Br(ok)en.

2.9K 156 1
                                    

«Non partire più, okay?» disse Matt staccandosi per un attimo dalla mora.

«Matt..» disse lei. «Sono una testarda del cazzo, e partirò. Con o senza di te.»

Ricominciò a fare i bagagli, ma Matt afferrò la valigia, in un attimo di distrazione della mora, e la rovesciò.

Tutto, ovviamente, si ritrovò rovinosamente per terra.

Appena Alex si rigirò verso il suo fidanzato iniziò ad urlare, e a colpire il poveretto con una vecchia ciabatta a forma di Homer Simpson.

«Hai una vaga idea di quanto ci abbia messo per fare quella valigia?» disse Alex colpendo di nuovo Matt.

«Hai una vaga idea di quanto ci abbia messo per farti innamorare?» Matt era così. Attimi di dolcezza in situazioni poco opportune.

«Ci hai messo meno tempo di quello che ci ho messo io per fare questa valigia!» urlò Alex, e gli tirò contro un cuscino.

«Ma cosa cazzo dici?!» sbraitò Matt, giocosamente. «I vestiti erano tutti accartocciati, non hai piegato nulla, hai messo spazzolino e dentifricio alla cazzo di cane, le ciabatte sparse..»

«Embé? Non sono molto ordinata.» controbatté lei con voce piccola.

«Non sei per niente ordinata.» disse Matt ridendo.

Le loro risate si sentivano in ogni dove. Si mischiavano, creando una perfetta armonia di suoni.

Le loro risate erano una di quelle canzoni che ami da impazzire e che ti restano in testa, nonostante tu non sappia il titolo.

«Matt?» lo richiamò Alex, seria.

«Mh?»

«Mi manca Louis.» si lamentò.

«Anche a me, piccola. Anche a me.» disse, avvicinandosi a lei e stringendola fra le sue forti braccia.

«Quando l'ho visto.. lì.. sdraiato su quelle rotaie, deciso a morire.. Io..» la voce le morì in gola. «Gli ho detto d'amarlo, per fermarlo, sai? Beh, non ha funzionato. Il treno è passato poco dopo.»

Matt restò in silenzio, attese la fine del racconto.

«È buffo come in una frazione di secondo le cose possano cambiare, non credi? Louis apatico-Louis innamorato, Louis vivo-Louis morto. E tutt'e due per colpa mia.» sospirò e Matt la strinse più forte, nonostante avesse la paura costante di romperla.

Ah, quei due innamorati disgraziati si portavano dietro più pene di quelle di qualsiasi altro innamorato disgraziato.

In confronto a loro due, Romeo e Giulietta avevano fatto una vacanza alle Bahamas.

Matt e Alex avevano passato tutte le pene dell'Inferno, ma quando erano insieme si poteva dire che si sentissero in Paradiso.

"Se morissi e mi ritrovassi all'Inferno potrei vantarmi coi diavoli d'aver visto il Paradiso senza entrarci."

«Non è colpa tua..» disse in un sussurro Matt. «Niente di questa merda è colpa tua, Lexie.»

«Non chiamarmi così.» disse la mora, sfuggendo dal suo abbraccio.

«Sennò?»

«Sennò ti inizio a chiamare Matty.» disse Alex, sogghignando.

Matt fece una smorfia. «Matty è pessimo!» urlò.

«Anche Lexie!» controbatté lei.

«No.»

«Sì»

«No!»

«Sì! Sì!» disse Alex «Mi ricorda un cane!» e Matt a quell'affermazione scoppiò a ridere.

"Quando tu scoppi a ridere io scoppio a vivere."

«Allora resti? Resti qui con me?» le chiese Matt, dopo aver finito di ridere.

«E va bene!» disse disperata Alex. «Facciamo 'sto sforzo.» il sorriso di Matt era a dir poco.. luminoso. Ampio e luiminoso. «Ma a una condizione.»

«Farei di tutto per te, amore.»

«Metti apposto 'sto macello, va'!»

***

Erano passati due mesi dalla morte di Louis.

Il giorno del suo funerale era arrivato.

Ormai era pieno inverno. Febbraio, per giunta.

Ad Alex piaceva l'inverno, ma l'inverno era fatto per passarlo a casa. Non al funerale del tuo migliore amico.

Non smetteva di piangere da due giorni. Era completamente abbattuta. Si era resa conto che tutto ciò non era uno scherzo dei ragazzi, era fottutamente reale.

«Alex, alzati che dobbiamo..» la voce di Matt interruppe il sonno tormentato della ragazza. «Dobbiamo.. beh, dobbiamo andare.. lì»

Ad Alex non erano mai piaciuti i funerali.

Quando era ancora una ragazza apposto, che vestiva in modo colorato e normale, le faceva strano vedere tutte quelle persone tristi, vestite di nero. Non voleva vedere quelle persone vestite di tristezza.

«Non voglio venire, Matt. Sto a pezzi.» disse dando le spalle al biondo. Non voleva che la vedesse così.

«Me ne vado solo se ti giri e mi fai uno di quei sorrisi che solo tu sai fare.» disse Matt, sperando in una qualche reazione della mora. Ma niente.

«Non voglio sorridere.» si oppose.

«Allora girati solo, mi faresti sentire meglio.»

«Non voglio tu mi veda.. così.» disse Alex, raggomitolandosi ancora di più nel caldo letto che odorava d'amore, di protezione, di Matt.

«Così come, amore?» chiese Matt.

Alex lentamente si girò. Matt era quasi terrorizzato da quella figura raggomitolata nel letto.

«Lexie, alzati.» Alex scosse la testa. «Non farmelo fare a me.»

Alex, piuttosto afflitta, si alzò.

Non indossava il pigiama, era in intimo.

«Lo sapevo, cazzo!» sbraitò Matt. «Pensavo l'avessi superata, Alex. Pensavo l'avessimo superata, insieme.»

Alex scosse la testa. Certe cose non si superano.

La storia di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora