Cocci di vetro

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In questi giorni Sherlock ha scoperto il suo violino. Lo ha trovato sotto il tavolo del soggiorno e ha pensato fosse mio. Quando gli ho rilevato il vero proprietario è rimasto piacevolmente sorpreso. Ovviamente non può essersi dimenticato come si suona, ma la sua testa è confusa, piena di dubbi e piccoli sprazzi di ricordi insignificanti, ricordi che si accorge di avere solo nel momento in cui si ritrova a svolgere piccole abitudini che non lo hanno mai abbandonato: tenere gli occhi chiusi per concentrarsi, iniziare a preparare il tè anche per me (dopo avermi gentilmente chiesto come lo preferivo), sbuffare quando Mycroft veniva a trovarci per controllarlo, perché diceva che io ero abbastanza per prendermi cura di lui e che non c'era alcun bisogno della sua presenza... certe cose forse non potevano mai cambiare. E adesso pizzicare le corde con la mano sana, con le palpebre chiuse a concentrarsi su ogni nota.
È così che lo trovo quando esco da sotto la doccia e raggiungo il salotto, asciugando parzialmente i capelli con un asciugamano. Per un momento sembra lui, il vecchio Holmes che rimugina su un caso, ma quando guardo il suo braccio ancora ingessato sono costretto a tornare alla realtà.
- Sei ancora in pigiama! - Esclamo, notando che indossa ancora la sua vestaglia blu di seta. Apre gli occhi e li punta immediatamente su di me.
- Dobbiamo fare qualcosa? - Mi chiede, smettendo di pizzicare le corde e piegando leggermente la testa verso destra. Sembra un cagnolino quando è confuso, ed il solo pensiero mi fa sorridere appena mentre riprendo a strofinare l'asciugamano sulla mia testa.
- Oggi hai la prima seduta con lo psicologo. - Dico, ricevendo in risposta un'espressione sorpresa. Se lo era dimenticato forse, e in un certo senso me lo aspettavo, date le sue condizioni.
- Giusto... - Sospira e poggia il violino sotto la poltrona (un'altra delle abitudini), poi si alza e mi supera guardandomi di sottecchi. Lo sento indugiare quando mi passa accanto, sembra quasi imbarazzato... beh, non lo biasimo affatto dato che ho indosso solo una vestaglia. Ma mi è parso di vederlo anche arrossire, o forse sono io che sto dando di matto.
Il suo passo si velocizza e poco dopo si chiude in camera sua.
Ho il tempo di tornare in bagno e di cominciare a sistemarmi come si deve, dato che ho deciso di accompagnarlo ad ogni seduta, almeno finché non riprenderò il mio lavoro in ambulatorio. È una cosa del tutto nuova per lui, e vorrei di sicuro evitare che abbia un altro attacco di panico come l'ultima volta. Non potrei sopportarlo, e nemmeno lui potrebbe.
Indosso una camicia bianca, un suo regalo per l'anniversario. Sì, mi ha regalato un indumento ed è andato nel panico quando ho iniziato a spacchettarla. Ha cominciato a parlare a raffica, facendomi capire che non è un tipo che fa regali molto spesso e che non aveva idea di cosa sarebbe stato giusto per me. Poi ha accennato a quel cardigan:


"Ho visto quel cardigan che Harriet ti ha regalato al tuo compleanno, quello grigio. Così ho pensato che una camicia sarebbe andata bene per abbinarcela... o... non saprei, John. Ci ho pensato per giorni interi, ho chiesto consigli a Molly, e perfino a Sarah su quello che sarebbe stato un regalo perfetto. Sai cosa mi hanno risposto? Che qualunque cosa sarebbe andata bene, che ciò che conta è che ci metta il cuore. Sono andato nel panico. Non metto il cuore nelle cose che faccio se non si parla del mio lavoro e tu lo sai bene, ma se dovevo farlo per te allora ci avrei provato... e mi è venuto in mente il cardigan grigio che tieni in fondo al cassetto e che non metti mai perché sei ancora arrabbiato con tua sorella per il suo alcolismo, e quando ho visto questa insignificante camicia ho pensato che addosso a te sarebbe diventata una camicia speciale... ignorami, sono un completo idiota, non so cavarmela in queste..."

E l'ho fermato, ho interrotto il suo fiume di parole con un bacio. Un qualunque gesto del genere da parte sua per me significava tutto. So che tipo è, so che non ama fare regali, ma quella camicia è diventata la mia preferita da quel giorno, ed era bellissimo vedere il suo sorrisetto soddisfatto ed innamorato ogni volta che la indossavo.
Certo, quando l'ho indossata la prima volta per fargli vedere come mi stava... non nego che due secondi dopo è finita sul pavimento, insieme a tutti i vestiti, formando un percorso ben visibile fino alla camera da letto.

Recovery || JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora