- Perché c'è anche Mycroft? -
- L'ho chiamato io. - Dico mentre Sherlock si siede barcollante sulla poltrona di pelle nera. Io e Mycroft siamo in piedi davanti a lui, in attesa che finisca di strofinarsi gli occhi per via della confusione... in attesa che parli.
- Era necessario? -
- Io e John abbiamo fatto un accordo, Sherlock. - Dice lui mentre si poggia con le mani al manico del suo fidato ombrello. - Se ci fossero state novità mi avrebbe avvertito. - Il minore degli Holmes si sta ancora strofinando gli occhi, quindi mi avvicino in modo da potergli togliere la sciarpa ben annodata al collo. - Mi ha detto che ti sei ricordato qualcosa, quindi vorrei che ne parlassi. - Mi rigiro la sciarpa di Sherlock fra le mani e torno ad affiancare mio cognato, che non la smette di battere nervosamente il piede sul tappeto. Mio marito è ancora troppo scosso e confuso per parlare, vorrei proprio che Mycroft ci andasse piano con questa sua impazienza, non vorrei che ciò turbasse ancora di più l'uomo che ci sta di fronte. - Sherlock... -
- Non dire altro, Mycroft! - Lo rimprovero, puntandogli contro il dito e ricevendo in cambio un'occhiata sconcertata.
Al Governo inglese non piace che lo si contraddica?
- Non vedi in che stato è? Deve riprendersi un attimo! Quindi se vuoi che lui parli ti siedi e aspetti. - Mycroft apre la bocca contrariato, ma il mio sguardo truce è abbastanza per fargli morire le parole in bocca, tanto che si accascia rassegnato sulla mia poltrona e accavalla le gambe in attesa.
Soddisfatto di aver zittito Mr Perfettino, mi dirigo subito da Sherlock e mi abbasso alla sua altezza mentre ancora si sta massaggiando le tempie. Avverte la mia presenza perché apre gli occhi e si perde quasi subito nei miei.
- Stai bene? - Chiedo con tono pacato e paziente, praticamente l'opposto di quello che Mycroft aveva utilizzato. Le mie mani si poggiano delicatamente sui suoi polsi per carezzarli (e sì, ho anche intenzione di controllare il suo battito). Vedo le sue pupille dilatarsi appena, poi annuisce piano.
- Mi gira solo un po' la testa. - Falso allarme. Nessun attacco di panico, semplicemente ha avuto un flashback e la sua mente debole si è sforzata troppo nel ricevere tutte quelle informazioni all'improvviso.
- Quando te la senti di raccontare, io sono qui, va bene? - Lui annuisce, ancora perso nelle mie iridi, poi fa in modo che le sue dita si intreccino alle mie.
- Credo di potercela fare anche adesso. - Gli sorrido rassicurante e lui fa lo stesso, quasi quasi ci scordiamo della presenza di Mycroft, che di sicuro starà roteando gli occhi, disgustato da tanta sdolcinatezza. - Però resta qui. - Aggiunge in sussurro, con voce timida e tremante. Per risposta mi accomodo sul bracciolo della sua poltrona, e lui fa scivolare la mano sul mio ginocchio. Non la sposta da lì nemmeno quando Mycroft si accorge della fede al dito, che in questo modo è completamente in bella vista. Però sembra non avere reazioni al riguardo, piuttosto è ansioso di sentire cosa Sherlock abbia ricordato.
- Con calma. - Dico notando i suoi occhi stringersi per un momento, così poggio il palmo aperto sulla sua mano per dargli maggiore conforto, e ciò sembra restituirgli un po' di pace.
- Ho iniziato a provare una strana sensazione già mentre raggiungevamo l'ingresso. Dapprima non ci ho fatto caso, né ci ho prestato particolare attenzione, ho solo pensato fosse una normale reazione dovuta al fatto che stessi cercando di risolvere un caso che mi perseguitava da settimane. - I suoi occhi si posano sulle nostre mani unite e sembra stia cercando le parole adatte per continuare. - La libreria. È successo appena ho posato lo sguardo sulla libreria. -
- Cosa hai visto? - Mycroft è insistente, ma capisco dal suo tono di voce che sta cercando in tutti i modi di risultare rassicurante.
- Ho visto me e John. Stavamo entrando in casa di Ellen. - Mi sta guardando adesso, si sta totalmente rivolgendo a me. - Tu hai esclamato un "bizzarro!" quando sul tavolo hai notato della biancheria intima maschile, ed Ellen stava morendo di imbarazzo. -Sì, qualcuno lassù mi ha ascoltato. Si ricorda.
Una piccola cosa, ma se la ricorda!
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Recovery || Johnlock
Fanfiction- John, tu chi sei per me? - Si asciuga le lacrime con il palmo della mano. Mi sembra di guardare un bambino indifeso e impaurito. E quel bambino indifeso ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e che lo sostenga, ed anche se non mi riconosce voglio ess...