Epilogo

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Il legame che ho con John si è spiegato solo adesso, dopo tanto tempo a rifletterci su e a sviluppare teorie su teorie. L'anello che ho trovato nel cassetto è il mio. È stato nel mio dito prima che io venissi investito. John lo ha messo al mio dito il giorno del nostro matrimonio, e io ho fatto lo stesso con lui.

Come ho fatto a non capirlo prima?L'uomo che si è preso cura di me per tutto questo tempo... non poteva essere solo il mio coinquilino. Forse non volevo crederci, ho pensato che, da come mi descrivono tutti, siccome non ero una persona tanto amichevole allora lui non mi avrebbe mai visto sotto quel punto di vista.Mi sbagliavo.Ma sono felice di essermi sbagliato.


Sollevo lo sguardo dal diario e guardo Sherlock disteso sul letto di ospedale. La pallottola lo ha preso alla spalla.


La stessa in cui in guerra hanno sparato a me.


Ha perso molto sangue ma i medici hanno detto che è stabile. Aspetto solo che si svegli mentre sono seduto accanto al suo letto. L'operazione è andata bene e non dovrebbe volerci molto. Ero così sollevato quando mi hanno detto che si sarebbe ripreso senza problemi, per un momento ho temuto il peggio.
Le sue parole prima di chiudere gli occhi...


"Io non ti lascio più"


Le ho ripetute nella mia testa finché non ho saputo che non era nulla di grave.
Hiram, comunque, è stato arrestato. Greg è ancora a Scotland Yard a occuparsi di lui, ma al telefono mi ha detto che è crollato poco fa. Non ce l'ha più fatta e ha confessato tutto, incluso il piano che aveva escogitato per rubare tutti quei soldi. La povera Ellen non c'entrava nulla, era solo una sua pedina, ma anche lei dovrà rispondere delle sue azioni. Sapeva dei soldi in casa, ha dato false informazioni alla polizia, ma resterà dentro solo per qualche altro mese. Spero che dopo riuscirà a trovare un uomo che la ami e soprattutto la rispetti, ognuno se lo merita.
- La mia testa... - Quelle parole mi distraggono dai miei pensieri. Sherlock si è svegliato e si sta massaggiando le tempie con le dita, gli occhi chiusi e stretti dal fastidio, i capelli scompigliati dal cuscino e le mani tremanti.
- La morfina sta finendo, dovrebbero cambiarti la flebo a momenti. - Dico alzandomi e prendendo posto sul letto accanto a lui. Sherlock mi guarda confuso, ha un sopracciglio alzato e le dita si sono spostate dalla sua fronte, adesso le tiene a mezz'aria. - Sherlock Holmes, non provare mai più a farmi prendere spaventi del genere, sono stanco di vederti in queste condizioni. - Continua a guardarmi confuso, e a quel punto la mia testa si riempie di dubbi.


Cosa c'è che non va, adesso? Ho messo il maglione alla rovescia? No no, è a posto. Probabilmente non capisce cosa ci fa lì, forse...


- Sherlock chi? Scusi, lei chi è? - Quelle parole mi fanno boccheggiare incredulo. Lo guardo dall'alto e i suoi occhi smarriti mi fanno tremare. Mi alzo di scatto e mi porto una mano al petto. Il cuore mi batte all'impazzata.


No, non può succedere di nuovo...


- Cosa...? - Riesco a dire dopo dei secondi che sembrano interminabili, la mano ancora immobile sul petto, all'altezza del cuore. Lo sento pompare ad una velocità impressionante.
- Cavolo, John, stavo scherzando, non fare questa scenata! - La mia reazione è immediata, se avessi potuto lo avrei preso a pugni lì su quel letto, ma per mantenere la calma mi sono limitato a sfilargli il cuscino da sotto alla testa e a colpirlo ripetutamente in faccia (evitando la spalla, questo è ovvio).
- Fanculo. - Gli dico dopo un'ultimo colpo per il quale lui ride sonoramente. I miei occhi sono rossi di rabbia e dalle mie orecchie potrebbe uscire fumo, ma poi Sherlock mi guarda, quella risata ancora lì che non si affievolisce, e riesce a strapparmi un sorriso appena accennato, un po' come quando ha finto di non sapere come disinnescare la bomba nella carrozza del treno, facendomi credere che saremmo entrambi morti.

Recovery || JohnlockDove le storie prendono vita. Scoprilo ora