Run away?

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«Alex, sono le tre e quarantacinque.» La informa Matt, steso sul letto.

«E che me ne frega..?» Scorbutica come al solito.

«David esce da scuola alle..?» Chiese, aveva in mente qualcosa.

«Quattro.» Rispose lei.

«Scappiamo?» Matt si alzò su un gomito, e la guardò negli occhi.

«E David?» Chiese la bruna.

«Lo andiamo a prendere.» Disse Matt.

«E mio padre?» Le faceva paura una fuga, proprio in quel momento. Proprio quando era sotto la custodia del padre.

«Fa' quello che ti dico e reggimi il gioco.» Rispose soltanto.

«Okay.» Accettò la ragazza.

«Prendi il tuo zaino di scuola, svuotalo da tutti i libri, prendi dei soldi e ficcaceli dentro, prendi dei vestiti, ma non troppi, e poi prendi della roba per David.» Le ordinò.

In cinque minuti fece tutto. «Quanti soldi hai?» Le chiese Matt.

«150 sterline.» Rispose.

Matt annuì, e le prese la mano. Scesero con le mani intrecciate, ma alla vista del padre le sciolsero.

«Papà, andiamo noi a prendere David, tanto Matt deve ritornare a casa, e io devo comprare il latte.» Mentì Alex. Il padre annuì, poco interessato.

Aveva sentito solo la parola "papà" uscire dalle labbra della figlia. Quella parola lo appagò talmente tanto, che si mise a dormire.

I due appena fuori di casa, iniziarono a correre, erano le 15:55.

Corsero fino alla scuola di David, e lo prelevarono.

«David, a te piace stare con Bob?» Gli chiese Alex. Il bambino scosse la testa. «Bene. Ora noi andiamo in un altro posto, più bello. Okay, David? Ci stai?»

Al bimbo gli s'illuminò il volto ed esultò. «Sì!» Non vedeva l'ora.

«Andiamo a casa mia.» S'intromise Matt. I due annuirono e si diressero a passo svelto a casa Lewis.

Matt entrò incazzatissimo in casa sua, non gli piaceva quel posto. Non gli piacevano i suoi genitori e non gli piaceva la sua vita fatta su un castello di menzogne.

«Matt, tesoro.» Lo accolse la madre.

«Mi servono dei soldi, me li puoi dare?» Chiese calmo, non voleva spaventarla.

«Certo tesoro, tieni venti sterline.» E gliele porse, con un sorriso.

«Mi ci pulisco il culo di venti fottute sterline, mamma!» Sparì di sopra e prese uno zaino.

«Matt, che succede?» Il ragazzo non rispose, continuava a fare su e giù con abiti e cose che potevano servire a tutti e tre.

«Matt, pretendo una spiegazione.» La madre era in lacrime.

«Ti ricordi, mamma, quando da bambino mi dicevi che sarebbe arrivato il momento in cui io t'avrei lasciato?» La donna annuì. «E ti ricordi che m'hai detto che t'avrebbe ucciso, quel momento?»

La madre quasi non si strozzò con l'aria: l'aveva capito. «Beh, mamma, mi spiace se ti senti morire dentro. Io me ne vado.»

La donna riprese a piangere. «Ma non ci pensi a me, Matt? Mi lasci sola! Sola con una casa da pagare, le tasse, le spese...»

«Ti importa dei soldi, mamma? Ti è sempre importato dei soldi. Dammi seicento sterline, ogni mese ti manderò una quota così da aiutarti.» Matt era freddo e distaccato, mentre Alex e David stavano sulla porta, immobili, a chiedersi come si potesse provare simile rancore per una sola persona.

La madre lo guardava, piangeva. Piangeva ed esprimeva tutto il suo dolore tramite lo stare ferma. «Jane, dammi seicento sterline.»

L'aveva chiamata per nome, le faceva male. Poi, dopo altri richiami da parte del figlio s'arrese.

Gli porse le seicento sterline e prima di lasciarlo andare gli sussurrò debolmente. «Solo, Matt, torna presto.»

Ma Matt non la sentì. Matt era già uscito da quella casa e col pensiero si trovava già in un'altra.

La storia di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora