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Quella sera giungemmo al Galaxie più presto del solito

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Quella sera giungemmo al Galaxie più presto del solito.

Quando avevo varcato la soglia di casa dopo l'episodio nel giardino dei Min, non avevo avuto occasione di pensarci più del dovuto che Jungkook mi aveva spinta a raggiungere la mia stanza per darmi una sistemata in vista del raduno che si sarebbe tenuto quella sera: l'ennesimo dalla morte dei nostri genitori.

Seriamente non riuscivo a capire perché fosse così necessario trascorrere una serata in silenzio attorno ad un tavolo ricolmo di persone che non si sopportavano a vicenda, ma era chiaro che la decisione non spettasse a me.

Niente ormai sembrava farlo, figurarci la volontà di quattro clan.

«Non potremo abbassare la guardia per nessun motivo, Bee. Lo sai questo, no?»

Mi allacciai i sandali e sistemai l'orlo dell'abito che indossavo alzando gli occhi sulla figura slanciata di mio fratello. Jungkook se ne stava lì, ritto ritto nel suo completo elegante, con gli occhi scuri fissi sul mio viso ancora pallido.

Ero ancora piuttosto scossa dall'accaduto con Chang, ragion per cui l'idea di partecipare a quel raduno ebbe su di me lo stesso effetto di una pallottola ficcata in una testuggine.

«E da quando sarebbe un'idea saggia farlo?» avevo chiesto io infilando le mie cose nella pochette che Yun mi aveva regalato per il mio compleanno, senza alzare gli occhi su di lui.

Ma Jungkook non era un tipo precipitoso e alla mia bifolcaggine rispose con flemma e tranquillità, lasciandosi alle spalle il mio commento brusco per mettermi ben chiare le cose in testa.

«Qualsiasi parola esca dalla tua bocca dev'essere pensata almeno dieci volte prima di essere pronunciata, Byeol; perché in quella stanza non troverai soltanto Kai, Yoongi e le loro famiglie: in quella stanza, ci saranno anche coloro che hanno ordinato a Mina di uccidere i nostri genitori»

Con finto stupore, rimasi in silenzio non osando per nessun motivo alzare lo sguardo su quello serio ed imposto di mio fratello. Mi avrebbe lasciata in quella casa se solo avesse visto in me la parvenza di una bugia, e dire che Jungkook fiutasse menzogne come un cane fiuta il tartufo, sarebbe minimizzare il suo avveniristico talento.

Così tacqui, e con il peso della pochette nella mano sinistra, appoggiai il costato contro lo schienale del divano. A quel punto però, Jungkook mi fece ben intendere di non aver altro in serbo per me, e guardandomi con un ultimo e flebile sguardo, afferrò le chiavi dell'auto e si diresse verso l'uscita.

Quando varcai la soglia del locale, alle mie spalle Hoseok cercava di non voltare lo sguardo all'indietro: l'evenienza che, per qualsiasi motivo, lo sguardo di Mina avesse potuto incontrare il suo gli faceva paura; e se devo dirla tutta, non lo biasimavo. Scoprire quello che era successo non doveva essere stato il massimo neanche per lui, d'altronde come tutti si fidava di lei. Forse anche un po' troppo.

Sweet Criminal - [ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora