- Da quanto ce l'hai? - Chiedo continuando a fissare il cerchio dorato poggiato sul palmo della mia mano. È vero, avevo iniziato a ragionare sul fatto che gli avrei detto tutto, che avrei preso la fede da quel dannato cassetto, che avrei preso Sherlock da parte e che avrei cominciato a parlargliene come si deve. Avrei utilizzato parole dolci, un tono calmo e avrei dato una spiegazione adeguata sul perché io glielo avessi nascosto, sperando ovviamente che avrebbe capito il perché del mio gesto. Ma mi ha anticipato, come sempre. Quel furbo e dannato detective non riusciva a farsene sfuggire una neanche con un'amnesia totale retrograda.
- Dal giorno in cui mi hai parlato di Mary. - Dice con tono stranamente pacato. Io resto in silenzio. Non so cosa dire mentre mi rigiro quell'oggetto fra le mani.
È da tanto che non lo vedo, mi sto soffermando su tutti i dettagli, lo sto immaginando attorno al suo anulare, e sto immaginando me mentre lo sistemo al suo dito, me in quel giorno.
Lui sospira e si dirige nuovamente alla poltrona, sedendosi sopra di essa e piegando le gambe, la sua testa poggiata sulle ginocchia come i bambini.
- La fascia elastica si era rotta, così ho frugato nel cassetto per cercare quella nuova. Ho sentito qualcosa scivolare sul fondo e ho allungato il braccio per afferrarlo, mi sono ritrovato con quell'anello sotto gli occhi. - Sta di nuovo evitando il mio sguardo, e nonostante lui stia in silenzio, quella delusione riesco a percepirla sotto ogni aspetto.
- Perché non mi hai detto di averlo trovato? -
- Volevo dedurlo da solo. - C'è un attimo di silenzio prima che lui riprenda a parlare - Sei stato anche con un uomo? -Oh Sherlock, davvero non ci arrivi?
- Sherlock... -
- No, John, ascoltami. Vorrei che non ci fossero più bugie tra di noi, quindi... chi è lui, lo conosco? - Mi sfugge un sorriso. Il mio angolo delle labbra si solleva appena quando mi pone quella timida domanda.
- Lo conosci. - Confesso, facendo qualche passo verso la sua poltrona e fermandomi proprio davanti a lui, guardando dall'alto quello che per il momento appare come un bambino indifeso.
- Oh... - Dice annuendo appena. - Beh, è bello? - Non riesco a trattenere una risata a quel quesito posto con quel tono imbarazzato, così mi abbasso quel tanto che basta per essere faccia a faccia con lui, puntellandomi con le ginocchia sul tappeto morbido.
- Non è bello. È solo la meraviglia più grande io abbia mai visto. Ha due occhi che contengono l'intero universo, e quando mi ci perdo... oh non hai idea, mi sembra di viaggiare nello spazio-tempo, di vedere tutto ciò che di bello si possa mai immaginare. - Ci stiamo guardando adesso, lo scruto intensamente mentre scandisco ogni parola... e lui è immobile, per un attimo ho l'impressione che stia trattenendo il respiro. - E per quella meraviglia io darei la vita. Ho ucciso per lui, ho rischiato la pelle pur di saperlo al sicuro. L'ho perso, ritrovato, poi perso di nuovo, ma mai ci siamo abbandonati. Sposandolo gli ho fatto una promessa. - Lui continua ad ascoltarmi con quello sguardo smarrito, e lo sento sussultare appena quando afferro la sua mano sinistra ed inizio ad accarezzarne il dorso con il pollice. - In salute... ed in malattia. - E poi lo faccio, infilo l'anello al suo anulare e, come mi aspettavo, calza a pennello. Mi sembra di rivivere il nostro matrimonio e solo per un momento mi è sembrato di essere circondato da tutti i nostri invitati mentre, con voce tremante ed emozionata, pronunciavo i miei voti e lei mie promesse all'uomo che amo.Ecco cosa mancava, adesso sì che Sherlock Holmes è completo.
- Oh, John... - Quando sollevo lo sguardo, distratto da quella voce rotta dai singhiozzi, non posso fare a meno di notare le sue lacrime che rigano imperterrite le sue guance, i suoi occhi lucidi e limpidi che mi fissano stupiti. - Davvero...? - Lo ha capito, lo ha capito perfettamente, ma sembra non crederci data la sua reazione. Ma guardandolo posso vedere che non ha paura, che non è triste e che la notizia appena appresa non lo sconvolge affatto.
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Recovery || Johnlock
Fanfiction- John, tu chi sei per me? - Si asciuga le lacrime con il palmo della mano. Mi sembra di guardare un bambino indifeso e impaurito. E quel bambino indifeso ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e che lo sostenga, ed anche se non mi riconosce voglio ess...