You can't love me

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Alex si trovò in poco tempo al parco più vicino. Sapeva di trovarlo lì.

Difatti, Matt era steso su una panchina, con lo sguardo verso il cielo.

«Sapevo saresti venuta.» le disse.

«Davvero?» chiese Alex.

«No, ma ci speravo.» Alex prese un respiro.

«Ti devo parlare.» disse, e fece alzare

Matt dalla panchina. Si sedettero insieme sul prato verde e Alex iniziò a staccare con nervosismo un po' di fili d'erba.

«Alex.» la richiamò Matt, prendendole le mani fra le sue. La mora le scansò di fretta e furia, e Matt si rimproverò mentalmente per la cazzata fatta.

«Davvero mi ami?» le parole vennero fuori come un sussurro. La paura l'assaliva.

«Sì.» la voce di Matt era molto più sicura, le emozioni e le parole dentro lui erano chiare. Sperava fosse così anche dentro Alex, ma sapeva non era così.

«Non puoi amarmi.» Matt sbuffò.

«Sei troppo insicura.» si lamentò. «Guarda che se non piaci a una persona non significa che di conseguenza non piacerai a tutto il mondo, Alex!» la rimproverò.

Alex rise. «La mia non è insicurezza, razza di rimbecillito!» disse «La mia è paura.»

«Paura d'amare?» chiese Matt.

«Paura di fare del male.» sbuffò. Alex non voleva fare del male al suo migliore amico. Lo conosceva da troppo.

«Mi stai facendo più male così. Mi stai facendo del male rifiutandomi, sbattendomi la porta in faccia. Mi fa più male il fatto che non ci provi più che quello che magari falliremo in amore.» disse scoraggiato. «Ma almeno potremo urlare al mondo "Ehi, io ci ho provato. È stata la cosa più bella e dolorosa della mia vita, ne sono uscito fuori graffiato, ammaccato, malandato e ferito. Ma cazzo, lo rifarei!"»

Alex gli sorrise.

"Ti bacerei mentre incurvi le labbra,"

Matt si avvicinò al viso chino della ragazza, lo alzò e facendo scontrare i loro occhi.

Grigio nel nero. Nero nel grigio.

Senza il nero non ci sarebbe nessun grigio.

Fecero l'amore con gli occhi, e di sicuro fu quella la loro prima volta. Una prima volta fantastica. Si può dire che fecero l'amore ancora prima di sfiorarsi le labbra.

Matt non ce la faceva più. Aveva resistito troppo.

La baciò.

La baciò mentre sorrideva. E fu il bacio più bello della sua vita. Della loro vita.

"..solo per il gusto di sentire che sapore ha il tuo sorriso."

E il sapore del sorriso di Alex era a dir poco sublime. Sapeva di ingenuità. Un'ingenuità che la mora non possedeva.

«Allora.. posso amarti, ora?» le chiese Matt.

Alex sorrise di nuovo. «No, non puoi.»

«Non sono mai stato un ragazzo molto attento alle regole..» disse Matt, avvicinandosi di nuovo al viso di Alex, ma la mora lo scansò.

«Ma taci che eri un santarellino, a scuola!» disse lei ridendo. «Rispettavi tutte le regole.» continuò.

«E poi ho conosciuto te.» le sussurrò il moro, mettendole dietro l'orecchio una ciocca ribelle.

«E poi hai conosciuto me.» ripeté Alex.

«E da allora fanculo le regole, infrangere la legge è più divertente.» disse e la baciò di nuovo.

«Allora, ora posso amarti?» le chiese nuovamente, guardandola.

«No, è contro la legge!» disse lei ridendo.

«E allora chiamami fuorilegge.» disse Matt, e la baciò di nuovo. E di nuovo. E di nuovo.

Per un'infinità di tempo rimasero sdraiati su quell'erba a scambiarsi innocui baci.

Dopo l'ennesimo bacio Alex scoppiò a ridere. «Piove» disse.

«È piena estate.» la riprese il moro.

«Ma senti le gocce, non le stagioni!» gli disse Alex.

Matt stette un attimo fermo, e sentì anche lui qualche goccia bagnarli il viso.

«È l'irrigazione automatica, idiota!» disse Matt, e la prese a mo' di principessa, facendola ruotare sotto l'irrigazione del parco.

In pochi secondi i due erano bagnati fino al midollo.

Matt mise giù Alex, stanco. E lei colse l'occasione al volo spiengendolo.

Il poveretto cadde per terra, il terreno ormai era fangoso e lui si sporcò tutto.

Alex rise e Matt la seguì, per poi prenderla per la caviglia e farla cadere accanto a lui. Cadde a pancia in giù, così si trovò sporca di fango in volto.

I due si alzarono ridendo, e Alex rincorse il biondo per tutto il parco, cercando di dargli un bacio fangoso.

Alla fine Matt cedette.

La baciò.

Di nuovo. E di nuovo. E di nuovo.

E pensò che il fango sapeva incredibilmente di buono.

La storia di un'adolescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora