I can't.

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Pensarono a come dirglielo, ma poi usarono la maniera più semplice e diretta:

«Ma cosa cazzo ti passa per la testa?» Urlarono entrambi, furiosi.

«Matt, ormai ci sei dentro. Ci siete dentro. Quindi, cazzo, smettila di fare il frocio e tira fuori le palle.» Lo riprese arrabbiato Louis.

«Voglio tirarla fuori da questa merda!» Urlò Matt, zompando in piedi. «Come cazzo fate a non capire quello che sto cercando di dirvi?»

Li guardò negli occhi, anche Louis fu spaventato da quell'occhiata, da quello sguardo.

Erano entrambi spaventati.

Gli occhi grigi di Matt erano tormentati, arrabbiati, delusi.. e poi, in fondo, nella parte più remota, si scorgeva un angolo di pura luce.

Quello era amore.

Louis lo capì subito. Matt era innamorato. Era innamorato quanto tormentato.

«Chi è?» Chiese Louis. Non serviva altro. Tutto quanto si sarebbe collegato appena lui avrebbe risposto alla domanda.

«Chi è chi?» Matt sapeva cosa intendeva.

«Quella che ami.»

«Non amo nessuno.» Tormentato. Arrabbiato. Deluso. Innamorato.

«Sì, invece. Chi è?»

«È lei.» Disse in un sussurro, quasi per paura che la casa urlasse il nome della donna della sua vita. Sbloccò il telefono e fece vedere la foto di sfondo, erano lui e Alex, abbracciati. Quella foto non era fatta apposta, non si erano messi d'accordo. Gliel'aveva fatta John, e Matt non l'aveva mai cancellata.

«Cazzo..» Imprecò Louis. Non andava bene.

«Non puoi salvarla.» Affermò John.

«Che?» Chiese arrabbiato Matt. Lui l'aveva già salvata.

«Non puoi salvare Alex.» Ripeté lentamente il moro.

Alex, da dietro la porta, aveva capito.

Matt era innamorato di lei. E ora?

«L'ho già fatto.» Disse sicuro di sé.

«L'hai solo portata da un Inferno a un altro. Nulla di speciale.»

«Non l'ho portata all'Inferno. Tu non sai un cazzo!»

Alex aveva sentito abbastanza. Entrò nel salotto.

«Basta.» Sibilò sul punto di piangere.

Matt la guardava sconvolto. Non era sul punto di piangere da un anno.

«Alex.. io.. noi..» Balbettò, ma era incapace di creare una frase di senso compiuto.

«Ho sentito tutto.»

«Tutto tutto?» Chiese intimorito.

«Dalla prima all'ultima parola.» Alex rabbrividì. «Non puoi essere innamorato di me, Matt. Sai come funziono.»

«Lo sono, Alex. E voglio salvarti di nuovo, ci tiriamo fuori dalla merda, okay?»

«No, non posso.» Matt la guardò confuso.

«Sì che puoi.»

«No, Matt. Ormai siete convolti, te l'ho detto. Devi capire che io vi ho cancellati dalla faccia del pianeta, non posso farvi riapparire. Scomparire è più semplice.» Spiegò Louis.

«Siamo bloccati qui? Dobbiamo fare i criminali?» Chiese Matt. Non se la sentiva più.

«Matt, non farne un dramma. Era una cazzata quella del poliziotto.» Disse Alex.

«Era così simile alla nostra storia..»

«È tutto okay.» Prima di quel pomeriggio l'avrebbe accolto fra le sue braccia, l'avrebbe cullato, l'avrebbe coccolato, ma in quel momento no. Gli sorrise debolmente e finì lì.

Matt si avvicinò a lei e tentò d'abbracciarla, ma lei si scansò di fretta, come avesse paura. Il biondo aggrottò le sopracciglia. «Hai paura di me?» Le chiese.

Alex lo guardò e con i suoi occhi pece lo inchiodò sul posto. Lo congelò. Non gli rivolgeva uno sguardo così da.. non gli aveva mai rivolto uno sguardo così, in realtà..

«Non dovevi innamorarti di me. Te l'avevo detto, Matt.» Disse fredda la bruna, prima di voltargli le spalle e di dirigersi verso la porta.

«Mi avevi anche detto che non m'abbandonavi.» Disse Matt, ad alta voce.

Alex l'avrebbe sentito anche se fosse stato un sussurro. Alex avrebbe sentito dappertutto la voce di Matt. Alex sentiva dappertutto la voce di Matt.

Riusciva a capire tutto di quel misterioso ragazzo, ma non faceva capire nulla di lei a Matt.

«Non funzionerà, Matt.» Disse con voce fioca. Stava sul punto di piangere.

«E vuoi buttare via una cosa che non funziona?» Le chiese.

John e Louis si sentivano di troppo. Ed erano decisamente di troppo, ma dovevano provvedere. Dovevano controllare Alex.

Alla bruna prudevano le mani, avrebbe potuto fare qualcosa di irreparabile.

«Sì.» Disse.

«Vuoi buttare via anche me? Mi hai usato e ora mi butti via? Butti via il tuo migliore amico, Alex? Butti via me, che ho realizzato tutti i tuoi sogni, che ti ho raccolto ogni qualvolta che crollavi, che ho asciugato tutte le lacrime, che t'ho accarezzato il cuore? Vuoi buttarmi via, Alex?» Matt urlava, urlava contro la ragazza che amava e che non l'accettava.

«Sì.» La voce ferma, le spalle ferme. Tutto fermo in quella stanza. Anche i loro cuori erano fermi. Ghiacciati.

'Sì'. È buffo come un monosillabo può congelare tutto.

«Davvero?» A Matt tremava la voce. Lacrime amare scorrevano sulle sue guance, lasciando dei solchi su esse: bruciavano. Matt era tutto un tremore. Gli tremava la voce, gli tremavano le gambe, gli tremavano le labbra, le mani.

Alex doveva scegliere in fretta. Sì o no, Alex? Pianse in silenzio, come quando Matt la fece incazzare per il commento sul suo peso. Come quando il padre la picchiava. Come quando ogni notte si sentiva sporca, e doveva farsi più e più docce fredde.

Ecco come si sentiva: sporca. Sporca e dannatamente in colpa per qualcosa che ancora non aveva fatto, ma che stava per fare.

Lacrime, lacrime e lacrime. Quella stanza era un susseguirsi di acqua calda sulle guance.

Alex si girò, guardò il biondo negli occhi. Entrambi li avevano arrossati. Entrambi avevano il cuore a pezzi, la vita pure. Avevano bisogno l'uno dell'altra.

«Sì. Davvero.» Ora sì che si sentiva sporca. Si sentiva sporca per aver commesso un omicidio: aveva appena ucciso un amore.

La storia di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora