamo una giornata, facciamo entrambi.»

Sembrava si conoscessero da una vita. E invece non era neanche un giorno.

Giocarono come bambini su quel prato verde fino alle undici, ora in cui a Matt venne fame.

«Merenda!» Urlò scendendo dallo scivolo, e andando a recuperare l'amica dall'altalena.

Avevano coinvolto tutti i bambini nei loro stupidi giochi. Erano bravi con i bambini.

«Uffa..» Sbuffò Alex scendendo dall'altalena.

«Niente storie, signorinella. Sta mattina non ho mangiato.» Disse Matt massaggiandosi la pancia.

«Neanche io, ma non ho fame.» Matt a quelle parole strabuzzo gli occhi, e prese a mo' di principessa Alex, che iniziò a ridere e a scalciare.

Tutte le mamme presenti pensavano che i due fossero matti, ma la verità è che erano solo giovani.

Matt, sempre con Alex fra le braccia, si diresse verso il bar più vicino e ordinò due cornetti al cioccolato con del caffè. E prima d'uscire comprarono entrambi le sigarette.

Erano due bambini cresciuti in fretta.

«Alex, tu hai mai perso qualcuno di importante?» Chiese Matt dopo un po'.

Alex strinse i pugni. Si poteva fidare? «Apparte me stessa, ho perso mio nonno.» Disse malinconica.

«Tumore?» Chiese Matt. La ragazza annuì.

«Lui pure mi aveva detto di non andarlo a trovare.» Disse sospirando. «Ma non sono mai stata brava ad eseguire gli ordini.» Alzò le spalle.

Matt stette in silenzio. «Avevo dieci anni. Me lo ricordo come fosse ieri.» Prese un respiro. «Quando ti muore qualcuno di caro pensi sempre che sia colpa tua. Invece io no. Io non l'ho semplicemente accettato. Da lì non credo più in Dio, e la cosa non mi dispiace.»

«E quando sei giù, in cosa ti rifugi?» Chiese giustamente Matt.

«In me stessa. Posso fare affidamento solo su di me.» Disse.

La storia di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora